Israele ci prova l'Urss di Igor Man

Israele, ci prova L'Urss Il viaggio di Shevardnadze in Mèdio Oriente Israele, ci prova L'Urss Il viaggio di Shevardnadze in Medio Oriente mette fine al «monopolio» del processo di pace da parte degli Stati Uniti. Ma il sorriso telegenico del ministro degli Esteri sovietico cela, forse, l'intenzione più ambiziosa di soppiantare gli Usa nel ruolo di grande mediatore? A questo interrogativo, senz'altro legittimo, posto dal Los Angeles Times, risponde l'egiziano Al Aliram. No: il tour de force di Shevardnadze (Siria, Giordania, Egitto, Iraq, Iran) tende innanzitutto al recupero dei due Paesi arabi moderati, l'Egitto e la Giordania, sui quali da sempre Israele ha puntato per aggirare l'ostacolo-Olp. Ebbene, il recupero è avvenuto dopo il lungo colloquio, senza testimoni, tra il sovietico e il presidente Mubarak (il miss parla il russo) c grazie all'incontro di Amman, «assai proficuo», con re Hussein. Sicché, adesso, il problema è quello indicato con franchezza da Shevardnadze: limare la «testardaggine di Israele mediante il dialogo e il convincimento». E poiché sia Hussein che Mubarak si son detti d'accordo con «i temi e i propositi» dell'iniziativa sovietica, cioè impostare una fase propedeutica, di nove mesi, al negoziato di pace che dovrà coinvolgere tutte le parti interessate e l'Onu: dal suo Segretario generale al Consiglio di Sicurezza, Israele dovrebbe cominciare, infine, a riflettere seriamente sulla improponibilità di formule quali l'opzione giordana. Camp David, il «piano Allon», tutte giustiziate dai sassi delIV/i/ifada. Vorrà o potrà farlo Israele? Forse la riflessione è già cominciata c lo indicherebbero i segnali impliciti nei dialoghi promossi dai laboristi israeliani con i palestinesi dell'interno, nei sondaggi d'opinione, in Israele, che in¬ dicano come ineludibile la trattativa con l'Olp, tuttavia non sarà facile per Shamir scendere dal jet dell'intransigenza per prendere l'autobus del pragmatismo. E' vero che la leadership israeliana ha concluso come sia impossibile vincere militarmente Vintifada, è vero che la strada della repressione indiscriminata appare impercorribile ma è anche vero che Israele ha bisogno di garanzie alla sua sicurezza. Nessuno può negare a Israele il diritto di diffidare di Arafat e di non credere nella forza dissuasiva dei caschi blu o bianchi o gialli. E' quello che verosìmilmente Shevardnadze dirà oggi al ministro degli Esteri israeliano Arcns. Aggiungendo che la «garanzia» verrà dall'Urss, a completamento di quella americana. Igor Man (Continua a pagina 7. In sesta colonna)

Persone citate: Allon, Arafat, Mubarak, Shamir, Shevardnadze