Il lavoro cerca una nuova «regulation»

Il lavoro cerca una nuova «regulation» Industriali e sindacati a confronto sul documento di Torino: accordi sì, leggi no Il lavoro cerca una nuova «regulation» ROMA - Le relazioni industriali vanno modificate e migliorate, ma una nuova legislazione in materia deve seguire e non precedere l'autonomo confronto tra le parti sociali. E' questa l'opinione prevalente di sindacalisti, imprenditori e giuristi riuniti ieri al seminario dell'Osservatorio di diritto del lavoro di Torino. -E' meglio che il legislatore si fermi — ha affermato il vicepresidente della Confindustria, Patrucco — c lasci disaitere pri7na le parti, che ha7uio di7nostrato di saper affrontare e risolvere bene i problemi di loro co7/ipetenza. come nel caso dei contratti di formazione-lavoro. C'è invece un pericolo di invasione da parte del sistema politico. D:n esempi: la legislazio7ie sìiI mercato del lavoro e la proposta di legge Giugni sulla rappresentanza sindacale-. Chiamato in causa il sen. Giugni ha precisato che la sua idea è di •ricostruire attra¬ verso una legislazione di sostegno (come è stato il caso dello statuto dei lavoratori) mia migliore auto-regolamentazione-. In precedenza Paolo Tosi e F-anco Carinci, i due giuristi che hanno aperto il dibattito, avevano spiegato che il documento (frutto di un anno di lavoro informale tra esperti, imprenditori e sindacabiL) propone di «lasciar governare la 77iateria dalle parti sociali-. Per Benvenuto (Uil) -la legge su questi argomenti è prematura. Il dibattito tra i si7idacati è alle prime battute. No7i ho obiezioni — ha aggiunto — sulla legge così come è stata spiegata da Giugni, ma deve comunque seguire lo sforzo di approfondimento sindacale-. Più possibilista il segretario dei chimici Cgil, Cofferati, secondo il quale la trattativa tra le parti e l'iniziativa legislativa -possono procedere contemporaneamente'. Netto invece il suo disaccordo all'apertura di negoziati di categoria sulle relazioni industriali -prima della conclusione del confronto tra Cgil, Osi, Uil e Confindustria-. Angelo Airoldi, numero uno della Fiom, invece ritiene «che la legge deve assolutamente attendere l'esito dell' accordo tra le parti sociali-. Per quanto riguarda un confronto a livello di categoria •chiederemo alla Federmeccanica — ha aggiunto — di aprire subito la discussione sulla proposta unitaria per nuove relazioni industriali che presenteremo ufficialmente domani. Aprire contemporaneamente il confronto nelle categorie, infatti, può semplificare il co7ifronto interconfederale-. Ma quale deve essere l'obiettivo di una riforma delle relazioni industriali, e quindi la convenienza delle parti ad accordarsi su questi temi? Secondo Fausto Bertinotti (Cgil), un nuovo sistema di re¬ gole può essere solo -il punto di compromesso registrato sulla base del conflitto-. Diversa l'idea sia del documento dei giuristi sia dei dirigenti di Cisl e Uil, che parlano apertamente di scambio tra certezze da dare alle imprese e maggiore riconoscimento di titolarità contrattuale da ottenere. Per la Fiat, Cesare Annibaldi ha affermato che -con una rappresentanza stabile è più facile trovare l'accordo; i problemi vc7igono risolti meglio con chi ha ima forte legittimazione e un sistema più corretto dì regole darebbe anche ai sindacati forza e adesioni maggiori'. Per Mortillaro, infine, «l'obiettivo della riforma no7i può essere l'accrescimento di potere di una delle dite parti, ma la stabilizzazione delle regole, cioè la pace sociale relativa, nel senso di mi raffreddamento della conflittualità durante la vigenza di un contratto'. fir.bu.

Persone citate: Angelo Airoldi, Cesare Annibaldi, Cofferati, F-anco Carinci, Fausto Bertinotti, Giugni, Mortillaro, Paolo Tosi, Patrucco

Luoghi citati: Roma, Torino