Teheran: richiamati gli ambasciatori Cee di Fabio Galvano

Teheran: richiamati gli ambasciatori Cee Per il caso Rushdie dura risposta dell'Europa Teheran: richiamati gli ambasciatori Cee Londra va oltre e chiude la sua rappresentanza in Iran DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — L'Europa dei 12 ha risposto con vigore alle minacce di Teheran. Chiamati ieri a esaminare il caso Rushdie», i ministri degli Esteri della Cee hanno deciso — con rara compattezza e celerità — di adottare severe sanzioni diplomatiche nei confronti dell'Iran. "Gravemente preoccupati» dalla condanna a morte pronunciata da Khomeini contro lo scrittore, i Dodici hanno replicato decidendo l'immediato richiamo -per consultazioni» dei loro ambasciatori o incaricati d'affari a Teheran — una formula che precede soltanto il declassamento o la rottura delle relazioni diplomatiche — e la sospensione delle visite ad alto livello governativo, sull'esempio dell'Olanda. La Gran Bretagna, unilateralmente, è andata oltre: non solo richiamerà il suo ambasciatore Nicholas Brown, ma farà anche rientrare gli altri quattro diplomatici nominati in quella sede. «La loro presenza a Teheran — ha detto ieri il ministro degli Esteri britannico, Howe — non serve alcun fine utile-. E' una rottura diplomatica? Howe non ha voluto confermarlo. Nella riunione di Bruxelles è stata anche toccata un'altra misura, la limitazione del movimento dei diplomatici iraniani nelle capitali euro¬ pee; ma una decisione sarà presa successivamente, solo dopo consultazioni fra i ministri degli Esteri e degli Interni. Era stata la Gran Bretagna, coinvolta direttamente dalle minacce a un suo cittadino, a sollevare il «caso Rushdie». Francia, Germania e Olanda hanno apertamente sostenuto l'adozione di misure ferme ed efficaci, mentre da parte italiana e spagnola ci sarebbe stato — secondo alcune delegazioni — la tendenza a una maggiore flessibilità (un riflesso, forse, della politica andreottiana di «tenere aperti i canali», oltre a considerazioni di stretta natura commerciale). Ma alla fine i 12 sono stati unanimi: -Non c'è stato alcun contrasto, semmai un problema di valutazione e di accentuazione-, ha osservato il sottosegretario agli Esteri Gilberto Bonalumi che, in frequente contatto telefonico con Andreotti (trattenuto in Italia dal congresso de), guidava la nostra delegazione. In apertura di riunione il ministro francese Roland Dumas aveva riferito di una convocazione nelle ultime ore degli ambasciatori comunitari in Iran — assente il tedesco, cui Bonn aveva già ordinato il rientro — da parte del ministero degli Er.teri. -Si è cercato di indicare che le vicende di questi giorni riguardano i religiosi — ha detto il ministro — quasi a voler scagionare governo e Stato». Ma se c'è una lotta di potere a Teheran, non sta alla Cee dirimerne i nodi. -Il nostro obbiettivo — ha detto Howe — è di sviluppare relazioni stabili con l'Iran, ma ciò non è possibile se non vengono rispettale l'integrità e la legge degli altri Paesi. Quello dell'Iran è un affronto alle regole internazionali di comportamento». I Dodici, nel documento messo a punto ieri, condannano l'incitazione all'omicìdio di Rushdie come -una violazione inaccettabile dei più elementari principi e obblighi che regolano i rapporti fra Stati sovrani». 112 ribadiscono -il più completo rispetto per i sentimenti religiosi di tutti i popoli»; r«i oi ancorano con uguale saldezza -ai principi di libertà di pensiero ed espressione». Ciò non significa che la Cee intenda troncare i suoi già diffìcili rapporti con l'Iran di Khomeini: da Bruxelles è anzi emerso un -interesse a sviluppare relazioni normali e costruttive». Ma a precise condizioni: -Se l'Iran condivide tale desiderio deve dichiarare il suo rispetto per gli impegni internazionali e rinunciare all'uso della violenza o alla minaccia di usarla-. Fabio Galvano (Altri servizi a pag. 4)