La pace commerciale Cee-Usa è dietro l'angolo di Fabio Galvano

La pace commerciale Cee-Usa è dietro l'angolo Colloquio chiarificatore tra Baker e Delors, sugli «ormoni» si attende la risposta di Washington La pace commerciale Cee-Usa è dietro l'angolo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — E' bastata un'ora di colloquio fra il segretario di Stato americano James Baker, giunto ieri all'ultima tappa del suo blitz europeo, e il presidente della Commissione della Cee, Jacques Delors, per spianare la via ad un compromesso tra la Comunità Economica Europea e gli Stati Uniti nella «guerra degli ormoni». Riferiscono i portavoce comunitari che nell'incontro — un quarto d'ora a quattr'occhi, altri quarantacinque minuti in seduta allargata non si è parlato in modo specifico di quel contenzioso; ma definendo «utile e concreto» lo scambio di vedute, essi hanno lasciatoo chiaramente intendere che l'obiettivo primario — dare un segnale concreto dell'evoluzione positiva dei rapporti nel dopo- Reagan — è stato raggiunto. Toccherà ora ai diretti responsabili tracciare una soluzione alla crisi commerciale. Sarà quindi compito del commissario responsabile per le reazioni esterne, l'olandese Frans Andriessen, che ha partecipato al colloquio allargato e che subito dopo è partito per Washington, gestire concretamente quello che i vertici hanno indicato al momento solamente per somme linee. Già ieri sera (notte fonda in Europa) egli ha avuto un primo contatto nella capitale americana con il nuovo rappresentante della Casa Bianca per il Commercio con l'estero, Clara Hills. Parallelamente il commissario responsabile per l'Europa verde, Ray MacSharry, ha incontrato il segretario statunitense all'Agricoltura Clayton Yeutter. Oggi, da una seduta congiunta, potrebbe finalmente emergere la dichiarata volontà comune di compromesso. Esiste una scadenza precisa. Lunedì, infatti, i ministri degli Esteri dei Dodici si riuniranno a Bruxelles per esaminare, fra le altre cose, le contromisure Cee alle ritorsioni americane. Si vorrebbe evitarle, ma dopo il rifiuto americano di un arbitraggio del Gatt si attende da Washington una nuova flessibilità. Le speranze sono concrete: non solo il presidente Bush ha ribadito davanti al Congresso che lo screzio con la Cee è «una questione secondaria», ma da più parti negli Usa si indica il timore che la polemica possa creare ripercussioni interne, con i consumatori americani preoccupati dalla carne agli ormoni. Nei colloqui di ieri a Bruxelles («Una seduta di lavoro più che una presa di contatto», li ha definiti il portavoce Ceè) Baker ha apprezzato lo spirito con cui Delors e l'Europa intendono affrontare nel futuro i rapporti con gli Stati Uniti. «Bisogna approfondire la partnership in uno spirito amichevole per servire i comuni ideali», ha detto il presidente dell'esecutivo europeo. Sono espressioni a cui Washington non può restare sorda. Già nei giorni scorsi Delors aveva indicato, in un'intervista, la necessità di «collocare i nostri rapporti, compresi quelli commerciali, a un livello politico», piuttosto che «far dipendere quei rapporti dalle questioni commerciali». «Abbiamo bisogno — egli aveva aggiunto — di un quadro globale: non è risolvendo problemi di ormoni, mais e acciaio che si costruisce una casa comune». Ieri Baker e Delors hanno anche parlato di rapporti Est-Ovest (in particolare del nuovo dialogo Cee-Comecon), del contributo che la crescente integrazione politica-monetaria potrà dare alla soluzione dei problemi economici e alla correzione degli attuali squilibri, del multilateralismo commerciale perseguito dalla Cee e delle garanzie che ciò significa per i partner nella prospettiva dell'Europa senza frontiere. Anche questo ha contribuito all'«eccellente avvio dei rapporti» fra Bruxelles e la nuova amministrazione Usa; ma il verdetto, legato al caso degli ormoni, dovrà venire nelle prossime ore da Washington. Fabio Galvano