Sesto grado di Ruggeri con l'aiuto del video
Sesto grado di Ruggeri con l'aiuto del video Alla gallerìa Martano fino al 28 febbraio Sesto grado di Ruggeri con l'aiuto del video LE mie tele sono come pareti rocciose, pareti che non permettono gesti confidenti, ma passi esperti e calcolati». Con queste parole inizia il video-catalogo che il regista Furio Richetto (ha alle spalle una lunga carriera televisiva alla Rai di Torino) ha realizzato per la galleria Martano in occasione della personale di Piero Roggeri. Un video-catalogo? Sì, pare per la prima volta in Italia: abbandonati i fogli e i lunghi scritti, la galleria torinese presenta al pubblico le immagini dell'artista che s'aggira per le sale e con aria pensierosa studia il suo ultimo lavoro. La scelta delle opere in «video-cassetta» in occasione di questa mostra non è sicuramente casuale. In fotografia le opere di Ruggeri venivano appiattite, formando un tutt'uno con la cornice della foto. Attraverso le riprese, invece, i lavori riescono a vivere nella loro vera natura. Le immagini, spesso colte di lato, metto¬ no in evidenza il legame tra pittura e scultura che da sempre interessa questo artista. Ma osservando i suoi quadri non si deve pensare che il lavoro di Ruggeri consista solo nel riempire una tela così come viene. No, dietro quell'inquietante nero o rosso ci sono ore e ore di lavoro. Tutta la pittura di Ruggeri viene realizzata a tappe. Prima con la matita divide il quadro, ancora bianco, in spazi più piccoli; con linee e curve imposta tutta l'«impalcatura» del lavoro futuro. Mentre nella tappa successiva l'artista opera esclusivamente con il colore e la spatola: l'intensità del nero o del rosso non è assolutamente casuale. Tutto nelle sue tele corrisponde a un equilibrio studiato che spesso si rifa alle tele di grandi firme del passato. Proprio come testimoniano le parole di Roberto Tassi: «Il nero di Ruggeri ha trovato sue parentele, sue radici e ricordi nel mondo in cui il nero si faceva gorgo d'ombra e di vita nelle opere di alcuni grandi del passato, cui egli ha reso di volta in volta, omaggio: Tintoretto, Caravaggio, Rembrandt e Goya...». Felice la scelta della colonna sonora, in cui la parola non prevarica sulle immagini (vizio di molto documentarismo d'arte): Richetto ha scelto alcuni brani di jazz firmati Archie Shepp e Charlie Mingus. Lisa Parola «Piero Ruggeri - Opere 1988», galleria Martano, via Principe Amedeo 29, fino al 28 febbraio, orario 10-12,30 e 16-19,30; chiuso la domenica e il lunedì mattina. Piero Ruggeri
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