Costa poco, non lo voglio

Costa poco, non lo voglio I nostri soldi di Mario Salvatorelli Costa poco, non lo voglio «Perche non consiglia mai ai suoi interroganti investimenti in Cct di passale emissioni che costano molto meno del prezzo di emissione degli attuali? Faccio t'esempio dei Cct 85/95 quotati in Borsa a lire 02.85. l'orse hanno caratteristiche diverse, anche in considerazione della commissione bancaria e del rateo d'interesse'.'». Al lettolo C. G. (lettera firmata), di Torino, Li tentazione sarebbe di rispondere: perche costano poco. Il pubblico, infatti, è portato a diffidare (e in timi i campi, non solo in Borsa, non solo per gl'investimenti) di ciò the viene offerto a basso prezzo, perché pensa e teme che «ci sia sotto Qualcosa», li. spesso, ha ragione. In questo caso, si può dire che in parte ha ragione, in parte ha torto. In effetti, tra i Certificati di Credito del Tesoro decennali emessi nel 1985; e pertanto esentasse completamente fino alla loro scadenza, hanno quotazioni bassissime, anche inferiori a quella indicata dal lettore (attualmente, tra le 92, 75 e le 92,65). quelli con uno spread. un premio in più dello 0,50 per cento sul rendimento dei Boi annuali al quale sono indicizzate le loro successive cedole annuali. Questo perché il mercato continua a «rifiutare» i titoli a lungo termine, c a preferire quelli a breve e a brevissimo termine (si guardi al successo che continuano ad avere, negli ultimi tempi, i Bot, anche e soprattutto a sei e a tre mesi). Il mercato vive nell'aspettativa, quasi nella convinzione, che i tassi dei titoli del Tesoro continueranno a salire, spinti sia dalla ripresa dell'inflazione, sia dal peso crescente del debito pubblico, che costringe il Tesoro a raccogliere ogni anno centinaia di migliaia di miliardi di lire per i suoi titoli. Personalmente, non ho questa convinzione, e sarei anche disposto a consigliare l'acquisto di questi Cct 85/95 a chi volesse, quanto meno, di- versificare i suoi investimenti, tra titoli e attività finanziarie non solo di tipo diverso, ma anche di diversa «scadenza». C'è da tener presente, però, che, per quanto riguarda i Cct citati, lo spread dello 0,50 è piuttosto basso, soprattutto per titoli con cedola annuale. Oggi il mercato preferisce di gran lunga, e per evidenti motivi, titoli con cedola semestrale, e quindi con un rendimento che può salire (vedi le aspettative) ogni sei mesi, e con un premio anche dello 0, 50, ma che, essendo semestrale, in un anno si raddoppia. Ultima considerazione, ma non la meno importante. E' vero che, acquistando oggi un titolo a 93 lire (cifra tonda, considerando la commissione di Borsa), tra sei anni incasserò 100 lire, cioè sette lire in più che vanno ad aggiungersi, con 1,17 lire in media all'anno, al rendimento del titolo. Ma quanto varranno, in potere d'acquisto, 100 lire tra sei anni? Anche la risposta a questa domanda, volendosela dare oggi, dipende dalle «aspettative d'inflazione» che ciascuno può avere in diversa misura e che ridimensionano, in proporzione, l'interesse a «fare l'affare». Un ragazzo di 22 anni «Da circa tre anni si è iniziata la mia awentttra nel campo finanziario, che mi appassiona oltre ogni misura, anche se non possiedo il tempo pratico per dedicannici come vorrei», scrive il lettore D. C. (lettera firmata), di Saluzzo. «Un ragazzo dì 22 anni che, oltre a coordinare l'attività della più importante società di arredamento della città», ha assunto nelle sue mani «la capacità finanziaria- della sua famiglia (20 milioni circa da investire annualmente). Nella sua lunga lettera racconta che, confrontando interessi, estratti conto, commissioni d'ingresso, costi dei servizi,' ha spuntato interessi migliori nelle due banche dove ha aperto un conto corrente, e ricava rendimenti netti che variano dal 9 al 12 percento dai suoi investimenti, in titoli di Stato e certificati di deposito, sempre basandosi sul concetto che «il cittadino può in proporzione a quanto sa». A questo punto, il «ragazzo» domanda se, dopo anni d'investimenti di cui ha potuto calcolare e seguire il rendimento (comprensivo della scmestralizzazione delle cedole e dell'emissione sotto la pari), «sarebbe avventato o quanto meno fuori luogo investire in fondi comuni, in azioni, in obbligazioni, convertibili e non, anche perché nel medio periodo si possono spuntare interessi notevolmente superiori a quelli dei titoli di Stato. Ma con quale rischio?». Ecco, la risposta sta tutta in quelle tre ultime parole: «Con quale rischio». E questo, caro ragazzo, non me la sento proprio di valutarglielo. Può fare una cosa, tanto per incominciare: destini una parte del nuovo risparmio della sua famiglia, meglio se modesta, alla Borsa.

Persone citate: Mario Salvatorelli

Luoghi citati: Saluzzo, Torino