Da Londra un elogio all'economia italiana
Da Londra un elogio all'economia italiana Da Londra un elogio all'economia italiana LONDRA — L'economia Italiana è una di quelle di maggior successo del mondo e per alcuni versi è, forse, più impressionante di quella giapponese grazie al «talento' al «duro lavoro e alla parsimonia' della sua popolazione e «nonostante la determinazione dello Stato italiano ad azzopparla». Lo ha scritto ieri il quotidiano inglese Financial Times in un editoriale dal titolo «Il gigante azzoppato' in cui commenta la situazione economica italiana alla luce del rapporto Ocse. L'articolo precisa che la parsimonia degb italiani si è tradotta nella percentuale di risparmi privati più alta del gruppo dei Sette (22% del reddito disponibile) mentre il talento e la capacità di lavorare hanno determinato un aumento della produttività del 4,8% negli anni 1983-86. «Questi risultati dell'economia sono tanto più notevoli se si tiene conto delle inclinazioni della classe politica' prosegue il giornale sottolineando come «faziosità e corruzione abbiano costantemente indebolito» 1 governi. Secondo il giornale un paragone tra Italia e Giappone -non è fantasioso». «Anzi — scrive il quotidiano — l'economia italiana è forse la più notevole ira le due». Infatti, precisa, «correre veloce è cosa impressionante, correre veloce con una palla al piede lo è ancora di più». «Ma il problema politico chiave rimane il deficit pubblico» precisa il giornale finanziario, rilevando come il nodo si sia aggravato negli Anni 80, quando il governo è riuscito a ridurre l'inflazione ma non il disavanzo. «Se l'inflazione non è più un'opzione, il governo sarà costretto a ridurre, alla fine, il deficit fiscale, sebbene sia difficile pensarlo, dato il suo recente comportamento nei confronti dei sindacati» prosegue il Financial Times, sottolineando però che l'Italia dovrà prima o poi scegliere se «partecipare pienamente all'integrazione finanziaria europea o mantenere il suo approccio senza eguali alla finanza pubblica». Secondo il giornale, però, non è detto che i partner commerciali dell'Italia accolgano necessariamente con favore i risultati di una riforma fiscale radicale che potrebbe portare ad una forte eccedenza della bilancia delle partite correnti. «Date le obiezioni al surplus giapponese e tedesco in questo stesso campo, forse il resto del mondo dovrebbe essere grato — conclude il giornale — per la determinazione con cui lo Stato italiano azzoppa l'economia del Paese».
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