Rebibbia sventata le fuga dei «neri» di Giovanni Bianconi

Rebibbia; sventata le fuga dei «neri» Sequestrati quattro etti di esplosivo ad alto potenziale, tre «corrieri» arrestati Rebibbia; sventata le fuga dei «neri» L'indagine è partita dalla Sardegna - Qui si estrae la pentrite che sarebbe servita ad abbattere le porte blindate I nomi più famosi del terrorismo neo-fascista intendevano evadere con un gruppo di detenuti comuni ROMA — Quattro etti di polvere bianca per un'evasione in grande stile. E' pentrite pura, un esplosivo ad uso prevalentemente militare che secondo i carabinieri doveva servire alia fuga di detenuti neo-fascisti e comuni dal carcere di Rebibbia. La polvere è stata sequestrata quattro giorni fa a Roma, e i tre «corrieri» arrestati. Due venivano dalla Sardegna, dove sono le cave da cui si ricava la pentrite, il terzo è un appartenente ad organizzazioni di estrema destra. L'operazione, condita da pedinamenti e intercettazioni telefoniche, durava da quattro mesi. <Ma è ancora in corso, e si prevedono ulteriori sviluppi», assicurano gli investigatori. L'inchiesta, passata dalla procura di Tempio Pausania a quella di Rotna, è condotta dai giudici del pool che indaga sul terrorismo di destra. Ma chi doveva evadere? Carabinieri e magistrati, per ora, non fanno nomi. A Rebibbia sono rinchiusi tutti gli esponenti di spicco dell'eversione nera, imputati nel processo bis a Ordine nuovo in corso a Roma: da Pierluigi Concutelli a Giusva Fioravanti, da Gilberto Cavallini a Egidio Giuliani, considerato l'«armiere» dei Nuclei armati rivoluzionari. E ci sono detenuti comuni del calibro di Renato Vallanzasca e Renato Cochis, che in cella hanno instaurato buoni rapporti con i «politici». Gli arresti sono scattati sabato 18 febbraio, alle 9 del mattino. Due ore e mezzo prima, al porto di Civitavecchia, erano sbarcati provenienti dalla Sardegna Francesco Tamponi e Anna Casu. 25 anni lui e 27 lei. Abitano a Luras, un piccolo paese in provincia di Sassari. L'uomo è fratello di Giovanni Tamponi, condannato all'ergastolo per una rapina con due morti e detenuto a Rebibbia. La coppia prende il treno per Roma e scende alla stazione Termini. Qui, ad aspettarli da oltre un'ora, c'è Luca Onesti, un libraio romano di 33 anni, quattro anni di carcerazione preventiva sulle spalle. Onesti viene dalle file del Fronte della gioventù, l'organizzazione dei giovani missini, ed è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Nell'85 è tornato in libertà. A seguire i movimenti di Tamponi, Casu e Onesti ci sono i carabinieri del reparto operativo di Roma. I tre si incontrano al deposito bagagli, Tamponi consegna a Onesti una borsa da viaggio. Dopo dieci minuti ognuno se ne va per la sua strada: Onesti alla stazione della metropolitana, la coppia alla ricerca di un taxi per andare a Rebibbia e far visita a Giovanni Tamponi. I carabinieri decidono di intervenire, e i tre vengono bloccati. In caserma, dalla borsa di Onesti saltano fuori i quattrocento grammi di pentrite, sei detonatori e cinque metri di miccia a combustione lenta. L'arresto in flagranza viene convalidato dal sostituto procuratore di Roma Giovanni Salvi. L'accusa parla di -detenzione e porto abusivo di esplosivo, associazione per delinquere finalizzata all'evasione di pericolosissimi detenuti di destra e comuni». II collegamento fra esplosivo e tentata evasione, dicono gli investigatori, è «certo e inequivocabile». A provarlo è la documentazione saltata fuori nel corso dell'operazione, appunti e opuscoli trovati probabilmente addosso agli arrestati. Perquisizioni sono state fatte in carcere e a casa dei tre imputati, ma senza esito. Solo a Luras. nell'abitazione di Tamponi, sono stati trovati altri sei detonatori, due apparecchi ricetrasmittenti, un cannocchiale e sei cartucce calibro 9. La pentrite doveva arrivare in carcere, e per eludere i controlli era stata resa da granulosa e umida a polverosa e asciutta. Con quello e altri tipi di esplosivo, secondo le prime ricostruzioni, gli aspiranti evasori dovevano far saltare muri e porte blindate. Giovanni Tamponi, nel suo curriculum penitenziario, ha già due tentativi di fuga an- Giovanni Bianconi (Continua a pagina 2 in ottava colonna)