I quattro (piccoli) presentatori:«Abbiate pietà di noi»

I quattro (piccoli) presentatori; «Abbiate pietà di noi» Dicono: «Credeteci, salire su quel palco fa paura» - Rosita Celentano: «Però siamo simpatici» - Aragozzini: «Ma l'audience è con noi» I quattro (piccoli) presentatori; «Abbiate pietà di noi» DAL NOSTRO INVIATO SANREMO — Sono stati bravissimi questi quattro ragazzi di Aragozzini: hanno dato del loro meglio e da qui a sabato confermeranno le attese; l'anno prossimo, se non torneranno, sarà nostalgia. Bravi, bravissimi checché ne dicano gli invidiosi, quelli che non sono figli di, quelli che al loro posto volevano esser lì, quelli che si dimenticano, come ricorda Gianmarco Tognazzi figlio di Tognazzi, che -anche il figlio di De Niro sul palco di Sanremo avrebbe stretto le gambe». Verissimo, ma sul palco il figlio di De Niro non c'era. Bravissimi sì: e soprattutto veri, teneri, candidi e sinceri. Anche ieri sera problemucci per i quattro. E anche ieri sera mamma Franca Bettoja aspettava Gianmarco davanti al camerino. Una buona parola per tutti: per la Dominguin Bosé, per la Celentanina, per Daniel Quinn sempre più autorevole. Loro sfiniti e contenti. Tognazzino, che è il più loquace, racconta l'avventura. H messaggio suona più o meno . così: abbiate pietà di noi. «Salire su quel palco, credetemi, fa paura». E Rosita Celentano: -Non sappiamo presentare, però siamo simpatici». E la Dominguin Bosé, che è anche sorella di: -le critiche ci aiuteranno andare avanti». Ole! Protagonisti e vittime, questi quattro. Nelle banalità da tribuna stampa l'etichetta da dilettanti allo sbaraglio s'appiccica alla perfezione. Attenti, però: è stato così anche l'anno scorso, con la coppietta Miguel Bosé e una sorella Carlucci. E gli esperti di audience, di share e di look, già la rimpiangono quella coppietta. Tognazzino si sfoga: «Se uno non è mai andato in barca a vela, è ovvio che non sappia andare in barca a vela». Metafora che va tradotta così: ma che cavolo volete da noi? Ci hanno invitati e siamo qua: accontentatevi; e divertitevi criticando, giornalisti cari. Tognazzino, che oltre alla loquacità è simpatico davve¬ ro, confida il suo dubbio: -Ma se tra noi quattro figli di ci fosse stato un figlio di giornalista ci avrebbero trattato in questo modo?-. No, si risponde lui. Sanno bene, tuttavia, che le critiche non arrivano soltanto dai cronisti festivalieri. Ecco l'assessore Fassola, repubblicano con delega al Turismo: -E' andata bene, ma poteva andare meglio-. Ecco Maffucci, il capobanda Rai: «// comportamento dei quattro, a volte insufficiente, era comunque vero». Aragozzini, l'organizzatore, bada al sodo: -l'audience Rai ci dà ragione». Però questi ragazzi hanno carattere. S'era già visto martedì sera, dopo il collegamento con l'Abacus che provvede alla giuria. C'era, c'è e ci sarà, Gigi Marzullo: l'Ultima sua apparizione in tv era stata al Tgl, la sera dell'apertura del congresso de: abbracciava De Mita. L'altra sera, e ieri, tra Marzullo e i quattro è stata polemica sottile: -Signor Marzullo», dicevano i quattro con spontanea perfidia. -Voi che siete figli di...», rispondeva con perfidia pesante il Marzullo. «Afa che vuole da noi — si sfoga Tognazzino —, io non lo conosco, e siccome sono educalo lo chiamo signore...». Perfidia per perfidia va aggiunta l'unica domanda alla cmale i quattro, astutamente, non hanno voluto rispondere. Quanto guadagnate? -Quel che è, è: ma l'importante è essere a Sanremo». Rispostala diplomatica, troppo adulta e furbastra: miglior sistema per inimicarsi le cronache non esiste. -Buuhl», rumoreggia di conseguenza il loggione della stampa. -Vadi come vadi a noi ci piace giocare — ribatte al loggione, con il buonsenso di famiglia, la Celentanina—e quest'esperienza, questa opportunità di Sanremo, ci aiuterà ad andare avanti nella vita». Coraggio e auguri, che siete a metà strada. Mancano appena due giorni al gran finale. E l'audience è con voi, bravi ragazzi di Aragozzini Giovanni Cerniti

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