Il laser, speranza contro il cancro di Ezio Minetto
Il laser, speranza contro il cancro I risultati della terapia discussi in un congresso a Venezia Il laser, speranza contro il cancro Nell'isoia di S. Servolo, antico manicomio di Venezia, salvato dal degrado a cui si stava avviando e diventata sede dell'Eso, Scuola Europea di Oncologia, si è svolto il «Quinto Congresso Internazionale sulla Ricerca per il Cancro e l'Aids», con la partecipazione dei maggiori ricercatori internazionali di biologia molecolare, di oncologia sperimentale e clinica, di laserterapia antitumorale e di Aids. Tra i vari temi affrontati merita segnalare i tentativi di utilizzo a scopo terapeutico degli anticorpi monoclonali. Quando Mildstein, nel 1975, guadagnandone il Nobel, ottenne per la prima volta questi anticorpi «tutti uguali» diretti contro un medesimo determinante antigenico, nella comunità scientifica internazionale nacquero grandi speranze. I monoclonali si affermarono immediatamente come ausilio di grande valore per la diagnosi, ma le speranze di una rivoluzione nella terapia vennero presto vanificate. ■L'avere individuato sulle cellule di alcune neoplasie, di quella ovarica in particolare, la presenza di determinanti antigenici presenti solo sul tumore' afferma la prof. Colnaghi dell'Istituto nazionale tumori di Milano «ci ha permesso di costruire monoclonali che aggrediscano solo le cellule tumorali. Si è pensato di utilizzare questi anticorpi per indirizzare i linfociti T all'attacco ed alla distruzione delle cellule neoplastiche». Per fare questo è necessario che gli anticorpi si leghino da un lato alla cellula tumorale e dall'altro al linfocita. Si sono quindi costruiti «anticorpi ìbridi» formati per metà da monoclonali antitumorali e per metà da monoclonali che riconosca¬ no e si leghino al CD3 (un complesso molecolare presente sulla superficie del linfocita che ha la proprietà di attivano). Questi anticorpi ibridi o «quadromi» sono tuttavia ottenuti da cellule di topo e pertanto sarebbero distrutti dall'organismo umano come estranei. E' perciò necessaria una ulteriore operazione di «sartoria»: la coda dell'anticorpo viene -tagliata» ed al suo posto viene «ricucita» una coda di anticorpo umano. • Stiamo iniziando uno studio policentrico internazionale per valutare l'attendibilità clinica degli incoraggianti risultati sperimenlali», conclude la professoressa, -ma i tempi per l'impiego pratico di queste complesse tecniche di ingegneria molecolare sono necessariamente ancora lunghi». Di strategie terapeutiche attuali o almeno imminenti si è invece trattato, nella sezione dedicata al laser. Chirurgia e chirurgia endoscopia si sono giovate di questa tecnologia ma gli interessi maggiori sono rivolti alla «terapia fotodinamica». Alcune sostanze fotosensibili (ematoporfirina e suoi derivati) si accumulano di preferenza nel tessuto tumorale e in seguito alla irradiazione con luce laser di adeguata lunghezza d'onda e intensità lo necrotizzano. Questa tecnica è già realtà nel trattamento dei tumori superficiali. Inoltre l'uso di sostanze fluorescenti permette la localizzazione di cellule tumorali: l'utilizzo endoscopico o intraoperatorio di questa tecnica potrà a breve termine migliorare la ricerca di disseminazioni tumorali e, di conseguenza, permettere una migliore toeletta chirurgica del campo operatorio. Ezio Minetto
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