«Giustiziere» ma della mala di Guido Coppini

«Giustiziere», ma della mala Arrestato a Genova: è accusato dell'omicidio di San Valentino «Giustiziere», ma della mala Avrebbe sparato al gay e al suo cliente su ordine di una banda che controlla il mercato di prostituzione e droga - L'uomo è stato riconosciuto in un confronto all'americana da un travestito, scampato alla morte perché la pistola si è inceppata GENOVA — Svolta decisiva nella «caccia* al killer solitario del quartiere di Carignano, dopo le due sparatorie in 48 ore (un morto e un ferito la notte di San Valentino, e due giorni dopo il colpo di rivoltella sparato in faccia ad una prostituta). La novità è un arresto, al termine di un blitz dei carabinieri nel mondo della prostituzione e del traffico di droga, dove qualcuno avrebbe parlato. E' in carcere libertino Marchese, 36 anni, originario di Caltanissetta, sposato, una figlia. E' sospettato di essere il «giustiziere» della prima notte di sangue, il 14 febbraio, quando fu ucciso il transessuale Francesco Panizzi e ferito 11 suo partner, Beniamino Massa. n sostituto procuratore Mario Molisani ha interrogato per oltre due ore Marchese, quindi ha emesso l'ordine di arresto con richiesta al giudice istruttore — secondo la nuova procedura — di spiccare mandato di cattura. Libertino Marchese è stato sentito nella caserma del carabinieri di via Ippolito d'Aste, presente il legale difensore, Francesco Olivieri: ha negato disperatamente, fornendo però indicazioni contraddittorie sul suoi movimenti nella sera del delitto. Sarebbe però stato riconosciuto in un confronto all'americana (era su una pedana, insieme a cinque persone dal fiuco simile al suo) da un travestito, nome d'arte «Loredana» e da un giovane che lo vide bene, alla luce dei fari della sua auto, mentre fuggiva dopo la sparatoria. Anche «Loredana» ha mostrato sicurezza: l'uomo le rimase di fronte per alcuni secondi. 'Ho avuto l'impressione che volesse uccidere anche me-, avrebbe detto il travestito, aggiungendo di aver udito uno strano rumore dalla pistola. In questo caso, l'arma avrebbe fatto cilecca, n giudice ha disposto ora un esame del guanto di paraffina che sarà compiuto dai tec¬ nici dell'Università di Pavia e i cui risultati si conosceranno fra alcuni giorni. Libertino Marchese è perfettamente somigliante all'identikit fatto da polizia e carabinieri attraverso le notizie raccolte fra alcuni testimoni. Abita in vico Untoria 15, nel centro storico, a pochi metri da un vecchio stabile in cui risiedono due delle sue vittime, che ieri lui ha negato di conoscere. Una di queste è Laura Baldi, la prostituta ferita alla gola e le cui condizioni sono leggermente migliorate. La Baldi dovrebbe essere messa a confronto con l'imputato, ma ha già fatto sapere, attraverso 11 padre, che ricorda solo -un lampo accecante ed un tremendo dolore», e non è quindi in grado di descrivere il suo aggressore. Sempre dal centro storico, un'indiscrezione: Libertino Marchese sarebbe stato in possesso di una rivoltella 7,65, lo stesso calibro del bossoli rinvenuti nel quartiere di Carignano. Ma l'arma non è stata trovata in una perquisizione compiuta in casa dell'imputato. Se l'Interrogatorio ha fornito al giudice gli elementi per l'ordine di arresto, non ha chiarito il movente. Libertino Marchese ha precedenti per rapina, furto, spaccio di piccole quantità di hashish. Non è mai stato nel «grande giro della droga». La ferocia degli attentati (almeno quattro rivoltellate sparate In piena faccia) farebbe invece presumere vendette, addirittura esecuzioni, per sgarri su grandi quantitativi di stupefacenti. Ma il transessuale Francesco Panizzi, il suo compagno occasionale e la prostituta ferita non hanno mai oltrepassato il limite di qualche bustina circolata fra loro nelle lunghe notti di attesa a Carignano. Affiora a questo punto un'ipotesi: Libertino Marchese potrebbe aver ricevuto da qualcuno l'ordine «dare una lezione» ai frequentatori del quartiere di Carignano che non avrebbero rispettato certe regole del mercato delle droga e la divisione del territorio dove si esercita la prostituzione. Cedendo al suo carattere violento, avrebbe sparato per uccidere, «f/n eccesso di zelo, sempre che l'assassino sia lui», dice un ufficiale del carabinieri. E' superata quindi la psicosi del «giustiziere moralizzatore» che per qualche giorno ha reso deserte, all'imbrunire, le strade e i locali pubblici di Carignano. Marchese è sospettato solo dell'omicidio della notte di San Valentino, ma se dovesse venire provata la sua responsabilità, inevitabilmente sarebbe chiamato a rispondere anche del ferimento della prostituta, avvenuto 48 ore dopo. La città tira un sospiro di sollievo apprendendo che non circola per le strade un folle armato di rivoltella, ma rivela reazioni inquietanti. Ieri, a Carignano, non poche persone hanno apertamente sostenuto che «si, ci vorrebbe davvero qualcuno che spaventi nel quartiere travestiti e spacciatori che se ne sono praticamente impadroniti'. C'è chi parla di una paura che esisteva già prima delle recenti sparatorie e che «ci costringe a passare le serate in casa». Una paura che ha alimentato un suo piccolo businness: forti richieste a cooperative di vigilantes, ad agenzie che forniscono guardie del corpo, a negozi che installano porte blindate. E' forse per questa paura che la notte del 16 febbraio alcuni automobilisti passarono vicino a Laura Baldi, che urlava per le ferite al collo, senza fermarsi, senza dare l'allarme. La donna sarebbe morta dissanguata senza l'intervento di Mariacristina Cambrì, giovane cronista di un quotidiano genovese, che tornando in macchina dal cinema scorse la donna riversa sul marciapiede, la soccorse, la portò in ospedale. Guido Coppini

Persone citate: Baldi, Beniamino Massa, Francesco Olivieri, Francesco Panizzi, Laura Baldi, Mario Molisani

Luoghi citati: Caltanissetta, Carignano, Genova