Boeynants libero di Fabio Galvano

Boeynants libero L'ex premier belga rapito un mese fa Boeynants libero Esclusi rapimento politico e autosequestro - Fasulla la sigla «Brigata rivoluzionaria» ■ Pagati forse 5 miliardi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES—A un mese esatto dal sequestro, l'ex primo ministro belga Paul Vanden Boeynants è stato liberato dai suoi rapitori. Provato ma in buona salute, ha bussato alla porta di casa poco dopo la mezzanotte di lunedì: da Tournai, città vicino al confine francese, era tornato a Bruxelles con un taxi, secondo le istruzioni dei suoi carcerieri. Per la sua liberazione, indica la magistratura, sono state pagate 'molte decine di milioni di franchi'-, le voci — nessuna confeimata — indicano cifre dai due ai cinque miliardi di lire. Ma per ora dei rapitori (almeno tre, ma non si sa con esattezza) non ci sono tracce; e tantomeno dell'ingente riscatto. Non è stato un delitto politico da parte della fantomatica «Brigata Socialista Rivoluzionaria», che si era attribuita quell'azione, quindi non un «caso Moro»; e neppure un «autosequestro», come il non limpido passato dell'ex premier — coinvolto in numerosi scandali, condannato tre anni fa per evasione fiscale e più recentemente al centro di un'indagine per corruzione — aveva fatto supporre: si è trattato di un rapimento a scopo di estorsione, banale nella forma quanto drammatico nella sostanza. Per un mese Vanden Boeynants — «Bvd» per il pubblico belga — è rimasto chiuso in una stanza buia, sdraiato su un letto. Ma dove? E' stato lui stesso ad indicare alla polizia la 'sensazione di essere stato «in qualche parte della Francia», come suggerirebbe il luogo del rilascio, a un centinaio di chilometri da Bruxelles. L'ex premier è stato tratta¬ to bene, ha dichiarato nel primo pomeriggio il sostituto procuratore del re, André Vandoren: i rapitori, due dei quali sicuramente parlavano francese e avevano il volto coperto da un passamontagna, 'gli hanno dato le medicine necessarie, anche una pipa e del tabacco». Ma restano numerosi punti interrogativi, ai quali per ora gli Inquirenti non hanno ritenuto di dover dare risposte. Una sola persona ha visto Vanden Boeynants dopo il suo rilascio: una fotografa belga, scelta a caso ieri mattina fra la piccola folla di operatori che sostava davanti all'edificio di Avenue Roosevelt dove l'ex premier risiede. Ha raccontato di avere visto «Bvd», seduto su un sofà in pigiama e vestaglia, dimagrito e visibilmente provato dalla sua avventura, con la barba lunga, gli occhiali neri per proteggersi dalla luce dopo un mese trascorso nell'oscurità quasi totale. Vanden Boeynants, che aveva trascorso quasi tutta la notte con gli inquirenti, si è lasciato fotografare ma non ha voluto parlare. L'appuntamento con i giornalisti è rinviato. Quando Vanden Boeynants è stato liberato, lunedì sera alle 22,15, davanti alla stazione ferroviaria di Tournai, il riscatto era già stato pagato da oltre 24 ore. "In tutto o in parte all'estero», ha precisato il sostituto procuratore. Forse in Svizzera, ma non è stato precisato. Era la conclusione di una trattativa durata 11 giorni; da quando, il 2 febbraio, i rapitori si erano messi in contatto — per posta e per telefono — con un famigliare di «Bvd» e, minacciando l'uccisione del rapito se tale svolta fosse stata resa pubblica, avevano avviato in modo concreto il difficile negoziato. Non più di dieci persone ereano al corrente dell'importante novità. Per la prima volta si aveva la certezza di avere a che fare con veri «professionisti» del crimine. Ieri si parlava insistentemente di un riscatto di 63 milioni di franchi, 2,2 miliardi di lire; ma altre voci portavano quella cifra a 150 milioni, 5,2 miliardi di lire. La gendarmeria aveva allestito un'imponente operazione, volta da una parte a garantire l'incolumità dell'ex premier, dall'altra ad arrestare i rapitori e recuperare il riscatto. Le sue «teste di cuoio», VEscadron special d'intervention, erano pronte ad agire. Solo il primo di quegli obiettivi è riuscito. Alla pista politica, in realtà, nessuno aveva mai creduto più di tanto. Ma dopo il rapimento, la sera del 14 gennaio, mentre Vanden Boeynants parcheggiava l'auto nel box di casa t'Non ricordo le circostanze precise — ha raccontato — mi hanno avvolto la testa con un sacco, mi sono risvegliato su un letto in una stanza buia»), erano state della fantomatica «Brigata» le uniche comunicazioni. La prima il 17 gennaio, con una lettera in cui si chiedevano 30 milioni di franchi, 10 per la Bsr e 20 per i poveri». Una settimana dopo, il 24 gennaio, il quotidiano Le Soir aveva ricevuto la carta d'identità del rapito e due sue pagine autografe, quasi una -prova". Poi il silenzio. Rotto, dietro le scene, dalla trattativa vera: quella che ha portato alla liberazione di «Bvd». Fabio Galvano

Persone citate: André Vandoren, Paul Vanden Boeynants, Roosevelt

Luoghi citati: Bruxelles, Francia, Svizzera