Aosta precettati i doganieri di Enrico Martinet

Aosta precettati i doganieri L'agitazione, che dura tutta la settimana, blocca migliaia di Tir alle frontiere Aosta precettati i doganieri Iniziativa del prefetto «per evitare la paralisi del traffico» - La protesta mira a ottenere la riforma del settore - Per gli autotrasportatori 1 miliardo e 750 milioni di danni al giorno - Paralisi ai confini con l'Austria e la Jugoslavia AOSTA — Merci bloccate alle frontiere, in porti e aeroporti, per l'agitazione dei funzionari di dogana che da lunedì e per tutta la settimana chiudono i loro uffici alle 14. Niente straordinari per protestare contro i continui -inloppi- del disegno di legge sull'istituzione del dipartimento autonomo delle dogane. Elevato per gli autotrasportatoli il conto della protesta (che determinerà il blocco dì 125 mila tonnellate di merci): 1 miliardo e 750 milioni di danni al giorno. -Per ovviare al pericolo di una paralisi del traffico* (unico caso finora in Italia) il prefetto di Aosta Augusto Rollandinhaprecettato dalla scorsa mezzanotte i funzionari di dogana, in attesa dell'autorizzazione del ministero per l'intervento della Guardia di finanza. Già ieri in Valle d'Aosta il traforo del Monte Bianco è stato chiuso ai Tir per evitare ingorghi. Colonne dì camion si sono formate lungo la statale che collega il traforo ad Aosta, ma la circolazione delle auto non ha subito blocchi. In serata la coda si è in parte smaltita ed è ripreso il transito alia frontiera. Disagi per i camionisti anche ai confini con la Jugoslavia e l'Austria. L'agitazione ha bloccato ieri al valico di Tarvisio-Coccau, in provincia di Udine, 400 autotreni, 550 ail'autoporto di Fernetti, 200 carri merci carichi di legname e prodotti siderurgici e chimici alla stazione ferroviaria di Pontebba. La situazione è destinata a peggiorare con l'arrivo dai Paesi orientali degli autotreni partiti lunedì scorso. Sempre ieri, alla stazione doganale di Campo di Trens, nelle vicinanze del valico italo-austriaco del Brennero, erano fermi circa 230 camion in attesa dello sdoganamento. La «riforma» delle dogane è ferma da anni. «Si trascina da una commissione all'altra*, dicono i sindacati. Pre¬ vede anche l'«indennità d'istituto» (quella che già percepiscono agenti della Guardia di finanza e della polizia di frontiera). Il governo finora ha sempre risposto «no» alle richieste dei doganieri, nonostante scioperi e astensioni dagli straordinari avessero provocato paurosi ingorghi al traffico e perdite di miliardi. Oggi è previsto a Roma un incontro tra governo e sindacati. I funzionari di dogana non s'aspettano aperture, ma se non si giungerà a un accordo la protesta s'inasprirà. Per lunedì è già programmato uno sciopero generale; dal 6 al 12 marzo è In calendario un'altra astensione dal lavoro straordinario, mentre il 13 e il 14 saranno altre due giornate di sciopero totale. La protesta è unitaria: aderiscono sia gli autonomi sia i confederali che hanno così ricucito lo strappo di ottobre quando non trovarono l'intesa per presentare gli emendamenti alla legge sul dipartimento autonomo. La normativa parla anche di 1555 nuove assunzioni per far fronte alle dieci ore giornaliere di lavoro imposte dalla direttiva comunitaria del 1979, finora mai applicata. Per coprire i turni i funzionari di dogana hanno lavorato in straordinario a partire dalle 14. Con l'istituzione del dipartimento autonomo e le nuove assunzioni non accadrà più. Gli stipendi dei funzionari diminuiranno sensibilmente e per questo i sindacati chiedono l'indennità «d'istituto». Giuseppe Bencivenga, segretario Uil del settore per la Valle d'Aosta, parla di 'due vizi di fondo* della situazione doganale italiana. "Il personale è poco — dice il sindacalista — e mal distribuito. Basta fare un rapporto con gli altri Stali europei per rendersene conto. Noi siamo in 6000 contro i 24 mila della Germania e i 26 mila della Francia. E poi ci mancano i mezzi. In questo modo non è facile affrontare la scadenza del 1993, la cosiddetta sfida del mercato comune*. L'applicazione della legge implica costi piuttosto elevati. Tuttavia durante le agitazioni di ottobre si parlò di 'corsia preferenziale* per un iter che avrebbe dovuto finalmente sveltirsi. Così non è stato. Vi è poi un altro motivo di polemica tra sindacati e governo. Riguarda i controlli antidroga previsti anche nelle zone doganali dal disegno di legge Russo Jervolino con incarico a tutte le forze dell'ordine. «E' un assurdo — spiega il segretario della Uil Bencivenga —, si moltiplicano i controlli in frontiera proprio quando ci si prepara all'Europa unita. Le zone di confine sono sotto la nostra responsabilità, anche la Guardia di finanza agisce su nostra richiesta*. Enrico Martinet

Persone citate: Giuseppe Bencivenga, Russo Jervolino