«Sono un pensionato, 007 per hobby»

«Sono un pensionato, 007per hobby» Intervista all'imprenditore di La Spezia infiltrato nella rete del Kgb per ordine del Sismi «Sono un pensionato, 007per hobby» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LA SPEZIA — La «talpa» stanata a sorpresa, dopo l'operazione contro la rete spionistica che veniva dall'Est, adesso sì difende: -Nego di essere stalo quattro mesi in prigione in Svizzera. In quel Paese sono slato truffato ed ho fallo una regolare denuncia. Ciò che conta è che sono riuscito a sgominare una rete spionistica del Kgb, il resto non deve interessare nessuno-. Perché non si è fatto in modo che il suo nome non venisse scoperto? Si sente abbandonato dai servizi segreti militari italiani per i quali ha lavorato? -No, assolutamente-. E' protetto allora? «Si». In che modo? -Non voglio rispondere a questa domanda-. Perché? -Non posso. Devo rispettare operazioni estremamente delicate-. Che sono tuttora in corso? -Non sono in corso, ma non posso intralciare ciò che si è stabi¬ lito di fare-. Tutto qui, poi scende la cortina. Giacomo Trisciani, la spia «bruciata», 57 anni, spezzino, ex titolare di una finanziaria concessionaria di prestiti attualmente chiusa, si definisce un «pensionato». Ma adesso non ha tempo, dice, da dedicare alle interviste: -Lo farò quando sarà il momento-. Grazie a lui cinque persone (due sovietici, un bulgaro, due italiani) sono state raggiunte da mandato di cattura per reati contro la personalità dello Stato. Una è in isolamento nel carcere di La Spezia da 11 giorni perché, dice, ha seguito un miraggio: dieci miliardi. Tanto gli emissari del Kg'o avrebbero promesso alla spia italiana in cambio di materiale bellico tecnologicamente avanzato. Questo, almeno, è quanto sostiene Natalino Francalanci, 51 anni, ex industriale di calzature, una villa da 700 milioni a Santa Maria a Monte in provincia di Pisa, improvvisato rappresentante del cuoio nei Paesi dell'Est a seguito di un dissesto finanziario: arrestato per associazione per delinquere, procacciamento e rivelazione di notizie di vietata divulgazione. E lì, nella solitudine di Villa Andremo, nel corso dei primi interrogatori appare, come lo definisce il suo avvocato, -soltanto una vittima-. -Sono stato incastrato-, dice e accusa i delatori che lo hanno contattato. -Messo di mezzo- insomma, aiutato ad entrare nella spirale dello spionaggio militare senza che egli si rendesse conto di finire in un vortice del quale non aveva che un'idea favolistica. Squallida spy-story. Come tutte del resto: la bassa forza si vende per denaro. Francalanci, un miliardo di debiti in concordato preventivo, si era già fatto convincere una prima volta a Sofia da Paolo Di- nucci, ex carabiniere, residente nella capitale bulgara, membro dei locali servizi segreti, disertore per amore. L'imprenditore pisano aveva promesso i suoi servizi ma gli occorreva un amico. Lo scova subito: è Giacomo Trisciani, ex «uomo dei pegni», problemi economici che non può nascondere, ma soprattutto esperto di armi. Viene da Mariperman (Centro Esperimenti Materiali da Guerra). n resto è noto: il Trisciani, contattato dal Francalanci perché lo inserisca nel mondo delle armi (niente di meglio dell'Oto Melara, colosso armiero fra i più importanti in Europa) si rivolge alla Uigos spezzina ma pare intenda rinunciare all'impresa. Sarebbero i servizi segreti, su segnalazione dello stesso ufficio politico, ad indurlo a stare al gioco per stanare gli agenti del Kgb. A questo punto è ii Franca¬ lanci, che forse ha ormai accantonato un progetto impossibile, ad essere a sua volta ricontattato. Pochi viaggi senza rischio, a Vienna e Belgrado, per portare materiale che il Trisciani prowederà a consegnargli. Oltre la frontiera lo attendono gli altri incriminati: Ivo Simeonov, Jury Sveteov e Fomine Valéry Mikhailovic, infine l'italiano Paolo Dinucci. Tutto si svolge dal giugno 1988 all'I 1 febbraio scorso, quando al casello autostradale della Spezia Francalanci, diretto all'aeroporto di Milano dove lo attende un volo per Vienna, viene arrestato con il materiale destinato ad inchiodarlo. Mai però documenti veramente importanti hanno raggiunto l'Est: tutto il materiale, carteggi e microfilm sequestrati, non sono che specchietti per allodole forniti dal Sismi. Donatella Bartolini