La rivolta dei Tir di Enrico Martinet

La rivolta dei Tir Tensione a Courmayeur per lo sciopero delle dogane La rivolta dei Tir I camionisti francesi bloccano per 17 ore l'accesso al traforo del Bianco - Trattative a Chamonix - La «precettazione» dei doganieri fa rientrare la protesta COURMAYEUR — 'Qui finisce come nell'84, dieci giorni di blocco-. La previsione del camionista italiano è per fortuna sbagliata e nel primo pomeriggio di ieri Tir e auto possono di nuovo attraversare il confine tra Italia e Francia sotto il Monte Bianco. La protesta degli autisti francesi contro lo -sciopero bianco» dei doganieri italiani è durata 17 ore. I «routiers» hanno girato i loro camion di traverso a pochi metri dall'imbocco della galleria, sul versante francese; altri più giù, al bivio di Chamonix. Un grappolo di «poids lourds» che ha provocato venti chilometri di colonna su due file. 'E' Lulù, sempre il solilo-, dicono gli autisti italiani. «Lulù» non è nessuno, è un nome simbolo con cui i camionisti identificano i rappresentanti dei loro colleghi d'Oltralpe che già nel 1984 guidarono la protesta. Giovedì sera i «routiers» hanno telefonato al tunnel: «Se t doganieri non smettono lo scio- pero noi blocchiamo il traforo-. Poco dopo hanno messo di traverso i camion. Ieri mattina i loro rappresentanti chiedono "un papier-, un documento con il quale il ministero delle Finanze assicuri il libero transito in Italia ('Altrimenti non si muove più nessuno per giorni-). Vanno da Chamonix al piazzale del traforo nel- le auto della prefettura. La trattativa avviene in un'atmosfera tesa, parte negli uffici della polizia, alla frontiera, e parte a Bonneville. Anche sul versante italiano quattro francesi bloccano la superstrada, a circa 500 metri dall'entrata di Courmayeur. Alle 13 l'accordo è fatto anche perché i «routiers» s'accorgono che in Valle d'Aosta i doganieri sono stati precettati e quindi costretti a svolgere le operazioni di traffico (di sdoganamento no) anche dopo le 14, cioè oltre l'orario normale di lavoro. Della delegazione che ha trattato con il sottoprefetto dell'Alta Savoia, Philippe Piraux, facevano parte anche alcuni camionisti italiani. Fra loro Attillo Spiri, di Genova. Nelle 17 ore di blocco parecchia merce è marcita, come i cavolfiori e i finocchi provenienti dal Mezzogiorno e l'insalata del camion di Emanuele De Marco, di Bari, ferma da mezzogiorno di giovedì. Dopo l'intesa il traffico riprende, ma la coda di chilometri stenta a muoversi, soprattutto sul versante francese dove l'«autoroute bianche» è zeppa di Tir. -E' un groviglio-, dicono alla gendarmeria. Le auto però cominciano a transitare, sotto il tunnel e anche lungo le strade che da Chamonix scendono verso Le Fayet. In Valle d'Acsta la situazione è leggermente migliorata, ma sono ancora centinaia i camionisti che aspettano di poter sdoganare. Dalle 14 fino alla serata di ieri si è riversata all'autoporto di Pollein, alle porte di Aosta, una «marea» di Tir (oltre 500). A tarda sera sui piazzali ve n'erano 400 in attesa del -timbro». -La situazione si aggraverà già domani (oggi, n.d.r.)», dicono all'autoporto dove è sempre tenuta libera una corsia di transito per evitare ingorghi. La protesta dei doganieri avrà una pausa domenica, ma lunedì è in programma lo sciopero generale. Ore di tensione anche alla stazione doganale di Vipiteno (Bolzano). La colonna dei Tir fermi, a mezzogiorno, aveva raggiunto una lunghezza di sette chilometri. Enrico Martinet Courmayeur. Camionisti in attesa della riapertura del tunnel

Persone citate: Emanuele De Marco, Philippe Piraux, Savoia