Bush alla riconquista dell'Oriente

Bush alla riconquista dell'Oriente Primo tour fuori dell'America: il presidente a Tokyo per i funerali di Hirohito Bush alla riconquista dell'Oriente Dopo il Giappone, Pechino e Seul: un viaggio segnato dal «fattore Gorbaciov» - Il capo della Casa Bianca dovrà trovare la chiave giusta per rispondere all'offensiva di Mosca in Asia e nel Pacifico dal nostro inviato TOKYO — George Bush, abbattuto con il suo bombardiere dai caccia nipponici durante la seconda guerra mondiale e miracolosamente salvato da un sommergibile Usa, ha scelto il Giappone per la sua prima visita fuori del continente americano, e per il varo di una politica estera di distensione e di stabilità in tutto il mondo. Accompagnato dalla moglie Barbara, dal segretario di Stato Baker e dal consigliere per la sicurezza nazionale Scowcroft, Bush sbarca stamane all'aeroporto di Haneda, tra straordinarie misure di polizia. ri motivo ufficiale del viaggio, che sabato porterà il presidente a Pechino, dove è stato ambasciatore nel '74 e '75, sono i funerali dell'imperatore Hirohito e la ripresa del dialogo tra gli Usa e la Cina. Il motivo nascosto è l'urgenza di rispondere alla sfida globale di Gorbaciov con la riaffermazione solenne dell'impegno Usa nel Pacifico oltre che nell'Atlantico e con una presa di contatto coi leader presenti a Tokyo. Sotto accusa per essersi lasciato eclissare sul piano delle relazioni pubbliche dal capo del Cremlino e per non avergli ancora contrapposto un suo disegno politico, Bush medita di imprimere una svolta ai rapporti Oriente-Occidente col suo debutto internazionale. Al di fuori dei maestosi vertici Reagan-Gorbaciov, mai una visita presidenziale era stata preparata con tanta pompa. Da una settimana, le principali Tv Usa portano nelle case americane le im maglni di Tokyo, Pechino e Seul, ultima tappa del viaggio, lunedì prossimo, preparando il terreno a una galop pata trionfale di Bush. Per il lustrare la missione del presidente ai parlamentari e ai giornalisti si sono mobilitati gli stessi Baker e Scowcroft. I portavoce hanno sottolineato che al di là dello storico cerimoniale di domani, nelle prossime 24 ore Bush avrà importanti colloqui sul Medio Oriente con il presidente egiziano Mubarak e il re giordano Hussein, sull'Europa e il Mediterraneo con Mitterrand, il primo a incontrarlo, e sull'Afghanistan e l'Iran col premier pachistano, la signora Buttho. Gli aspetti bilaterali dell'iniziativa di Bush si mescolano cosi a quelli multilaterali. Partecipando alle esequie di Hirohito, Bush gì prefigge di legittimare il nuovo ruolo giapponese in Asia nella sfera non solo economica ma anche militare, un omaggio a cui la seconda potenza finanziaria della Terra non può restare insensibile. E tornando a Pechino, egli rimedia alla relativa negligenza di un Reagan innamorato di Gorbaciov verso Deng Xiaoping e i suoi successori. Dal Giappone, dalla Cina e dalla Corea del Sud, Bush conta di incominciare la lunga marcia verso quattro anni — o forse otto — di rafforzamento della pace e dell'economia mondiali. A brevissima scadenza, il blitz televisivo dovrebbe fare scordare a un'America interdetta le esitazioni del presidente, danneggiato anche dalle polemiche sulla nomina dell'ex senatore Tower a ministro della Difesa. A medio termine, potrebbe gettare le basi di una nuova collaborazione commerciale col Giappone, una netta convergenza con la Cina sui problemi dell'Asia, innanzitutto sulla Cambogia, che gli Usa non vogliono consegnare ai Khmer rossi, e di un lento riavvicinamento tra Seul e la Corea del Nord. Come sul recente tour del segretario di Stato Baker nei Paesi della Nato, così su quello di Bush incomberà il fanta¬ sma di Gorbaciov. L'opera di seduzione del leader del Cremlino sugli asiatici non è stata meno efficace di quella sugli europei: non a caso, a maggio, chiudendo una disputa trentennale, «Gorby» si recherà a Pechino. Baker non ha ottenuto il successo che sognava: è tornato a Washington con la convinzione che l'Alleanza Atlantica non vede più nell'Urss della glasnost e della perestrojka l'avversario di un tempo. Bush rischia di rientrare dall'Asia con un bilancio altrettanto magro sulle questioni militari oltre che politiche. Alla vigilia della partenza, martedì, il presidente ha minimizzato il «fattore Gorbaciov», come lo chiama il Nsw York Times. Ha smentito di temere l'offensiva diplomatica sovietica in Asia e in Medio Oriente. Ha dichiarato che è finito il tempo in cui le superpotenze strumentalizzavano la Cina, e ha dato il benvenuto ai sondaggi di Shevardnadze nel mondo arabo. Secondo il presidente, l'intesa Washington-Pechino è inattaccabile, e la soluzione del problema palestinese resta nelle trattative tra Israele e la Giordania. n presidente, la moglie, i ministri e il vasto seguito hanno lasciato la capitale ieri all'alba, facendo scalo ad Anchorage, in Alaska, dove ha tenuto un discorso. Bush, in tuta di pilota, ha lavorato con Scowcroft e con Baker. Dopo una colazione di lavoro con Mitterrand all'ambasciata americana, lo attende oggi un incontro col premier giapponese Takeshita. Nel tardo pomeriggio, i meeting bilaterali con altri leader. Ennio Carette