Imhausen, scandalo bis di Alfredo Venturi

Imhausen, scandalo bis L'azienda tedesca avrebbe anche venduto droga Imhausen, scandalo bis DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La ImhausenChemie, impresa chimica di Lahr, Baden-Wuerttemberg, non cessa di stupire. Ormai accertata la sua partecipazione, con un ruolo di primissimo piano, nella fornitura alla Libia del colonnello Gheddafi di una fabbrica di armi chimiche, eccola ora al centro di una nuova inchiesta. Si tratta, questa volta, della ^produzione e della vendita di stupefacenti sintetici. L'accusa è circostanziata: l'anno scorso la Imhausen forni a due clienti americani centosettanta chili di mania, per un valore di mercato valutabile fra i quaranta e i cinquanta milioni di marchi, trenta-trentacinque miliardi di lire. li'mdma è una droga del genere delle anfetamine, esplicitamente citata fra le sostanze di cui la legge tedesca proibisce la produzione e il commercio. Un portavoce della Imhausen, Rolf Weber, ammette che effettivamente l'impresa ha accettato quella ordinazione e ha fornito la merce. Ma noi, ha aggiunto, non sapevamo che si trattava di una'sostanza proibita. Un'autodifesa che assomiglia a quella adottata nel caso Rabta, e che lascia ugualmente perplessi, poiché chiunque sappia un poco di chimica non può avere molti dubbi sulla destinazione di un simile preparato. Il nuovo caso ha già portato all'arresto di quattro persone. Si tratta di due collaboratori della società di Lahr e di due cittadini americani, presumibilmente i destinatari della fornitura illegale. Uno di costoro è stato arrestato negli Stati Uniti, e le autorità giudiziarie tedesche hanno preannunciato una richiesta di estradizione. In un laboratorio bavarese, che è legato alla Imhausen ha un contratto di produzione, è stata sequestrata una certa quantità di mdma, che era stato preparato in forma di compresse. Le indagini sono ancora in corso: in particolare si tratta di stabilire fino a che punto il vertice della Imhausen fosse al corrente del traffico. In particolare si sta cercando di accertare la posizione di Juergen Hippenstiel-Imhausen, presidente della società. Il consiglio di fabbrica, che rappresenta i centosettanta dipendenti, ha chiesto le sue dimissioni: è il solo modo, argomentano i sindacalisti, per salvare l'impresa dal crollo. In seguito allo scandalo Rabta. la Imhausen è stata cacciata dalla federazione delle industrie chimiche tedesche, e molti fornitori si rifiutano di avere rapporti, a meno di non essere pagati in contanti al momento della consegna. Finora Hippenstiel-Imhausen non ha fatto mostra di voler accettare l'invito del sindacato: ma se risultasse un suo ruolo anche nella vicenda degli stupefacenti sintetici, la sua posizione si farebbe evidentemente insostenibile. Quando esplose l'affare Rabta, il presidente della società di Lahr negò persino di conoscere il nome di quella località libica. Successivamente la stampa tedesca ha rivelato che quel nome figurava nei carteggi che la Imhausen intratteneva con altre società, che aveva coinvolto nell'allestimento della fabbrica. Non è ancora chiaro se queste società fossero a conoscenza del fatto che la realizzazione alla quale contribuivano si riferiva a una fabbrica di armi chimiche. Frattanto si apprende che Hans-Joachlm Renner, il dirigente della Imhausen che alcuni giorni fa aveva cercato di togliersi la vita, è stato dichiarato fuori pericolo. Renner è il principale collaboratore di Hippenstiel-Imhausen, il suo ruolo nei due scandali dei quali è protagonista la società di Lahr non è ancora chiaro. Alfredo Venturi

Persone citate: Gheddafi, Hans-joachlm Renner, Renner, Rolf Weber

Luoghi citati: Bonn, Libia, Stati Uniti