«Serrata» al porto di Genova

«Serrata» al porto di Genova Clamorosa protesta contro la Compagnia degli scaricatori «Serrata» al porto di Genova Le imprese utenti dello scalo ieri hanno mandato in ferie i dipendenti - «La vertenza dei portuali ci strangola, perdiamo 10 miliardi al mese» - Lo sciopero continua, perché «vogliono privatizzare tutto» GENOVA — -Il porlo di Genova è allo sfascio e, difficilmente, allo stato attuale delle cose, si potrà tornare indietro in tempi medi. La vertenza che ci sta strangolando non lascia speranze. Se si andrà avanti cosi, sulle banchine resteranno solo i portuali con il loro salario garantito'. Questi i giudizi espressi ieri, in una conferenza stampa, dal presidente del Comitato dell'Utenza Portuale. Adriano Calvini. L'«Utenza», che raccoglie armatori. spedizionieri, agenti marittimi, autotrasportatori e tutte le imprese private che operano in porto, ha attualo ieri una giornata di "astensione" assoluta dal lavoro. I titolari delie numerose aziende dello scalo hanno concesso un giorno di ferie ai loro oltre cinquemila dipendenti e hanno effettuato una sorta di -serrata" di protesta, per 24 ore, al fine di denunciare all'opinione pubblica lo stato di degrado del primo porto d'Italia, bloccato da oltre un mese dallo sciopero degli scaricatori della Culmv. La Culmv ha ingaggiato da molte settimane un «personale» conflitto con il ministro della Marina mercantile, sen. Giovanni Prandini. Quest'ultimo, com'è noto, ha emesso in gennaio alcuni decreti che aboliscono, nel quadro d'una ristrutturazione degli scali italiani, l'art. HO del Codice della Navigazione, quello che stabilisce la -riserva» esclusiva del lavoro, cioè il monopolio per le Compagnie dei portuali delle operazioni di scarico e carico; e contemporaneamente introducono il criterio della libera concorrenza e della pluralità delle aziende di servizio sulle banchine. A livello nazionale Cgil, Cisl e Uil del settore trasporti, pur polemizzando con il ministro, hanno accettato due settimane fa un piano di incontri e trattative per discutere l'esecutività della riforma. Alla stessa stregua si sono comportate le Compagnie di tutti gli scali italiani, compresa quella di Livorno, sempre battagliera. Solo Genova s'è chiusa a riccio in un atteggiamento di rigida intransigenza. Si è tornati, metaforicamente, alle «barricate» e alla resistenza senza patteggiamenti di due anni fa, quando il console dei portuali Paride Batini riuscì, dopo uno sciopero di otto mesi, a strappare un accordo vantaggioso con l'allora presidente del porto, Roberto D'Alessandro. Adesso la situazione è cambiata: è il governo, con un ministro molto energico, accusato di «decisionismo», a essere sceso in campo. E al Consorzio del porto siede un «supplente», il contrammiraglio Giuseppe Francese, che non può «trattare» ma solo obbedire. La tensione però cresce. L'Utenza segnala cifre preoccupanti: lo scalo perde vertiginosamente traffici, le maggiori 'conferences- abbandonano i terminal di Genova, si perdono dieci miliardi al mese di gestione corrente. Poi, l'attacco durissimo ai portuali: 'Gii scaricatori della Culmv — dice Calvini, che ha la solidarietà anche di industriali, commercianti, artigiani, costruttori, fornitori e titolari di società importexport — sor.o 2100 e scenderanno, col prossimo esodo, a 1600. Se un portuale non lavora neppure wi giorno al mese ha un salario garantito di un milione e mezzo netto al mese. Se lavora 20 giorni, passa a 2 milioni e 400 mila. Il costo medio di un uomo per turno di sei ore e mezzo è di oltre 400 mila lire, a volle quasi 500 mila. Il costo lordo d'un portuale che lavori in media 21 giorni al mese è di 120milioni l'anno-. Nei giorni scorsi, anche i movimenti giovanili di de, psi. psdi, pri e pli hanno preso posizione contro la Culmv, mentre i lavoratori dell'Utenza e delle aziende dell'indotto portuale si sono riuniti in associazione e hanno minac¬ ciato una manifestazione di protesta, simile, se pure in dimensione ridotta, alla «marcia dei 40 mila» di Torino. E i portuali? Replicano con durezza: 'Gli operatori privati vogliono mettere le mani sul porlo e privatizzarlo, con l'aiuto delminislro. Vogliono eliminare la nostra presenza, che pure garantisce un lavoro ad alto livello professionale, per inserire società di comodo, che non danno alcuna garanzia'. La manovra, secondo la Culmv, è politica e anche la «serrata» farebbe parte d'un progetto per eliminare dallo scalo genovese gli scaricatori che, Invece, sarebbero pronti a gestire 1 organizzazione del lavoro con criterio d'impresa. Le posizioni delle due parti sono distanti e, per ora, non conciliabili. Decine di mercantili continuano quindi a «saltare» Genova. Lo sciopero degli scaricatori (due turni su tre al giorno) prosegue a tempo indeterminato. p.l.

Persone citate: Adriano Calvini, Calvini, Giovanni Prandini, Giuseppe Francese, Paride Batini, Roberto D'alessandro

Luoghi citati: Genova, Italia, Livorno, Torino