«Vivere in Romania è un incubo»

«Vivere in Romania è un incubo» «Vivere in Romania è un incubo» Innesco denuncia all'Europarlamento il regime di Bucarest BRUXELLES — -Alla vigilia di scomparire come popolo», -nell'ora più infelice della sua storia», in una situazione di -genocidio culturale-: cosi il drammaturgo Eugène Ionesco ha descritto al Parlamento europeo la situazione della Romania, suo Paese natale. Un grido di dolore che il drammaturgo avrebbe dovuto fare in prima persona: un improvviso ricovero in ospedale (sabato scorso a Parigi, dove risiede) glielo ha impedito. Ma il messaggio è arrivato lo stesso. Lo ha letto ieri la figlia, Marie-France, davanti alla commissione politica dell'Europarlamento convocata per discutere sui diritti dell'uomo in Romania e aperta al pubblico. «La vita quotidiana romena — afferma Ionesco — è Un incubo, un Paese tra i più ricchi del mondo di risorse agricole è alla fame, i prodotti di base sono razionati, ma di solito sono del lutto introvabili: come sopravvivere quando le patate si vendono al pezzo e non al chilo?». Ionesco denuncia quindi la politica del governo di Bucarest che cerca di imporre alti livelli di natalità, impedendo il ricorso ad ogni metodo contraccettivo e proiben do l'aborto. Ma la gente non accetta ciò. e ne consegue che. stando alle cifre fornite dal drammaturgo, nel 1983 per 1000 nati ci sono stati 1131 aborti. Insomma, la Romania -è alla vigilia di uscire dall'Europa»: -uscire dall'Europa e uscire dalla storia per la Romania è la stessa cosa». -Niente in Romania — continua la requisitoria — scappa al controllo del partilo, che è praticamente assoluto tanto nella vita pubblica che in quella privata». -La popolazione vive nel continuo terrore di una polizia onnipresente». Venendo poi alla scienza, alla cultura ed all'arte, il drammaturgo afferma che -sono sottomesse allo stretto controllo del partito, ed asservite a fini propagandistici». In quanto alla censura -è generale, e non esclude neanche pubblicazioni sovietiche». Ionesco denuncia quindi -la distruzione dei quartieri storici delle grandi città, in primo luogo quello di Bucarest, e dei villaggi >, operazione che -mira a distruggere le ultime isole che potevano ancora sfuggire al controllo del regime». Una -omogeneizzazione- che, afferma il drammaturgo, -passa per la distruzione delle minoranze nazionali». -La Romania sta per veder tranciate le ultime radici che la legano al suo passato; la costruzione dell'uomo nuovo, parola d'ordine del regime, prevede la scomparsa del passato individuale e collettivo, cosi come delle tradizioni sloriche e religiose-. -Un genocidio culturale con le cui vimine non si può fare a meno di essere solititi!: — conclude Ionesco —; non reagire ci renderebbe colpevoli di mancata assistenza nei confronti di un popolo in pericolo». (Ansa)

Persone citate: Ionesco, Marie-france