L'eroe Canè va subito a fondo
L'eroe Canè va subito a fondo TENNIS Eliminato seccamente dal tedesco Jelen agli internazionali di Milano L'eroe Canè va subito a fondo Il successo del giorno precedente su Camporese ha appagato l'unico italiano rimasto in gara, che ha perso una grossa occasione per raggiungere i vertici - McEnroe e Becker oggi di fronte nella semifinale che costituisce il top del torneo DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Il derby è un evento anomalo anche nel tennis. Così non è stata vera gloria quella di Paolino Cane contro Omar Camporese. Aveva vinto per maggior carica e maggior mestiere la sfida bolognese ma ieri opposto al rampante tedesco Eric Jelen si è liquefatto in maniera addirittura superiore a quella del giovane compagno il giorno prima, tanto da essere sonoramente fischiato a fine match. Si è pcf spiegato in questi termini Cane: -Quando arrivo nei quarti di un torneo importante finisco per perdere sempre male. Non ho servito bene ma soprattutto ero troppo scarico di nervi per un match di quest'importanza. Io purtroppo faccio sempre fatica a trovare stimoli e concentrazione per giocare bene. Perché? Difficile dirlo. Ma non capita solo a me, guardate il torneo e quanti giocatori, più forti di me, dopo aver vinto un bel match il giorno dopo sono eliminati». Vero, ma c'è sempre modo e modo di perdere. Paolino è drastico: -Preferisco perdere 6-0, 6-0, piuttosto che 7-6 al terzo». E ieri è andato vicino all'exploit negativo che a Milano aveva realizzato due anni fa contro Zivojinovic e lo scorso anno a Roma contro Jarryd. Solo tre giochi all'attivo, mai in partita, sempre aggredito da un giocatore in ottima forma che pratica un gioco spiccatamente offensivo ma che non è certo un marziano della racchetta. E' la triste realtà del tennis italiano attuale che non riesce a sfruttare nemmeno le occasioni più favorevoli. Non capita sovente l'occasione di affrontare il n. 68 del mondo per arrivare alla semifinale di un torneo superseries. Affrontando Carbonell e Camporese, sia pure per motivi diversi, Cane aveva pescato due jolly, ma ecco che al primo esame verità è arrivata la delusione. Con queste basi la volontà del bolognese di ritornare fra i primi trenta del mondo appare più un sogno che una concreta possibilità. Avversario di Jelen in semifinale sarà il sovietico Andrei Volkov, ventiduenne lituano di Kaliningrado, n. 2 del suo Paese dopo Chesnokov, ma n. 1 sulle superfici veloci. Da giovane era ambidestro, poi due fratture al braccio destro lo hanno costretto dal 1985 a diventare necessariamente mancino per poter continuare a giocare bene a tennis. Non essendo mancino di na- tura è stato difficilissimo imparare a giocare con la sinistra. Con il suo gioco schematico e lineare ha approfittato del calo di tensione di Bobo Zivojinovic, dolorante al braccio destro dopo la dura battaglia a suon di cannon-ball vinta su Noah grazie a due tie-break. Per Volkov si tratta della seconda semifinale della carriera dopo quella persa quest'anno ad Adelaide contro Mark Woodforde. Nella parte alta del tabellone, McEnroe si è qualificato per la semifinale deliziando il pubblico con tocchi di altissima classe contro cui il diciottenne Cerkasov, di Ufa, capitale del Backirie, nulla ha potuto oltre a rimanere ammirato, febbricitante com'era. E questo pomeriggio si giocherà alle 15, fra McEnroe e Becker, una semifinale che si può considerare l'autentica finale del torneo. Bum-Bum ieri ha faticato oltre il previsto per battere il numero otto degli svedesi, Bergstrom, che è riuscito a costringere Becker al tie break nel primo set e gli ha annullato quattro match point nel secondo, prima di cedere. McEnroe e Becker sono alla quinta sfida: un successo per l'americano, proprio a Milano nel 1985, poi tre volte di seguito il tedesco. Rino Cacioppo Singolare, quarti: VolkovZivojinovic 7-6 (7-3), 6-3; Jelen-Canè 6-1, 6-2; McEnroeCerkasov 6-2, 6-2; BeckerBergstrom 7-6 (10-8), 7-5 Doppio, quarti: IvanisevìcZlvojinovic b. Canè-Mortensen 6-7, 6-4, 6-4; GunthardtTaroczy b. Chesnokov-Volkov 6-4, 6-4; Camporese-Narducci b. Mezzadri-Nargiso 63,5-7,6-2.
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