Gorbaciov concede il visto a Lolita di Lia Wainstein
Gorbaciov concede il visto a Lolita Un mensile letterario pubblicherà per la prima volta il capolavoro di Nabokov Gorbaciov concede il visto a Lolita Secondo quanto ha riferito VHerald Tribune, a Mosca -mei corso della primavera terrà pubblicato, in un'edizione speciale del mensile Inostrannaja Literatura (Letteratura straniera) il romanzo di Viadmir Nabokov Lolita». La notizia, se risulterà esatta, merita qualche commento. H torrente di testi del tutto inediti in Urss o mai ripubblicati (diventati così praticamente inaccessibili), che inondano ormai le riviste sovietiche potrebbe suscitare l'impressione di una vera liberalizzazione, di una stampa aperta a scritti di orientamento vario, insomma di un trionfo incondizionato della perestrojka. In realtà, si può constatare invece che la grande maggioranza di quanto viene rivelato oggi ai lettori sovietici si riallaccia, più o meno esplicitamente, al tema dominante della seconda destalinizzazione, un ampio tetto al cui riparo vi è posto per le opere non impegnate in questioni politi¬ che, ma scritte da emigranti vittime di Stalin e uscite all'estero, n secondo tema che favorisce talune aperture è quello del patriottismo, ed è in quest'ambito che ii mensile Moskva, per esempio, sta ripubblicando, dopo un secolo di ostracismo, l'intera Storia dello stato russo di Karamzin. Solzenicyn, tuttavia, benché si ispiri indubbiamente a entrambi questi temi, non è stato finora riabilitato malgrado le pressioni di certi ambienti, perché giudicato ostile non solo alla degenerazione del sistema ma al sistema stesso. La situazione di Nabokov è diversa. In primo luogo, a differenza dell'autore delVArcipelago Gulag — escluso da ogni testo sovietico — Nabokov figura sia nella Breve enciclopedia letteraria, precedente all'avvento della perestrojka, sia nel Dizionario letterario enciclopedico (1987). Nel primo manuale (1968) Nabokov è definito uno scrittore dalle numerose contraddizio¬ ni, le cui opere migliori sono le novelle liriche, mentre nel romanzo Il dono (1937) «è data un'interpretazione tendenziosa e travisata di t'emysevskìj. I libri di Nabokov si distinguono per lo snobismo letterario... il suo stile è manierato, colmo di mistificazionU. Avviene inoltre un fenomeno di denazionalizzazione, poiché a partire dal 1940 lo scrittore, emigrato nel 1919, comincia a scrivere le sue opere in inglese. In quel periodo, prosegue l'enciclopedia, scrisse, tra gli altri libri -il bestseller erotico Lolita» (1955). Non vi sono qui altri commenti sul terribile romanzo, come, quasi vent'annl dopo, anche nel dizionario di epoca gorbacioviana. Nella postfazione all'edizione francese del romanzo (ed Gallimard) Nabokov scrive che provò -di primo piccolo palpito di Lolita a Parigi nel 1939 o all'inizio del 1940- una sensazione che attribuisce alla lettura di un articolo su un esperimento riuscito con una scimmia, indotta a fare un disegno. Non vi era alcun nesso preciso tra lo shock che lo scrittore subì allora e i pensieri che ne derivarono, pensieri che tuttavia diedero vita a una novella: il prototipo di Lolita (L'Enchanteur, ed. Rivages, Parigi 1986). -Era in russo — prosegue Nabokov — come tutti i romanzi che scrissi dopo il 1924 (sono tutti vietati in Urss per ragioni politiche, e i migliori non sono stati tradotti in inglese): Nel 1949, in America, il -piccolo palpito' lo ossessiona di nuovo e riprende il tema, questa volta in inglese. Il che non giova affatto alla pubblicazione del romanzo, giudicato scandaloso e rifiutato da vari editori in Usa. I tempi dunque debbono davvero essere molto cambiati se una trentina d'anni dopo la prima faticosa pubblicaziore in Occidente la terribile Lolita ha ora delle buone prospettive di poter essere letta anche dal pubblico sovietico. VHerald Tribune parla a questo proposito di -una nuova politica sessuale' e ricorda come, ancora nel 1987, un giovane fosse finito sotto processo per aver diffuso copie di 'pornografia straniera-.cioè appunto di Lolita. Benché, come si è visto, Nabokov stesso attribuisca il bando imposto alle sue opere a motivi politici, negli ultimi tempi alcune di esse (le memorie o il romanzo La difesa di Luzin) sono uscite sui mensili sovietici Se una simile sorte toccherà anche a Lolita, si potrà parlare finalmente di un gesto liberale, di un libro insolito offerto ai lettori quale prova di perestrojka. E' tuttavia difficile dimenticare quanto successo nello scorso ottobre al Novji mir: il mensile aveva annunciato la pubblicazione di un'opera non precisata di Solzenicyn, ma fu costretto a ristampare l'intera copertina di quel numero (un milione e centomila copie). Lia Wainstein
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