L'impero dei diamanti De Beers un monopolio che sfida il tempo

L'impero dei diamanti De Beers un monopolio che sfida il tempo I segreti di una supremazia che attrae l'ira dell'antitrust britannico L'impero dei diamanti De Beers un monopolio che sfida il tempo Secondo le previsioni il gruppo è in grado di controllare i prezzi del mercato anche nei prossimi decenni FINANCIAL TIMES LONDRA — La De Beers, il gruppo minerario sudafricano, continuerà a dominare il mercato dèi diamanti grezzi fino alla fine del secolo, anche sè*la sua quota sul totale delle vendite effettuate è in diminuzione. Lo afferma un rapporto dell'East-West Center di Honolulu che verrà pubblicato a maggio dalle Nazioni Unite. Lo studio, che riguarda l'industria mondiale dei diamanti tra il 1970 ed il 2000, arriva con un tempismo perfetto. Le attività dell'ufficio centrale della De Beers, che ha sede a Londra, sono infatti all'esame dell'ufficio del Commercio britannico che dovrà decidere se sottoporre il caso alla Commissione sui monopoli e le fusioni. Secondo i risultati della ricerca la quota della De Beers sulle vendite di diamanti grezzi scenderà dal 74% nell'87 al 63% nel 2000. Ma-la posizione di monopolio continuerà e inoltre le pietre grezze aumentaranno di prezzo, confermando una tendenza di lungo periodo', afferma Charles Johnson, un esperto di economia mineraria che è tra gli autori dello studio East-West. Negli Almi 90 il prezzo dei diamanti non tagliati dovrebbe crescere più velocemente dell'inflazione perché probabilmente l'offera aumenterà ad un ritmo dell'1% annuo rispetto ad una media negli anni passati del 4 o 5%. Lo studio sottolinea come la De Beers non sia in una posizione di monopolio puro, perché i giacimenti in cui ha una posizione dominante forniscono meno di un terzo della quantità totale di diamanti trattati a livello mondiale. La sua posizione di supremazia sul mercato si basa su una serie di accordi con le maggiori nazioni produttrici di diamanti: Australia, Botswa na, Unione Sovietica e Sud Africa. Inoltre, suggerisce Johnson, la De Beers ha potuto mantenere la supremazia nei 50 anni scorsi anche grazie alla natura particolare del prodotto e a! tipo di mercato. Il gruppo è infatti riuscito a creare una classificazione, unica al mondo, che stabilisce i prezzi di oltre 3000 categorie di pietre. Le categorie rispecchiano l'enorme varietà di misure, colori, forme e qualità dei diamanti e le considerevoli differenze di valore che derivano da variazioni, anche minime, dì queste caratteristiche. Ino!f - la strategia De Beers basa su un altro elemento essenziale: accumulare i diamanti che non sono venduti immediatamente. Nell'87 le riserve di diamanti della casa sudafricana erano stimate 2,3 miliardi di dollari, ma il loro valore si avvicinava in realtà ai 3 miliardi, cioè il 70 per cento delle vendite mondiali annue di diamanti grezzi. Anche oggi, afferma lo studio, se si considera l'offerta potenziale di diamanti negli Anni 90, le riserve accumulate dal gruppo sudafricano equivalgono alla scoperta ed allo sfruttamento di un grande giacimento. Nel prossimo decennio assisteremo anche all'entrata sul mercato dei diamanti sintetici. Secondo il rapporto i laboratori di ricerca della De Beers sono riusciti ad ottenere dei cristalli di diamante che pesano fino ad 11 carati. Anche il gruppo giapponese Sumitono ha ottenuto risultati simili. -Afa le gemme sintetiche rappresenteranno probabilmente mia minaccia solo per i diamanti meno costosi — dice Johnson — visto che in questo mercato il fattore cruciale per l'acquirente è il prezzo'. I consumatori infatti continueranno a pagare di più per un diamante naturale, un bene considerato raro e quindi assai desiderabile, fino a quando sarà possibile differenziarlo dalle pietre sintetiche. Kenneth Gooding

Luoghi citati: Australia, Honolulu, Londra, Sud Africa, Unione Sovietica