Forse a Trieste un covo di spie

Forse a Trieste un covo di spie Forse a Trieste un covo di spie TRIESTE — Giorgio Stancic, il tecnico dell' Iret arrestato dai carabinieri sabato scorso al confine di Trieste e accusato di aver trasmesso notizie di cui è vietata la divulgazione, non ha voluto rispondere alle domande poste dfl sostituto procuratore Antonio De Nicolo nel corso del primo interrogatorio, avvenuto nel carcere del «Coroneo» alla presenza di un avvocato d'ufficio. Un secondo incontro tra magistrato e imputato avverrà entro domani, quando il legale di Giorgio Stancic, 42 anni, triestino, ma residente in un piccolo comune jugoslavo a pochi chilometri dal confine, si sarà reso disponibile perché ora impegnato a Roma. L'avvocato Domenico D'Onofri infatti ha assunto l'incarico di difendere il tecnico su richiesta dei familiari. Stancic è ancora rinchiuso in cella di isolamento. Sul lavoro svolto dal tecnico italo-jugoslavo e sul materiale probabilmente da lui fornito ai servizi segreti sovietici, i carabinieri e gli uomini del Sismi stanno ancora indagando. Al momento, secondo quanto si è appreso, gli inquirenti pensano che il tecnico non sarebbe un grosso calibro dell'organizzazione incaricata di far avere all'Est informazioni su studi di nuovi sistemi d'arma in fibre ottiche. L'indagine cerca di appurare se, come sembra, in Friuli esista un «covo» di spie che lavorano al servizio dei servizi segreti sovietici.

Persone citate: Antonio De Nicolo, Coroneo, Domenico D'onofri, Giorgio Stancic

Luoghi citati: Friuli, Roma, Trieste