La Renault con un po'di Ferrari di Cristiano Chiavegato

La Renault con un po'di Ferrari La casa francese punta sul motore per tornare a vincere La Renault con un po'di Ferrari Il nuovo 10 cilindri affidato a His, l'ingegnere che ha lasciato Maranello: «Siamo dietro i giapponesi, ma davanti agli italiani» - «Bernard sbaglia quando dice che mancano i cavalli» DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — La Renault ricomincia da dieci, cilindri. Dopo avere animato il mondiale di FI dal 1977, portando per prima avanti il discorso dei motori turbo, conquistando 15 vittorie e 31 pole position ed essersi ritirata al termine del 1986, la Casa francese torna in pista. Questa volta però il programma è riservato unicamente, almeno per ora, ai propulsori che saranno forniti per tre stagioni alla Williams (con Patrese e Boutsen), con possibilità di stipulare contratti con altre scuderie dopo un anno. In sostanza però la Regie, ripercorre la strada della Honda. I giapponesi hanno ben capito che sarebbe stato molto rischioso costruire in prima persona anche una vettura ed hanno preferito una proficua collaborazione con il miglior team disponibile, la McLaren. A capo dell'impresa è Bernard Casin, quarantasettenne ingegnere parigino. Cento collaboratori per il reparto competizioni, 18 ingegneri con a capo Bernard Dudot e Jean Jacques His, ex Ferrari, responsabile dello sviluppo. Il budget a disposizione è top secret, ma si tratta di alcune decine di miliardi. Il motore gira da 8 mesi, ne sono già stati prodotti una ventina di esemplari. Si tratta di un 3500 ce, dieci cilindri a V di 67°, molto tradizionale dotato però di comando valvole (4 per cilindro) pneumatico, con elettronica realizzata con la Magneti Marelli. •Abbiamo voluto privilegiare — ha detto Dudot U quale non ha voluto rivelare né il regime di rotazione, né la potenza, anche se si parla di qualcosa di più di 600 cv — l'elasticità e l'utilizzazione». La presenza di His che per due anni e mezzo circa era stato il capo progettista della Ferrari, sempre per i motori, ovviamente solletica la curiosità di tutti, n tecnico francese non si fa pregare per analizzare la situazione con interessanti riferimenti verso la scuderia di Maranello. -La McLaren è la squadra da battere — dice — e VHonda a mio avviso è davanti a tutti. Noi pensiamo di partire sul secondo gradino. La Ferrari invece dovrebbe essere un poco più indietro, anche perché ha scelto soluzioni molto innovative per luanto riguarda il cambio. Ma non mi stupirei se nelle prime gare venissero fuori vetture con motori collaudati come Ford, Cosworih e Judd. Da noi comunque la gente è entusiasta, c'e molta determinazione». Torniamo alla Ferrari. Lei ha progettato il 12 cilindri di Maranello... -Si. Ma ora molte cose possono esser cambiate. In ogni caso non credo che ci siano problemi di potenza come sostengono Barnard e i piloti. I cavalli c'erano per il turbo e ci sono per l'aspirato. Semmai è una questione di utilizzazione di mappature, di messa a punto. I telaisti del resto sono sempre in disaccordo con i motoristi ed i corridori si lamentano sempre perché vorrebbero ogni volta aver più cavalli. Io ho vissuto un periodo molto bello alla Ferrari, me ne sono andato soprattutto per problemi familiari. Ma questo non conia: ora sono alla Renault e voglio pensare alla nostra squadra». Cristiano Chiavegato

Persone citate: Barnard, Bernard Casin, Bernard Dudot, Boutsen, Jean Jacques His, Patrese

Luoghi citati: Maranello, Parigi