Vedova Moro chiesti 8 mesi di Claudio Cerasuolo

Vedova Moro, chiesti 8 mesi Accusata di falsa testimonianza al maxiprocesso dei petroli Vedova Moro, chiesti 8 mesi Dura requisitoria del pm - Avrebbe negato l'esistenza di un conto bancario in Svizzera intestato al marito - Contrastanti deposizioni di Freato e Masselli TORINO — I giudici del processo per lo scandalo dei petroli non le avevano creduto e avevano definito Eleonora Chiavarelli, vedova dello statista Aldo Moro, una testimone -non indifferente». Ieri, a conclusione del dibattimento celebrato davanti al pretore Luisella Gallino, il pubblico ministero ha chiesto per la vedova Moro, imputata contumace, otto mesi di reclusione per il reato di falsa testimonianza, commesso nelle due udienze del 17 ottobre e 19 novembre dell'86 al maxiprocesso dei petroli. L'udienza è stata aggiornata al 15 marzo prossimo, per l'arringa del difensore avvocato Zancan e per la sentenza. Si avvia cosi a conclusione uno dei capitoli più oscuri del colossale contrabbando che all'inizio degli Anni 80 ha portato in carcere petrolieri, vertici della Guardia di Finanza e funzionari dello Stato: il fantomatico «conto svizzero» di Aldo Moro, gestito dal suo più stretto collaboratore Sereno Freato e riportato in Italia tramite l'amico petroliere Bruno Musselli, un conto di cui non è stata trovata traccia nelle banche elvetiche (Freato dice che era all'Ubs, Union banques swisses, ma non ricorda la città, Lugano, o Zurigo, n.d.r.). A mettere nei guai Eleonora Chiavarelli sono state alcune telefonate intercettate nell'83, subito dopo la cattura di Freato, nelle quali la vedova dello statista, parlando con i familiari del collaboratore di suo marito, disse tra l'altro: 'Mi è venuta un'idea da raccontare al giudice...-. Chiamata a deporre al processo dei petroli ricordò un episodio del quale non aveva mai parlato: un litigio tra Freato e Musselli avvenuto a casa sua nei giorni del sequestro Moro. Freato chiedeva a Musselli la restituzione dei soldi che gli aveva affidato. Un particolare che avvalorava la versione di Freato: gli assegni che Musselli aveva continuato a mandare alla segreteria Moro non erano la compar¬ tecipazione agli utili del contrabbando come socio occulto, ma la restituzione di quel conto svizzero. Ieri in aula c'erano tutti i protagonisti della vicenda: il petroliere Musselli, che da un paio di giorni ha riacquistato la libertà (tra carcere e custodia cautelare è stato detenuto per sei anni). Sereno Freato con la moglie Maria Antonietta Piacentini, le due figlie Serenella e Maria Chiara, il marito di quest'ultima Massimo Felici e l'ex segretario particolare di Moro, Nicolò Rana. Tutti convocati come testimoni, a riferire su quel conto svizzero e sulle telefonate intercettate nella primavera dell'83 dal giudice Vaudano tra la vedova Moro e la famiglia Freato a 'proposito di quel conto e di una versione da dare ai giudice'. Musselli: 'Del conto "politico" io non so nulla. E'vero che verso la fine del 75 aiutai Freato a riportare in Italia i fondi (circa 200 milioni) depositati in Svizzera. Ma gli restituii la somma nel giro di pochi giorni. Gli assegni che. continuai a mandare a Freato erano la quota degli utili nei nostri affari'. Una versione in netto contrasto con quella di Freato, che anche ieri ha ripetuto: 'Aldo Moro aveva voluto aprire un conto in Svizzera perché temeva un golpe nel nostro Paese. Musselli mi aiutò a riportare quei soldi in Italia e gli assegni che di mese in mese mi mandava erano la restituzione di quella somma». I familiari di Freato hanno ripetuto in coro: «£' vero che ci mettemmo in contatto con Eleonora Moro ma soltanto per sollecitare una sua dichiarazione pubblica a favore del nostro congiunto. Del conto svizzero non pariamo ma eravamo convinti che ne fosse a conoscenza». Per il pm Ivana Pace -ci sono le prove che Eleonora Chiavarelli ha mentilo. E' incredibile che abbia ricordato a distanza di anni un episodio del quale non aveva parlato. Non poteva non rendersi conto che raccontando quel fatto si allineava alla versione di Freato. I familiari di Freato hanno dovuto ammettere di averla contattata: ed è più di quanto potessimo pretendere da loro». Claudio Cerasuolo

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