Secchi di benzina tra Siae e Berlusconi
Secchi di benzina tra Siae e Berlusconi Nel non-festival delle liti continua furiosa la polemica sui diritti d'autore Secchi di benzina tra Siae e Berlusconi Dopo le minacce di querela dell'imprenditore, risponde Aragozzini: «E' un'arroganza, nessun cantante può parlare di problemi personali o comuni» - Si teme che la Rai faccia come i network, rifiutando «la parte di Pantalone che paga per tutti» DAL NOSTRO INVIATO SANREMO — Eccolo qui il non festival, quello dove non si canta, però si litiga, si diffida e si va dal giudice. E il non festival ha il suo pubblico, curioso di sapere come andranno a finire la diffida di Berlusconi a non criticarlo in diretta perché i suoi oboli alla Siae sono più poveri di quelli Rai; di sapere se il gruppo dei Future, vincitori delle Nuove proposte 88, riusciranno a -entrare di diritto» in questa edizione; di sapere se Mauriello Giuseppe, il -famoso cantante Pino Mauro» (lo dice lui nel ricorso), sarà ospite per ordine del pretore. A proposito dei Future, dice Aragozzini: «Se non sono stati ammessi è perché hanno presentato una canzone brutta. Il diritto acquisito? C'era un'altra organizzazione». E la storia di Mauriello Giuseppe? 'L'associazione fonografici italiani ha detto no. Tutto qui. Comunque l'Italia è un paese allegro: uno si sveglia la mattina e va a fare una denun¬ cia». Il pretore, ieri sera, ha dato ragione ad Aragozzini. Ma la più ghiotta per tutti è la polemica Berlusconi-autori. □ botto era scoppiato con la diffida inviata dalla Fininvest a organizzatore, cantanti, Comune, Rai; s'è fatto più divertente con le intere pagine di pubblicità che Berlusconi ha acquistato ieri sui quotidiani, raccontando a tutti quello che non voleva fosse detto in televisione: che cioè Canale 5, Retequattro e Italia Uno pagano poco rispetto alle reti di Stato. Sulla possibile protesta in diretta ora si gettano secchi d'acqua che, parola dopo parola, si svelano pieni di benzina. Taglia corto Aragozzini: -Il signor Berlusconi sfonda una porta che non c'è: da regolamento, nessun cantante può parlare sul palco di problemi personali o comuni». Tutto qui? No, questa è la tanica che aspetta la miccia. Ecco il fiammifero' 'E'un atto di arroganza incredibile. Ho conosciuto Berlusconi anni fa, evidentemente i soldi e il potere l'han¬ no cambiato». Ma c'è anche l'impressione che Berlusconi abbia abboccato a un amo furbo. Perché i protestatari dovevano far circolare in anticipo la bella sorpresa da fare in diretta e così guastarla? Forse proprio per non gridarla in tivù, senza per questo rinunciare al clamore. Saputo del pericolo, la Fininvest ha provveduto da sola ad accendere gli altoparlanti sulle accuse che la riguardano. Ora, da Roma, la direzione della Siae spiega che con ia società di Berlusconi sono in corso due vertenze giudiziarie, una a Roma e l'altra a Milano, e ricorda che le tre emittenti private versano un forfait annuo fissato da un giudice in 13 miliardi e 650 milioni, mentre la Rai, a parità di audience, ne sborsa 87. Intanto, qui a Sanremo, la stessa Siae prepara la replica, più rumorosa di una battuta dal palco: proprio questa mattina si terrà una conferenza stampa ripresa da Tgl, Tg2 e Tg3, che con la diffida non c'entrano e possono raccontare quel che gli piace. Dice Stefano Mlcocci, esponente della Siae: 'Inviteremo i 24 big in gara, più altri autori presenti a Sanremo, come De. André e Pagani». ■ \ H vero timore è che dalla resistenza di Berlusconi la Rai prenda esempio e si chieda perché far la parte di Pantalone che paga per tutti. Dice il paroliere Sergio Bardotti: "Questo è il frutto della deregulation dell'etere. La Siae sembra perdente. Come si può pensare a uno sciopero degli autori?». Però Micocci avverte: "Penseremo a iniziative di protesta». E come se la cava Salvi, che è insieme personaggio di Italia 1, ospite della Rai e autore regolarmente iscritto? "Io dico che Berlusconi ha ragione di pagare meno: anche la Rai ha tre reti, ma non deve mantenere una squadra di calcio, come lui, e le squadre di calcio costano. E poi, se la Rai avesse una squadra, farebbe pagare il canone a chi vuol fare il tifo». m. nei.
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