Polonia la favola rotonda nelle secche dell'economia

Praga, nove mesi a Havel Condannato il leader del dissenso, altri sette SOtto processo Praga, nove mesi a Havel Partecipò alla manifestazione in ricordo di Jan Palach - E' colpevole di «azione antistatale», niente condizionale - Il drammaturgo: «Vecchie accuse, mosse anche contro Dubcek e persino Husak» PRAGA — Il drammaturgo cecoslovacco Vaclav Havel è stato riconosciuto colpevole delle accuse di "incitamento' a partecipare a una manifestazione vietata e resistenza a pubblico ufficiale ed è stato condannato a nove mesi di reclusione, senza la condizionale: trattandosi di un recidivo, sarà sottoposto al regime carcerario di secondo grado (essendo la gamma da uno a tre). Havel, riconosciuto colpevole di entrambi i reati, per i quali rischiava fino a due anni di reclusione, era stato arrestato il 16 gennaio in piazza San Venceslao nel quadro delle commemorazioni per il 20° anniversario del suicidio di Jan Palach. L'altro processo nei confronti di sette dissidenti dovrebbe concludersi oggi. Dopo gli interventi dell'accusa e della dilesa, Havel ha detto di ritenere che -non lo avrebbero condannato" e di -non sentirsi colpevole». La sua ultima frase è stata che qualora l'avessero condannato si sarebbe trattato di un «sacrificio per una buona cuusa che comunque non è nulla rispetto al sacrificio estremo di Palach che intendevamo commemorare». Le dichiarazioni del drammaturgo sono state trascritte a verbale. Subito dopo è stata letta la sentenza di con¬ danna che egli non ha commentato. Replicando all'accusa di essere responsabile di deliberate azioni antistatali, Havel ha detto che oramai le espressioni -antistatale e antisocialista hanno perso ogni significato semantico» a-, causa del loro lungo abuso. Ha aggiunto di ricordarsi di tre diversi periodi della sua vita in cui tre segretari generali sono stati qualificati in quel modo, vale a dire Slansky, Husak e Dubcek. E' passato poi a spiegare due obiettivi di «Charta 77», il movimento per la difesa dei diritti umani di cui fu uno dei primi firmatari e portavoce, identificati nell'attività pacifica legale diretta a verificare il rispetto della costituzione, dei diritti umani e degli accordi internazionali. Havel ha ricordato poi che -per 12 anni abbiamo offerto il dialogo e per 12 anni il potere non ha risposto alle nostre iniziative». In merito al suo arresto, avvenuto dopo circa un'ora da quello degli altri processati — che avevano deposto fiori alla statua di san Venceslao —, Havel ha detto che era sua intenzione andare via subito dopo il gesto dei compagni ma che è stato trattenuto nel vedere la straordinaria affluenza di gente sulla piazza. (Ansai

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