Ifl, uno spiraglio nel buio

Ifl, uno spiraglio nel buio Un progetto per riscattare gli immobili a tre armi dal crack di Cultrera Ifl, uno spiraglio nel buio Tra le proprietà il Grand Hotel di Rimini - In vista un accordo Ira il Cottolengo (che controlla gli alberghi di Ischia) e i sottoscrittori MILANO — n modello Europrogramme (la gestione del fondo al sottoscrittori) comincia a fare scuola. Dopo il fondo svizzero, ora tocca a quel che resta dell'in di Vincenzo Cultrera. Stavolta! creditori non trattano con il promotore, scomparso nel nulla, ma con le autorità della procedura di liquidazione e il ministero dell'Industria. E con il Cottolengo: perché anche la Piccola Casa della Divina Provvidenza restò coinvolta nel crack. Probabilmente adesso, con una transazione privata con i sottoscrittori, il Cottolengo chiuderà le varie liti giudiziarie e si terrà il controllo di sette alberghi di Ischia, già di proprietà del Rizzoli. Intanto Vincenzo Cultrera, architetto col pallino della finanza, è latitante dal marzo '85. Qualcuno scommette che sia nascosto ai Caraibi, altri giurano di averlo individuato in Svizzera, nessuno, però, ha notizie certe. Nemmeno la polizia. E poi chissà, in quattro anni, com'è cambiato. Nato a Catania, studi giovanili a Torino, Cultrera arriva a Milano negli Anni 50 quando il padre diventa direttore dell'ospedale militare. Da grande si occupa di edilizia e immobili: progetta, anche per conto del gruppo Cabassi, Insediamenti residenziali a Quarto Oggiaro e al Lorentegglo, simboli delia cintura milanese. Un giorno scopre l'atipico. Aveva dichiarato Cultrera, spiegando qual che anno dopo il boom del suo Istituto Fiduciario Lombardo: «Mi sono limitato a studia- re le esperienze di Europrogramme e della Oramco». L'architetto inventa questo meccanismo: raccoglie quattrini dal pubblico vendendo titoli di società marsupio (le cosiddette società-prodotto) che, a loro volta, controllano altre società proprietarie di immobili. I risparmiatori, spesso, non ricevono le azioni vere e proprie, ma i certificati rappresentativi di azioni, mentre i titoli vengono intestati fiduciariamente all'Ifl che, di fatto, governa l'organizzazione. In questo modo Cultrera, con una serie infinita di società collegate una con l'altra, diventa proprietario di immobili di prestigio: compra i sette alberghi costruiti da Angelo Rizzoli a Ischia, rileva il felliniano Grand Hotel di Ri¬ mini e poi ancora qualche villaggio turistico e centri commerciali. Fin che tira il mattone, soprattutto negli anni dell'inflazione a due cifre, va tutto bene, poi il gioco si sgonfia. Le richieste di rimborso crescono sempre più mentre diminuiscono le sottoscrizioni. Cultrera scappa, lascia un buco di 200 miliardi e 7000 malcapitati creditori. Ma questi ultimi non si sono arresi: si sono organizzati e ora chiedono ai commissari liquidatori di entrare in possesso dei titoli delle società dell'ex universo Cultrera. Un progetto difficile, ma che potrebbe finire bene. Gli investitori sono divisi in tre gruppi. li primo, Gennaio '85, è il più forte, raccoglie 4500 risparmiatori, è rappresentato dall'avvocato Remo Danovi. Diffonde periodicamente un bollettino di informazione e dispone di una segreteria telefonica particolare dove ciascun fiduciante può apprendere le ultime novità del caso. Altre 850 persone, soprattutto di Napoli, si sono affidate all'avvocato Gustavo Minervini e un altro gruppo di 250 risparmiatori, guidato dall'avvocato Renzini, si è costituito a Genova. I comitati hanno rivendicato la proprietà dei titoli, quelli veri, non i certificati fasulli, in un incontro al ministero dell'Industria e questo piano sarà sottoposto a un referendum tra i sottoscrittori. Ma perché vogliono indietro i titoli? «Quello che sosteniamo — spiega l'avvocato Dano¬ vi che sta preparando le schede per la consultazione — è il diritto dei risparmiatori a diventare proprietari del beni». Perché? «Su 200 miliardi di buco, 120 sono rappresentati da immobili, giuridicamente i sottoscrittori hanno comprato dei beni e non altro, quindi se esistono i titoli devono andare a chi li ha sottoscritti». Già, ma per i titoli che non ci sono più come si fa? «Per questi passivisti bisognerà garantire il rimborso di almeno il 20% del loro investimento iniziale». In pratica le opzioni che si pongono ora sono queste: o la restituzione dei titoli, anche se bisogna chiarire gli strumenti giuridici necessari, oppure la liquidazione di tutto il patrimonio Ifl da parte dei commissari e la ripartizione pro-quota del ricavato tra i sottoscrittori. In questa partita, come si è detto, è coinvolto anche il Cottolengo di Torino che, già titolare di 1/3 delle azioni dell'Italimmobili (società degli alberghi di Ischia, valore circa 30 miliardi), rilevo daìl'lfl, poche settimane prima del crack, la totalità delle azioni. I comitati hanno presentato ricorso chiedendo la revoca della transazione. Ma forse non ci sarà bisogno della sentenza della magistratura. «Siamo disponibili ad andare incontro agli altri sottoscrittori — dice l'avvocato Guido Iorio che difende il Cottolengo — penso che sarà possibile trovare un'intesa. Abbiamo già avuto contatti con i gruppi un anno fa, li riprenderemo». Rinaldo Gianola Tutto il patrimonio dell'IFL BLUE PALACE S.r.l. (Wrangler) S. Glullano mllanese, 25 complesso produttivo/lndustrlale TAU PALACE S.p.A. ., Trezzano S/Navlgllo (Ml) 1'»1 HOTEL VILL. S. TERESA S.r.l. S. Teresa dl Gallura/Sardegna. 50,100 Villagglo Turlstlco BRUCOU S.p.A (Itallmmofalll 81) Brucoli/Sicllla, Vlll.Turistlco 38,225 anil, a Valtur GRAND HOTEL RIMINI S.r.l. ~n n,7 Rlmlnl Grand Hotel CURNO S.p.A Curno/Bergamo, 12,150 Supermercato ESSELUNGA S. CIULIANO S. Glullano mllanese 11,750 Supermercato ESSELUNGA ISCHIA S.p.A. (Itallmmoblll 80) laola d'lschla, 45,487 7 Hotel/alberghl/terme Vincenzo Cultrera