Wisse Dekker (Philips) «Tokyo più forte nel '93 »
Wisse Dekker (Philips) «Tokyo più forte nel '93» Wisse Dekker (Philips) «Tokyo più forte nel '93» TORINO — 'Signori, fino a pochi anni fa il Giappone è stato consideralo una società immobile, isolata e feudale. Oggi, forse, è il Paese più dinamico del mondo». Wisse Dekker, presidente della Philips e membro di alcuni dei più importanti consigli di amministrazione dell'industria europea (tra cui la Fiat), ha tracciato pochi giorni fa alla Scuola di Amministrazione aziendale di Torino questa previsione sull'Europa del '93: o le aziende del continente sapranno raggiungere un traguardo di organizzazione e ristrutturazione adeguato, oppure i concorrenti giapponesi li supereranno e li sostituiranno, anche perché è chiaro che Tokyo guarda al mercato del '93 in termini di grande sfida. Wisse Dekker per 16 anni ha lavorato in Asia ed è un attento osservatore della concorrenza nipponica. Ed ecco alcuni punti di forza del Giappone. Innanzitutto, un rapporto di simbiosi con la finanza: le aziende giapponesi traggono i mezzi finanziari soprattutto da aziende di credito mentre gli americani puntano tutto sul mercati azionari ove domina la richiesta di un ritorno degli investimenti sul breve periodo. Le multinazionali di Tokyo, poi, sono caratterizzate da un approccio concreto nei confronti dei sindacati nei Paesi in cui si installano. E non a caso proprio i giapponesi hanno ottenuto notevoli successi sul piano del consenso dei lavoratori e sulla mobilità dei dipendenti a tutti i livelli. E questo per la maggior capacita di adattamento alle realtà sociali e culturali delle varie nazioni in cui il colosso Giappone ormai opera. Come si colloca l'Italia in questa sfida? Secondo l'analisi dell'lbm, commissionata al professore olandese Hofstede, l'Italia presenta una cultura più gerarchica (ovvero di maggiore diseguaglianza sociale tra i vari ceti) di quasi tutto il resto dell'Europa e degli Stati Uniti, ma la nostra società è meno rigida di quella giapponese sotto quel profilo. Al contrario (e può essere una sorpresa) il Giappone si presenta assai meno collettivista e più cultore dell'individualismo della società italiana: tra 53 Paesi studiati l'Italia è al settimo posto, il Giappone al ventiduesimo. L'Italia, infine, appare mascolina (cioè aggressiva, avida di danaro) come il Giappone (Tokyo è al quarto, l'Italia al settimo posto), Olanda e Danimarca sono più/emmminili (societàintuitive, emotive). u.b.
Persone citate: Wisse Dekker
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