«Rushdie pentiti ti perdoneremo» di Mario Ciriello

«Rushdie pentiti, ti perdoneremo» Il presidente iraniano Khamenei fa balenare l'ipotesi di un compromesso «Rushdie pentiti, ti perdoneremo» «Lo scrittore dovrà porgere le sue scuse ai musulmani e all'Imam» - Lunedì i Dodici discuteranno il problema dei rapporti con l'Iran DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — L'Iran cerca forse una soluzione del «caso Rushdie». Se l'autore anglo-indiano si pentirà e si scuserà, il mondo islamico potrebbe concedergli il suo perdono. E' quanto ha detto ieri il presidente iraniano Khamenei, ammettendo per la prima volta dall'Inizio del dramma la possibilità di un compromesso. Il governo britannico ha reagito con circospezione. C'è un fatto positivo: Teheran capisce che la bufera la sta condannando a un nuovo, gelido isolamento. Ma c'è un fatto negativo: Teheran presenta la crisi come un conflitto puramente bilaterale, Islam e Rushdie, ignorando tutte le altre conseguenze del suo affronto alle norme che regolano le relazioni internazionali. Ali Khamenei ha incluso la sua «offerta» in un sermone, durante le preghiere del venerdì, il giorno sacro dell'Islam. "Questo sciagurato non ha scelta. Deve morire, perché ha osato sfidare un miliardo di musulmani e l'Imam. Naturalmente, può pentirsi, dichiarare "ho commesso un errore" e porgere le sue scuse ai musulmani e all'Imam. A questo punto, sorge una possibilità. Che la gente lo possa perdonare». L'Imam è l'ayatollah Khomeini. Nello stesso sermone, il presidente iraniano esortava i fedeli «a non scalare le mura» delle ambasciate, in segno di protesta. -Tali azioni nuociono alla Repubblica islamica e all'Islam tutto. Chi le esegue commette tradimento». Il Foreign Office ha così reagito: "Non sentiamo il dovere di commentare ogni dichiarazione, soprattutto quelle pronunciale durante riti religiosi. L'Iran è una nazione tuttora in fase rivoluzionaria. Grande è la confusione all'interno del suo governo. Il nostro atteggia- mento resta quello già descritto dal ministro degli Esteri sir Geoffrey Home». Giovedì, sir Geoffrey aveva definito totally unacceptable le requisitorie dell'ayatollah e aveva concluso: "Riconosciamo che i musulmani e altri deplorano il testo del signor Rushdie: ma nessuno ha il diritto di invitare la gente alla violenza sul suolo britannico contro cittadini britannici». Risponderà Rushdie alla proposta di Khamenei? L'accetterà? Si genufletterà? Ammetterà il suo errore? Si vedrà. Il problema dei rapporti con l'Iran sarà comunque discusso lunedi, a Bruxelles, a una riunione dei ministri europei degli Esteri. Con un inconsueto gesto di fermezza, il governo di Bonn ha frattanto ritirato il suo incaricato d'affari da Teheran. La Germania Occidentale è importante per l'Iran, è il suo primo partner commerciale. L'incaricato d'affari britannico Nicholas Browne (capo della minirappresentanza che Londra tiene a Teheran, dopo le reciproche espulsioni dell'87) ha riferito al viceministro iraniano degli Esteri Larijani le proteste di sir Geoffrey Howe. Salman Rushdie e la moglie, la scrittrice americana Marianne Wiggins, sono ormai invisibili. Scotland Yard ha ripetuto che proteggerà lo scrittore, la sua' famiglia e i collaboratori, ventiquattr'ore su ventiquattro, -fino a quando ugni minaccia non si sarà dissolta». Sarà un'operazione costosa, tra i 300 e i 400 milioni di lire l'anno, ma le autorità sono disposte a sosten ria, -perché sono in gioco varie vite umane e la libertà di espressione». Ieri, durante un dibattito televisivo, alcuni musulmani hanno nuovamente sostenuto eh'.' Rushdie dovrebbe essere ucciso. La polizia si è procurata i loro nomi e, come ha già fatto con altri esponenti islamici, li informerà che potrebbero essere incriminati -per incitamento all'omicidio». Mario Ciriello IEP TI Londra. Lo scrittore Salman Rushdie fotografato il 31 gennaio scorso nel suo studio (Tel. Ap)