Atrazina, il decreto non va la Cee boccia Donat-Cattin

Atrazina, il decreto non va la Cee boccia Donat-Cattin Troppe deroghe per l'acqua inquinata Atrazina, il decreto non va la Cee boccia Donat-Cattin BRUXELLES — Il sofferto decreto sull'atrazina va ritoccato. -/ piani del governo italiano sono complessivamente conformi alle direttive comunitarie, ma resta un punto di divergenza-: nelle parole del commissario Ripa di Meana, responsabile per l'ambiente, ciò significa che il programma del ministro Donat-Cattin per il risanamento delle acque potabili — presentato giovedì all'esecutivo comunitario — non va bene e dovrà essere modificato. Un contrattempo inatteso, a poche ore dal dibattito in Senato per la trasformazione in legge del decreto; ma senza la modifica su cui insiste Bruxelles il dossier non potrà essere archiviato e sull'Italia penderà la minaccia di una procedura d'infrazione. E' uno solo degli articoli . del decreto, che prevede nel biennio investimenti di 575 miliardi per risanare le falde delle regioni colpite, a provocare la secca reazione comunitaria: l'articolo 17, per l'esattezza. Esso indica, come sottolinea Ripa di Meana, la possibilità di deroghe -in caso di emergenza idrica-. La non conformità sta nella vaghezza della definizione. -Le direttive comunitarie — afferma il commissario — prevedono già deroghe in casi accidentali gravi, per esempio un terremoto'. La formulazione italiana 'potrebbe creare i presupposti per possibili scappatoie-. Resta la -valutazione positiva» che sullo sforzo italiano era stata espressa giovedì, quando gli inviati della Sanità, dell'Ambiente e dell'Agricoltura avevano illustrato le misure adottate per il recupero delle acque. Ma resta anche il fatto che, nonostante gli sforzi, l'Italia non è ancora in regola con le direttive Cee. f. g.

Persone citate: Donat-cattin, Ripa Di Meana

Luoghi citati: Bruxelles, Italia