La Fiom si spacca su Bagnoli di Fulvio Milone

La Fiom si spacca su Bagnoli I metalmeccanici di Napoli: i vertici non sanno imporsi col governo, Tiri tratti con noi La Fiom si spacca su Bagnoli «I sindacalisti romani stanno in panchina, come se la partita non li riguardasse» - Interviene la Uilm: «Il malessere è reale, ma non si può spostare, qui il tavolo della trattativa» - Firn: qui spacchiamo il sindacato NAPOLI — -Siamo come una pessima squadra di calcio: alcuni di noi giocano anche bene, e segnano qualche gol, ma gli altri rimangono a guardare, immobili, come se la partita non li riguardasse-. La metafora è di Rosario Oliverio, segretario provinciale della Fiom Cgil, e non ci vuole molto a capire che i "giocatori più pigri-, -quelli che non vanno mai a rete-, sarebbero i vertici nazionali del sindacato. La frattura interna all'organizzazione è sancita in una sala del consiglio di fabbrica dell'Italsider, tra molti applausi dei caschi gialli ma anche qualche commento preoccupato. I leader locali della Fiom espongono quella che definiscono -un'amara conclusione-: 'E' certo che il governo non accetta un confronto sul futuro dello stabilimento di Bagnoli, ma è altrettanto vero che il sindacato a Roma non ha la forza di imporsi-, commenta il segretario regionale Rosario Strazzullo, che lancia una proposta dal sapore provocatorio: "All'Ili, nostra controparte, chiediamo di trattare con noi. Prodi venga in questa città, per discutere con ì rappresentanti dei lavoratori napoletani-. Lo -strappo» tra i vertici locali e nazionali della Fiom Cgil sulla vertenza Italsider è definito da Strazzullo -un alto di responsabilità, non certo di rottura-. -Non è possibile andare avanti così — aggiunge il responsabile campano del sindacato —. Sono mesi che aspettiamo un pronunciamento del governo sulle direttive della Cee, che vuole la morte dello stabilimento. Ma il governo, a cominciare dal presidente del Consiglio, sembra perseguire la tecnica del rinvio, soprattutto nei giorni scorsi, con l'approssimarsi del congresso della de. Dinanzi a questo atteggiamento il sindacato e evidentemente in difficoltà, e noi non possiamo non denunciare la sua insufficenza-. Il governo deve prendere subito posizione sulla sorte di Bagnoli, i caschi gialli -non possono morire aspettando una risposta che nessuno sembra voler dare-: i segretari provinciale e regionale della Fiom non sono disponibili ad ulteriori rinvii, e sono pronti ad assumersi -la giusta parte di responsabilitàproponendo trattative a livello locale con Tiri, anche a costo di scavalcare i leader nazionali, -che almeno fino ad ora non hanno dato segnali positivi su un possibile sbocco della vertenza-. La linea dura sembra essere condivisa dalla maggioranza dei caschi gialli, gli stessi che un mese fa sfilarono in corteo per le strade del centro cittadino urlando la loro rabbia, incendiando pullman e danneggiando la stazione ferroviaria. •Non possiamo permetterci il lusso di aspettare — rincara la dose Oliverio —. Sappiano tutti che, mentre a Roma si fa poco o nulla per discutere sul futuro dello stabilimento, i vertici aziendali stanno già prefigurando gli organici mai concordati col sindacato. Più d'un dipendente è stato avvicinato e si è sentito proporre il pensionamento anticipato o il trasferimento presso altre aziende-. Ma la posizione della Fiom campana, condivisa dall'esecutivo del consiglio di fabbrica, non è piaciuta per nulla ai rappresentanti della Uil e della Cisl. E' categorico Enrico Cardino, responsabile della Uilm campana: -La Fiom non può proporre di spostare il tavolo della trattativa da Roma a Napoli, né può indi¬ viduare interlocutori diversi dal governo-, spiega. Ma aggiunge che -l'iniziatica è comunque un segnale del malessere e dell'insofferenza legittima che tutti noi abbiamo già evidenziato nei giorni scorsi. Denunciamo i ritardi e le sottovalutazioni irresponsabili con i quali De Mila tratta la vicenda di Bagnoli: purtroppo non siamo in grado di precettare il presidente del consiglio, ma sarebbe bene farlo, o magari denunciarlo di omissioni d'atti d'ufficio-. Ancora più dura è la reazione di Giuseppe Genio, responsabili della Firn Cisl napoletana. La sortita della Fiom. a suo avviso, mette addirittura in discussione l'unità sindacale. -E' una novità negativa sul piano dei rapporti tra le organizzazioni — puntualizza —. Noi della Firn riteniamo indispensabile la chiarezza sul futuro di Bagnoli, ma non è pensabile di non coinvolgere tutti i livelli del sindacato che in tutti questi anni ha ottenuto consensi dentro e fuori della fabbrica. Dobbiamo costringere il governo a fissare in tempi rapidi l'incontro previsto da tempo-. Fulvio Milone.

Persone citate: De Mila, Giuseppe Genio, Prodi, Rosario Oliverio, Rosario Strazzullo, Strazzullo

Luoghi citati: Napoli, Roma