Una semplice guida contro i falsi

Suggerimenti minimi per riconoscere un mobile davvero antico Suggerimenti minimi per riconoscere un mobile davvero antico Una semplice guida contro i falsi SI dice che un antiquario fiorentino si vantasse di costruire con una sedia rotta quattro sedie d'epoca e di sfidare qualsiasi esperto a riconoscerle. Forse è soltanto una battuta, ma non c'è dubbio che il boom del mobile antico, oltre ad aver provocato un impoverimento del mercato e di conseguenza un aumento vertiginoso dei prezzi, è responsabile di un'altra e ben più grave piaga: il dilagare dei falsi. Se l'aneddoto dell'antiquario di Firenze è soltanto una storiella, questo è invece un dato certo: sempre più spesso mobili di nessun valore artistico vengono abbelliti, ripristinati e snaturati in modo tale che alla fine, di autentico, non ne rimane assolutamente nulla. Distinguere un mobile antico da un falso eseguito a regola d'arte non è facile. L'unico modo per essere sicuri di non cadere nel tranello e quello di farsi accompagnare da una persona di fiducia davvero competente in materia. Un esperto che conosca bene gli stili, i legni, ma che soprattutto sappia sentire se il mobile è falso o autentico. I veri intenditori riescono a percepire se un pezzo d'epoca è davvero genuino lontano un miglio: sanno iden¬ Il modello che illustra il serv rvizi tificare restauri recenti o remoti, scoprire le incongruenze e valutare la famosa patina che soltanto il tempo è in grado di dare al mobile. Se non si può contare sul consiglio di chi ne sa più di noi allora sarà bene osservare alcune norme base. La prima è quella di acquistare un mobile prima del restauro per vederlo nel suo vero aspetto. La seconda è di controllare attentamente che non sia stato impreziosito in un secondo tempo con filetti e intarsi. Queste decorazioni se da un lato possono rendere il mobile molto più piacevole, dall'altro gli tolgono tutta l'autenticità e spesso lo rendono goffo, quasi come se indossasse un vestito non suo. Il discorso vale anche per gli oggetti: peltri, bronzi, ceramiche, argenti, avori, fatti invecchiare e venduti come autentici quando di autentico non hanno assolutamente nulla. Per questi motivi, specialmente se si ha intenzione di acquistare un mobile di pregio, sarà bene rivolgersi a un antiquario di nome, piuttosto che al primo rigattiere che propone affali d'oro. I mobili d'epoca hanno un valore ben preciso e se è vero che a volte si può presen¬ o è di Fixmafra tare una buona occasione, non si può pretendere di acquistare per uno ciò che vale dieci o venti. Chi preferisce avventurarsi per mercatini dell'antico fidandosi soltanto del proprio intuito dovrà almeno far tesoro di alcuni piccoli accorgimenti. E' fondamentale conoscere un po' di storia degli stili, altrimenti si finirà per credere nell'esistenza di un divano del Cinquecento, secolo in cui il sofà non era ancora concepito. Considerare un mobile antico soltanto perché presenta i segni dei tarli è cosa incauta: può essere stato costruito con legno tarlato ad hoc. E' bene ricordare che il buco praticato dal tarlo in superficie, appare netto e perfettamente circolare. Fori di altra forma tradiscono immediatamente un'origine poco naturale. L'impiallacciatura (tecnica usata dagli ebanisti per arricchire un mobile con sottili fogli di legno pregiato) è un procedimento utilizzato soprattutto a partire dalla seconda metà del '700. E' chiaro quindi che qualora un mobile venga attribuito a un'epoca precedente questo dovrà essere in legno massiccio. La sua superficie interna inoltre, dovrà apparire ricca di irregolarità e disomogenea come si conviene a ciò che viene lavorato interamente a mano. 11 legno esterno poi. deve rivelare i segni dell'usura: angoli smussati, righe, crepette o scalfiture (ovvio, quando non sono realizzati espressamente dai falsari per dare al mobile recente l'aspetto antico) sono caratteristiche fondamentali del pezzo autentico. Ogni elemento in metallo (dorato o no) che decora il mobile, deve essere realizzato con le tecniche d'epoca. Chiodi, serrature e cardini devono presentare imperfezioni e irregolarità che ne denuncino la fattura artigianale. Avevamo premesso che non esiste per il mobile d'epoca un vademecum dell'acquisto siculo, quindi, ci siamo limitati a fornire una serie di piccole regole per non commettere errori colossali. Consigli senza pretese comunque, perché se ancor oggi fior di esperti continuano a prendere cantonate clamorose (l'ultima è stata quella delle false sculture di Modigliani rinvenute in un fiume) ciò significa che la matematica dell'autentico è, e sarà sempre, una scienza per pochi eletti. Emanuela Minucci Ifiorai già lo sanno: l'89 sarà l'anno del mazzi di fiori da uomo e San Valentino rappresenterà la prima occasione per sperimentare sui grandi numeri la nuova tendenza. Un bouquet «for man» inviato da una signora in occasione della festa degli innamorati non sarà più considerato una stramberia che suscita imbarazzo, un'idea originale a tutti i costi, un pensiero vagante controcorrente come fino a qualche tempo fa, ma un gesto gentile, apprezzato e persino alla moda. Va da sé che i mazzi al maschile sono diversi da quelli per signora. L'importante ò riprendere dimestichezza con il significato dei fiori per non incorrere in gaffes e malintesi. Per non sbagliare le cultrici della tradizione possono addirittura fare riferimento ad un volumetto scritto nel XV secolo dal mantovano Fulvio Murato. Sotto il titolo-Dei fiori e dei mazzulu l'autore, che del linguaggio dei fiori è considerato l'inventore, detta una serie di regole fondamentali, di accoppiamenti base poi riprese e sviluppate nell'Ottocento in deliziosi librini spesso impreziositi da illustrazioni, veri e propri dizionari del comunicare attraverso i fiori. I più pignoli in questo studio linguistico-floreale sono stati gli inglesi. E' datato 18

Persone citate: Chiodi, Emanuela Minucci, Modigliani

Luoghi citati: Firenze