E Salman scrisse a Rajiv: «Opportunista e filisteo»

E Salman scrisse a Rajiv: «Opportunista e filisteo» E Salman scrisse a Rajiv: «Opportunista e filisteo» Pubblichiamo il testo della lettera scritta il 1° ottobre scorso da Salman Rushdie al premier indiano Rajiv Gandhi in segiuto alla messa al bando dei Versi Satanici da parte del governo di Delhi. Caro Rajiv Gandhi, il 5 ottobre il ministro delle Finanze indiano ha annunciato la messa al bando del mio romanzo Tlie Satanic Verses, in base all'articolo 11 dell'/;idian Customs Act. Molte persone in tutto il mondo troveranno strano che sia il ministro delle Finanze a decidere quello che i lettori indiani possano o non possano leggere. Ma lasciamo perdere, visto che alla fine della notifica del divieto appare una dichiarazione ancora più strana. Il ministro — sto citando il resoconto dell'Associazione della Stampa indiana — «ha aggiunto che la messa al bando non sminuisce i meriti artistici e letterari del lamro di Rushdie». A questo posso replicare solamente: «Grazie per la buona recensione». Il libro è stato proibito dopo le proteste di due o tre politici musulmani, tra i quali Syed Shahabuddin e Khurshid Alam Khan, entrambi membri del Parlamento. Questi individui, che non esito a definire estremisti, addirittura integralisti, hanno attaccato me e il mio romanzo dichiarando però che non avevano affatto bisogno di leggerlo. E' veramente sconvolgente che il governo abbia dovuto cedere di fronte a simili personaggi. Mi e stata segnalata un'altra dichiarazione ufficiale: spiegava che la messa al bando di Tìw Satanic Verses era da considerarsi una misura preventiva. Alcuni suoi passaggi venivano considerati suscettibili di distorsioni e strumentalizzazioni, presumibilmente da parte di fanatici religiosi senza scrupoli o gente simile. Il divieto era stato dunque deciso per evitare queste strumentalizzazioni. Chiaramente, il mio libro non è giudicato blasfemo o riprovevole in sé, ma viene proibito, se così si può dire, per il suo bene! E' davvero incredibile. E' come se, avendo individuato un innocente come probabile obiettivo di una banda di rapinatori o stupratori, si mettesse quella persona in carcere per proteggerla. Non è questo, signor Gandhi, il modo in cui si comporta una società libera. Chiaramente il suo governo ora si vergogna un po' di se stesso, e ha molto di cui vergognarsi. Non per niente quasi tutti i maggiori giornali indiani hanno deplorato la messa al bando del libro, definendola ad esempio «una decisione filistea- (The Ubidii) o una «censura ideologica» (Indian Express). Non per nulla scrittori eminenti come Kingslcy Amis, Harold Pinter e Tom Stoppard hanno solidarizzato con l'International Pen e l'Associazione indiana degli editori e dèi librai, che hanno condannato la decisione. Il diritto alla libertà di espressione è un fondamento di ogni società democratica e oggi, in tutto il mondo, la democrazia indiana sta diventando un po' un argomento da barzellette. Quando Syed Shahabuddin e i suoi compagni autonominatisi custodi della sensibilità musulmana affermano che «nessuna società civile» dovrebbe consentire la pubblicazione di un libro come il mio, stravolgono l'ordine delle cose. Il problema sollevato dalla messa al bando del libro e proprio se l'India, comportandosi in questo modo, possa ancora ambire al titolo di società civile. Proviamo a distinguere il vero dal falso. Come i mici zelanti oppositori, neppure lei avrà probabilmente letto Vie Satanic Verses. Mi consenta dunque di spiegarle alcune semplici cose. Sono accusato di avere «ammesso» che il libro è un attacco diretto all'Islam. Non ho mai ammesso una cosa simile, e la nego con vigore. La parte del libro in questione (e ricordiamoci che il libro in realtà non tratta dell'Islam, ma della migrazione, della metamorfosi, degli io di¬ visi, dell'amore, della morte, di Londra e di Bombay) riguarda un profeta — che non si chiama Maometto—il quale vive in una citta fantastica fatta di sabbia (e svanisce quando vi cade dell'acqua). Egli è circondato da seguaci di fantasia, uno dei quali si trova ad avere il mio stesso nome. Inoltre, quest'intera sequenza avviene in un sogno, il sogno immaginario di un personaggio immaginario, una stella del cinema indiano, un personaggio che sta perdendo la ragione. Come discostarsi maggiormente dalla storia? In questo passaggio del sogno ho ìentato di presentare il mio modo di vedere il fenomeno della rivelazione e la nascita di una grande religione universale; e il mio punto di vista è quello di un laico per il quale la cultura islamica ha avuto un'importanza fondamentale, per tutta la vita. Il ministro delle Finanze può davvero affermare che non è più ammissibile, nell'India moderna e, si presume, laica, che la letteratura tratti questi argomenti? Se le cose stanno così, è più grave di quanto credessi. Da dove mi trovo, signor Gandhi, si ha davvero l'impressione che il suo governo sia diventato incapace o restio a resistere alle pressioni di gruppi religiosi più o meno estremisti; per dirla in breve, che ora siano gli integralisti a controllare il programma politico. Lei sa, come lo so io, che a Shahabuddin, a Khurshid Alam Khan e ai loro soci in realtà non interessa il mio romanzo: il vero problema è il voto dei musulmani. Mi offende profondamente il fatto che il mio libro venga usato come uno strumento politico; quello che la dovrebbe preoccupare più del mio sdegno è che in questa vicenda lei fa la figura non soltanto del filisteo e dell'anti-democratico, ma anche dcll'oppportunista. Signor primo ministro, non posso ridurmi a rivolgermi ai ministri delle Finanze su questioni letterarie. A mio avviso, ormai questo è un problema tra me e lei. Le pongo questa domanda: che tipo di India vuole governare? Sarà una società aperta o repressiva?. Il suo comportamento nella vicenda di Vie Satanic Verses sarà un segnale importante per molti, nel mondo intero. Se lei confermerà la messa al bando temo che io, e tanti altri, dovremo pensare il peggio. Se invece dovesse riconoscere l'errore del suo governo e agire rapidamente per porvi rimedio, sarò il primo ad applaudire al suo gesto da uomo d'onore. Salman Rushdie Copyright The New York Times e per l'Italia La Stampa

Luoghi citati: India, Italia, Khurshid, Londra