Pesaro crolla a Spalato di Curzio Maltese

Pesaro crolla a Spalato BASKET Successo degli slavi in Coppa Campioni Pesaro crolla a Spalato La Scavolini, dopo aver retto nel primo tempo, frana nella ripresa (65-88) - Ora è praticamente fuori dalle finali di Monaco DAL NOSTRO INVIATO SPALATO — Se Spalato era l'ultima spiaggia, la Scavolini di coppa ormai è in alto mare. I campioni d'Italia hanno perso male, malissimo, giocandosi in un finale sciagurato il patrimonio di 13 punti conquistato all'andata. E hanno concentrato in una sola gara tutte le loro contraddizioni. Un primo tempo da Jekill, la ripresa da mister Hyde, con la miseria di otto canestri otto (su 22 tentativi) nella reticella dei rivali. Basta questo dato a dipingere l'harakiri di una squadra che di questa coppa sembra non aver capito nulla. Ed è questo forse il vero problema, più che l'assenza di Larry Drew, un campione d'accordo, ma finora anche il grande latitante di Coppa Campioni. La Scavolini si è inchinata a un paio di fuoriclasse, come Kukoc e Radja, ma anche di fronte alla propria incapacità, direbbe Bianchini, di «pensarsi» squadra di livello internazionale. E così dal naufragio di Spalato, a meno di miracoli, esce con la convinzione di doversi concentrare ormai soltanto sull'orticello di casa. La cronaca. Si comincia in una bella cornice. Il modernissimo palazzo costruito un paio d'anni fa per i giochi del Mediterraneo gonfio di rock e ragazzini, il pubblico di oggi, i primattori di domani. La Jugoplastika ha un vivaio enorme. Nikollc racconta prima della partita che agli ultimi provini, leva cestistica 1974-75, sono stati scartati sette fanciulloni sopra i 2,05. Fossero nati da noi, le società li avrebbero prenotati a suon di milioni e magari rpediti a studiare negli Usa. E' la forza del basket jugoslavo, un pozzo di talenti naturali nel quale basta soltanto scegliere. La Jugoplastika ne ha due che sono le punte dell'iceberg: Radja e Kukoc. Per fortuna non sempre funzionano in coppia. A Pesaro era stato Radja a fare il bello e 11 cattivo tempo sotto i canestri. A Spalato si assiste nel primo tempo a un megashow di Kukoc, la mente, impegnato in un duello con Daye. I due si marcano poco, e si lasciano molto giocare e segnare (18 punti lo jugoslavo, 16 rameri- e ano nel primi venti minuti). E la partita rimane viva, aperta come il punteggio, con un massimo di 5 punti di vantaggio per gli slavi, toccato tre volte. Ma la Scavolini, pure afflitta da un Magnifico pallidissimo al tiro (2 su 7), riesce a rimanere in scia senza neppure faticare. Brilla, accanto a Daye, il fido Minelli, perfetto in regia. Radja concede soltanto qualche numero. Non si hanno notizie di Gracis, malconcio, adibito alla cura di Ivanovic, che per buona sorte sì marca benissimo da solo. Si va al riposo con un canestro di svantaggio per gli italiani: 38-40 Nulla lascia supporre il crollo dei campioni nella ripresa. Un crollo che ha toni epici. Il secondo tempo è il negativo della prima parte. Tanto era equilibrato il gioco, e bello, tanto diventa a senso unico, con una squadra in campo, la Jugoplastika. Escono di scena, di colpo, con una serie mostruosa di errori, sia Kukoc che Daye. Ma mentre nella Jugoplastika la scena viene presa da uno stupendo Radja, ben assistito da Sobin (entrambi 6 su 6 al tiro), nella Scavolini si fa il vuoto. Con Daye scompare anche Minelli, Magnifico e soprattutto Costa sono colonne piantate sul campo, sovrastati nel fisico e nella tecnica dalla coppia RadjaSobin, tanto che a un certo piujtc Bianchini, con le mani nei capelli, li toglie per far largo a Vecchiato e Zampolini. Le percentuali dei pesaresi sono da minibasket: 8 su 22. E grazie agli arbitri che regalano qualcosa dalla lunetta. Così, dopo i primi 5' di equilibrio, la Jugoplastika va. Il vantaggio è di 6 al sesto minuto (54-48), poi avanza in progressione geometrica. Sale a 14 al 31'. sotto i colpi di Sobin, superando il muro di sicurezza dei tredici punti. Bianchini rimescola le carte in difesa. Ma la diga della zona regge poco, prima scricchiola e poi crolla miseramente, mentre Radja ormai è lanciato in un'esibizione da amichevole, cerca la schiacciata e gli applausi. Si rifa vivo persino Kukoc che al sesto tentativo infila la bomba da tre che spezza la residua resistenza pesarese. Finisce con l'ultimo canestro di Radja: 88-65. Coppa Campioni addio? Curzio Maltese

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