Carri, binari e vagoni fan da sfondo al dramma del soldato Wozzeck di Armando Caruso

Carri, binari e vagoni fan da sfondo al dramma del soldato Wozzeck L'opera di Berg in scena al Regio da martedì 14 Carri, binari e vagoni fan da sfondo al dramma del soldato Wozzeck IL palcoscenico del Regio per la prove del Wozzeck di Alban Berg, che dovrebbe andare in scena martedì 14 febbraio alle 20,30 (se non ci saranno le ventilate rivendicazioni dell'orchestra colpita dai «tagli» decisi dal consiglio d'amministrazione del teatro) sembrava una torre di babele: in sala risuonavano idiomi diversi. Il tedesco del direttore d'orchestra, il francese italianizzato del regista d'Anna, l'inglese del soprano Lia Frey Rabine e l'italiano delle maestranze. Sullo sfondo: una stazione ferroviaria costruita sui piani mobili del palcoscenico: binari e passaggi di carri ferroviari a mezz'aria, oppure adagiati dolcemente fino ad allinearsi con il livello del boccascena. Forza delle tecnologie. Peccato che al Regio di Parma, il teatro con cui il Wozzeck è stato coprodotto, queste magnificenze tecniche non potranno essere realizzate, perché è più piccolo e tanto vecchio. Protagonisti dell'opera di Berg, che s'ispira al lavoro di Bùchner, sono il baritono e voce parlante Hartmut Welker, i tenori Stuart Kale, Scot Weir e Horst Hiestermann, i bassi Rudolf Mazzola e Giovanni Savoiardo, il tenore Francesco Memeo, il soprano Lia Frey Rabine e il contralto Camilla Uebeschaer. n direttore è il giovane Christian Thielemann, il regista Claude d'Anna, le scene di Giantito Burchiellaro i costumi di Didier Sainderischin la coreografia di Robert North. Perché Wozzeck e non Woyzeck titolo del dramma di Georg Bùchner? Perché Alban Berg vide il Woyzeck, allora noto con il titolo di Wozzeck, pochi mesi dopo la prima rappresentazione assoluta che aveva avuto luogo l'8 novembre 1913 a Monaco. Ma anche perché, i frammenti di Woyzeck furono pubblicati soltanto nel 1879 da Emi] Franzos con il titolo di Wozzeck a causa di una errata lettura della difficile grafia del manoscritto. Berg rimase folgorato da quella recita tanto da scrivere a Webem: «... ne ho riportato una impressione così straordinaria che subito ho preso la decisione di porlo in musica. Non è solo il destino di quest'uomo sfruttato e perseguitato da tutti che mi tocca tanto da vicino, ma anche l'inaudito contenuto di atmosfere delle singole scene». Il dramma del soldato Wozzeck che vive con una donna e un figlio illegittimo, è reso assai bene dall'interpretazione dai cantanti, quasi tutti specialisti dell'opera, ma anche dalle scene di Giantito Burchiellaro. E sono proprio le scene, autentici quadri, a rendere perfettamente l'atmosfera, pesante, opprimente, che impressionò Alban Berg. Il compositore, che si staccò dalla concezione post wagneriana, dal punto di vista musicale conferisce a queste scene una loro precisa autonomia, perfettamente coerente con l'a¬ zione che vi si svolge. Così l'artista ricorre alla «variazione elaborativa», che garantisce a tutta l'opera coesione musicale, indipendentemente dalla tonalità. Wozzeck risulta così essere la prima opera atonale di grandissimo respiro, che all'interno del tessuto orchestrale si frantuma in una serie di complessi cameristici (anche in scena), che interagiscono nell'azione teatrale. Berg fa largo uso delle voci recitanti e del canto parlato (lo Sprechgesang), con cui i cantanti sono costretti ad intonare note altissime con una emissione da attori di prosa. Lo Sprechgesang è riservato ai due protagonisti: Maria e Wozzeck, che devono sfuggire all'ordine precostituito e stentoreo dell'autorità di cui sono vittime. Ne risulta una vasta gamma espressiva, che rende l'opera drammaticamente attraente e significativa. Armando Caruso «Wozzeck» al Regio: l'opera fu rappresentata per la prima volta a Monaco nel 1913

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