Winnie, una leggenda tradita di Domenico Quirico

Winnie, una leggenda tradita La moglie del leader anti-apartheid messa all'indice dai suoi compagni di lotta Winnie, una leggenda tradita Nelson Mandela le scrisse: vivi all'altezza di quanto mi aspetto da te - Arresti e confino non l'hanno piegata - Ma ha ceduto alle lusinghe della notorietà - Una villa e i pretoriani teppisti •La vita senza marito e difficile e piena di ogni tipo di calunnie. Chiedo che tu viva all'altezza di quanto aspetto da te-: è una lettera che Nelson Mandela scrisse nel 1964 alla moglie, quando iniziò la sua odissea di ostaggio a vita dell'apartheid. Parole che pesano come pietre ora che l'ombra pesante dello scandalo e del sospetto da parte dei suoi stessi compagni di lotta ha avvolto Winnie. Una vita troppo lussuosa, la villa faraonica che si staglia come una ingiuria di cemento tra le baracche di Sovveto. un gruppo di pretoriani senza legge: e troppo anche per "mamma Africa», come la chiamano con affetto nei ghetti della grande pngione bianca. Ma è difficile essere moglie di una leggenda, indossare per anni eli scomodi panni del mito: il vero pericolo non sono le angherie dei poliziotti e le carceri di Botha, ma le lusinghe della prima pagina, le tentazioni del potere e del ruolo di primadonna politica. Quando nel 1958 decise di sposare il giovane avvocato nero appassionato di boxe, Winnie, nata in un villaggio xhosa della zona del Capo, prima donna nera a diplomarsi assistente sociale medica, aveva già scoperto la realtà della discriminazione razziale lavorando all'ospedale di Baragwanath, nel cuore della vergogna nera di Sovveto. Un matrimonio segnato del destino: Winnie infatti era fidanzata proprio con l'uomo che i neri sudafricani considerano un traditore, Kaiser Matanzima, il futuro presidente del Transkei, lo stato fantoccio inventato dai boeri. Ma all'ultimo momento un'amica le presentò il giovane militante della resistenza e la sua vita fu diversa: -Sapevo quando lo sposai di aver sposato la lotta, la liberazione dellamia genie-. Nelson e Winnie, la coppia più odiata dai cinque milioni di signori bianchi, una storia d'amore segnata dalla dedizione alla politica che neppure i muri di una prigione e la violenza di un regime hanno saputo piegare: di questo era composto il mito che fino a ieri ha eletrizzato non soltanto l'Africa. Nella leggenda di Winnie c'erano i brevi incontri con il marito chiuso nel carcere di Robben Island, uno ogni sei mesi, trenta minuti di conversazione attraverso il citofono, separati da un vetro antiproiettile, sempre alla presenza di una guardia; le intimidazioni poliziesche, gli arresti con cui il regime cercava di ridurla al silenzio. Spesso le due figlie Zindzi e Zeni tornavano da scuola e trovavano la casa vuota perché la madre era stata portata via dai poliziotti. Nel '77 Botha decise di spezzare quella donna che era diventata la regina nera di Sovveto: la condannò al I confino a Brandfort, un pic¬ colo centro sperduto nel Bloemfontein, la Vandea boera, dove i neri dovevano ancora chiamare padroni i bianchi. •Se pensavano di avermi piegato, si sbagliavno. Anzi quell'esperienza mi ha ridato tutta la rabbia e la voglia di combattere-, raccontò Winnie che un mattino entrò nel principale supermercato della cittadina passando dalla porta principale, quella riservata ai bianchi. Una sfida clamorosa ripetuta nell'85 quando violò pubblicamente il divieto di tornare a Sovveto dove riprese a ricevere i giornalisti e a guidare le manifestazioni. Ma dietro la facciata crescevano anche le prime voci, le accuse sempre meno sussurrate: le troupe televisive che i militanti dell'Anc portavano nel ghetto per filmare le scene più spettacolari dell'emarginazione nera erano tenute lontane dalla zona dove era sorto -il palazzo», come lo definirono subito, e senza affettuosa ironia gli abitanti. E' la villa con piscina dove Winnie vive protetta dai suoi pretoriani. Ma diventa sempre più difficile far tacere le critiche alla sua vita fastosa, le polemiche sull'uso spregiudicato delle grosse somme che arrivano da tutto il mondo dai comitati di solidarietà e dai diritti d'autore per le pubblicazioni contro l'apartheid. Anche il suo estremismo suscita perplessità, dissensi: esalta ad esempio il collare di fuocuri'onibile supplizio imposto a chi è sospettato di non collaborare con i duri dell'Anc. A far rispettare quella linea ci sono le ingombranti guardie del corpo, una trentina di teppisti che terrorizzano Sovveto. Adesso Winnie è rimasta sola la sua lunga guerra sembra finita con un -tradimento»: per Botha e gli ultra boeri è proprio un bel giorno. Domenico Quirico

Persone citate: Botha, Kaiser, Nelson Mandela, Robben Island, Zeni

Luoghi citati: Africa, Bloemfontein