Poca neve lo sci pensa al futuro di Gigi Mattana

Poca neve, lo sci pensa al futuro Nella stagione più difficile inaugurati in Val d'Aosta due impianti avveniristici Poca neve, lo sci pensa al futuro DAL NOSTRO INVIATO AOSTA — Sono stati due giorni importanti: di orgoglio per la tecnologia italiana, di soddisfazione per uno sci che riesce a sopravvivere bene malgrado la meteorologia Infelice, di consapevolezza del ruolo trainante che il potere pubblico può avere sul turismo se sa dotarsi di strumenti adeguati. La Valle d'Aosta, proseguendo nella sua opera di rinnovamento, ha inaugurato in forma ufficiale (ma già decine di migliaia di sciatori li hanno usati) due impianti di risalita da record, uno a La Thuile, l'altro a Breuil-Cervinia. Sono realizzazioni che possono mutare l'immagine di una stazione e che probabilmente non avrebbero visto la luce senza quella legge regionale del 1985 che concede mutui al 4 per cento di interesse e copre il 90 per cento degli investimenti. La Thuile ha pensato in grande: ha un bellissimo comprensorio su oltre mille metri di dislivello, dotato di sette seggiovie e otto sciovie (e il «domaine skiable- raddoppia con l'unione agli impianti francesi della Rosière) A La Thuile una telecabina da tremila passeggeri all'ora - A Cervinia investimenti per decine di miliardi, grazie al sostegno pubblico - Ma la siccità mette in crisi le piccole stazioni, che rischiano di non poter rinnovare le loro strutture su cui, per un favorevole gioco di correnti, la neve è mediamente più abbondante che altrove. La vecchia funivia non era però più sufficiente ad assicurare l'arroccamento alle piste alte e le code si sprecavano. Primo in Italia è stato costruito il Dmc (doppia monocavo), un'idea del celebre progettista francese Denis Creissels e che oltr'alpe ha già visto parecchie realizzazioni, mentre in Italia è stato totalmente riprogettato dalla torinese Agudio. A un esame non approfondito tecnicamente, il Dmc è una telecabina ad agganciamento automatico (cioè si sale e scende nelle stazioni a vetture quasi completamente ferme), ma su ben altre dimensioni e con caratteristiche tecnologiche più esasperate e un marcatissimo asservimento all'elettronica. Le cabine trasportano 25 persone in piedi, le funi portanti-traenti cui le vetturette si ammorsano sono due parallele a un metro di distanza (e questo correre come su un binario dà un'altissima resistenza al vento); sono possi¬ bili campate molto lunghe e cavalietti (quelli che normalmente vengono chiamati piloni) molto più alti di una telecabina tradizionale; e ancora, il Dmc può rivelarsi economico perché può sfruttare stazioni e linea di funivie in disuso. A La Thuile l'Agudio ha costruito un gioiello; l'impianto copre 710 metri di dislivello a una velocità di cinque metri al secondo (che saranno sei il prossimo anno) per arrivare a una portata oraria di tremila persone, la più alta mai realizzata. La poca neve naturale presente però su tutte le piste (c'è un piccolo impianto di innevamento sul rientro finale in paese) e questo nuovo «mostro» che ha cancellato le code ha già dato in due mesi di esercizio un risultato economico impensabile: incassi superiori del 40 per cento alla scorsa stagione, quando quasi tutte le altre località hanno conti violentemente in rosso. La Thuile ha inaugurato anche una seggiovia triposto Leitner a morsetto fisso nella zona della Combe e il prossimo anno prevede un nuovo impianto al Piccolo San Ber¬ nardo e l'estensione dell'innevamento artificiale. Dall'ombra del Monte Bianco ai piedi del Cervino, ma i risultati non cambiano, n Breuil è l'altra stazione delle Alpi Occidentali che ha segnato finora incassi record; oggi non si scende più in paese dal versante del Theodulo, ma restano pur sempre mille metri di dislivello da Plateau Rosa a Pian Maison, una vera manna a fronte di tante località completamente chiuse. L'opera di rinnovamento che il Breuil aveva iniziato due anni fa con la costruzione della telecabina dal paese a Pian Maison al posto delle funivia che aveva compiuto cinquant'anni, è proseguita con questa nuova realizzazione, anch'essa un record per l'Italia. E' una telecabina con vetture a 12 posti (fabbricata dalla Leitner di Vipiteno, che l'anno scorso ha festeggiato il centenario di attività) che sale ai Laghi di Cime Bianche con circa trecento metri di dislivello e una portata di 2400 persone l'ora. Dalla stazione di arrivo una breve discesa porta al Lago Goillet e di li una lunga seg¬ giovia triposto sale al Colle di Cime Bianche, cardine per un migliore collegamento con il comprensorio di Valtournenche. Ma quei Laghi di Cime Bianche saranno il trampolino di lancio per una nuova arditissima realizzazione che fra pochi anni salirà a Plateau Rosa: sarà la funivia dei record su 4 funi portanti e due traenti e una sola cabina, ma grande come un monocamera e in gra J.o di portare 250 persone (investimento 15 miliardi). Dopo due mesi di tempo sul bello stabile, lunedì in quota il vento superava i 40 nodi, eppure le cabine salivano senza scosse. La tecnologia funiviaria italiana ha pochi confronti al mondo e il lavoro, almeno sulla carta, non dovrebbe mancare. Si calcola che sull'arco alpino in un decennio almeno 500 su duemila impianti esistenti entreranno in scadenza e saranno da' ricostruire «ex novo». Sempre che altri inverni co-, me questi e la mancanza di aiuti e di incentivi in alcune regioni non decretino il crollo dello sci. Gigi Mattana

Persone citate: Agudio