Un «agente perfetto» con l'hobby dei viaggi di Giuliano Marchesini

Un «agente perfetto» con l'hobby dei viaggi Trieste, magistrati-detective hanno catturato il tecnico jugoslavo: altre dieci persone coinvolte nell'inchiesta Un «agente perfetto» con l'hobby dei viaggi DAL NOSTRO INVIATO TRIESTE — 'L'indagine istruttoria e investigativa, lontana dall'essere conclusa, richiede un ulteriore impegno della magistratura e dei carabinieri per un completo accertamento dei fatti e per l'identificazione di eventuali corresponsabili*. La dichiarazione, asciutta e formale, è del procuratore della Repubblica Giovanni Virdis e del sostituto procuratore Antonio De Niccolo. Rivela lo sforzo degli inquirenti per neutralizzare le reti di spionaggio a favore di Paesi d'oltrecortina. L'interesse dei servizi segreti dell'Est è perii «Catrin», sistema elettronico di controllo dei campi di battaglia, e forse per altre sofisticate apparecchiature che fanno parte dei piani difensivi italiani. Tronconi di inchiesta diversi, ma l'intrigo avrebbe avuto uno dei suoi punti fondamentali a Trieste, dove è stato arrestato quel Giorgio Stancic, dipendente della società Iret, sorpreso dagli uomini del Sismi con documenti di assoluta segretezza. •L'arresto di Stancic — dicono i magistrati — conclude un'indagine estremamente ardua e delicata, di sottile impegno». Un'operazione, aggiungono, -che ha consentito di sventare il tentativo di arrecare danni gravissimi al sistema difensivo militare». Particolarmente complesso, fanno presente gli inquirenti, il lavoro per gettare la rete che «non lasciasse alcuna possibilità di scampasi Giorgio Stancic. Questo personaggio triestino all'apparenza incolore, finito in una storia di spie, è stato interrogato ieri per la seconda volta: può darsi che dai colloqui si riesca a ricavare qualcosa. I magistrati, comunque, non sembrano disposti per il momento a dare •altri ragguagli-, in conside¬ razione 'di imprescindibili esigenze istruttorie». Ma si sa che il piano d'intervento dei nostri servizi segreti comprende altre mosse, che potrebbero essere decisive. Nel tardo pomeriggio di sabato il capo del Sismi, ammiraglio Martini, ha presieduto un vertice con i responsabili del controspionaggio in una località nei pressi dell'aeroporto di Ronchi: qui dev'essere stata predisposta la fase successiva dell'operazione avviata nel Triestino, e rivolta alle centrali spionistiche d'oltreconfine. E non è escluso che i magistrati di Trieste stiano per prendere altri provvedimenti: sarebbero una decina, tra italiani e stranieri, i personaggi coinvolti nell'affare. Ora si tratterebbe di stabilire i «passaggidei materiale di cui gli agenti stranieri tentavano d'impadronirsi. Congegni delicatissimi, la tecnologia avanzata della no¬ stra difesa che sarebbe stata in balia dello spionaggio dell'Est. In questa storia tanto inquietante quanto aggrovigliata si parla anche di due aziende triestine, la Iret (industria radioelettrica telecomunicazioni) e la Meteor (costruzioni aeronautiche ed elettroniche). «Ma la nostra società — dicono alla direzione della Iret — è totalmente estranea a questa vicenda. Noi non abbiamo niente a che fare con quei documenti che sarebbero stati trovati in possesso di Stancic. E non ci occupiamo affatto del progetto Catrin: ne conosciamo soltanto il nome, tutto qui-. •Di certo — ripetono all'azienda triestina — Stancic non aveva carte uscite dalla nostra industria. E non avevamo motivo di preoccuparci, per questo nostro dipendente: lui non ce ne aveva mai dato motivo. Pareva una persona normale, a posto. Quando abbiamo saputo, siamo rimasti di stucco. Adesso attendiamo gli sviluppi dell'indagine, poi vedremo il dafarsi». Prendono decisamente le distanze anche i dirigenti della Meteon •Della faccenda abbiamo letto sui giornali e sentito dalla televisione. E oggi non ne sappiamo di più di quanto ne sapessimo ieri». Alla Meteor, si precisa in direzione, si adottano tutte le misure di prevenzione previste per chi tratta commesse per la Difesa. «£ non abbiamo avuto alcun sospetto, nessun sentore di irregolarità: se ci fosse stato il minimo dùbbio, in un settore di tanta delicatezza, avremmo immediatamente informato la magistratura. Che ci sia qualche infedele, tra i nostri dipendenti, non ci risulta. Questo non significa che non ci possa essere: toccherà agli inquirenti stabilirlo». Resta da scavare nella doppia vita di Gio; gio Stan¬ cic, tecnico elettronico di 42 anni, addetto all'ufficio vendite della Iret. Un uomo al quale nessuno, qui in città, avrebbe assegnato il ruolo di «007». Stancic ha lavorato per qualche tempo all'istituto talassografico, poi è passato all'industria di telecomunicazioni. Abitava in una villetta a Skofie, poche centinaia dì metri oltre il confine, con moglie e due figli. I viaggi all'estero, soprattutto in Medio Oriente, in Thailandia. Giorgio Stancic passava per un indaffarato venditore di strumenti elettronici. E quando tornava, nei momenti liberi si infilava nel bar poco distante dall'azienda, beveva qualche bicchiere, parlava con un gruppetto di tifosi della Triestina Calcio. Un impiegato di «settimo livello», che si divideva tra il lavoro e le chiacchiere. Ora il suo «livello» sarebh'. quello della spia. Giuliano Marchesini

Persone citate: Antonio De Niccolo, Giorgio Stancic, Giovanni Virdis, Ronchi, Triestino

Luoghi citati: Medio Oriente, Trieste