Una città da girare in pantofole con un po' di Mozart in bocca

Una città da girare in pantofole con un po' di Mozart in bocca Una città da girare in pantofole con un po' di Mozart in bocca nare che, di li a due secoli, non solo i conterranei ma mezzo mondo avrebbe cercato di prenotare, con due anni di anticipo, i concerti e le opere che saranno eseguiti durante le celebrazioni del '91. Non fu il solo personaggio d'altronde ad accusare l'immobilismo conservatore che da sempre caratterizza quest'«incantevole Stradivari naturale» e che ha contribuito a farlo restare quello che era, nonostante il peso degli anni. Altri esempi: da Thomas Bernhard («un posto per suicidi») a Stefan Zweig, che fuggi l'atmosfera anacronistica scrivendo le monumentali e illuminanti biografie di uomini famosi; fino al contemporaneo Peter Handke che vi ha però ambientato il suo ultimo libro Der Chinese des Schmerzes (inedito in Italia) e che abita proprio nel Mónchsberg (al numero 17), al piedi della Fortezza di Hoensalzburg. Tanti hanno sputato nel piatto dove mangiavano. Mai però sul mistico soufflé di Salisburgo (Salzburger Nockerl) del Till Eulenspiegel (Hagenauerplatz 2, tel. 843180), il ristorante gemùtlich (ovvero «intimo»), collocato di fronte alla barocca casa di Mozart sulla Getreidegasse al 9; o sul Tafelspitz mit Wurzeln (bollito tipico del Sallsburghese accompagnato con salsa di rafano e mele) servito da un nipote di Francesco Giuseppe nella Gasthof Schloss Aigen (Schwarzenpromenade 37, tel. 21284), taverna arroccata nel quartiere residenziale e che guarda, oltre la Salzach, lo scrigno barocco del minuto centro storico. Incastonato tra la Salzach, il bel fiume che curvando divide la zona monumentale da quella più moderna dove imperano i! Mozarteum e il castello di Mirabeli, e le pendici alpine del Mónchsberg, abbraccia in pochi metri quadrati (un chilometro di lunghezza e mezzo di larghezza) tutte le opere architettoniche più importanti. Le cinque piazze che si succedono quasi in fila indiana (Alter Markt, Residenz Platz, Mozart Platz, Dora Platz e Kapitel Platz) e che ospitano a loro Itinerario a volta la chiesa dei francescani, dell'università, il duomo e San Pietro con il suo suggestivo quartiere che ingloba il cimitero più antico della città e le catacombe scavate nella collina proprio ai piedi della fortezza il cui ingresso è vigilato dalla tomba della sorella di Mozart, Nanneri. RACCOLTO ò il minuscolo ghetto ebraico in riva alla Salzach dove si trovano la palazzina del poeta simbolista Georg Trakl (1887-1914) e la Hollbrau Stubl in Inden (Judengasse 15), la birreria all'angolo della Waag Platz da secoli accolta nelle cantine di una casa storta che apre la via degli ebrei. Girato l'angolo si è attratti da settecentesco Cafè Tomaselli dove la noblesse oblige degusta Kirsch - Schwarzwalder Sacher - Nusstorte, coccolata dagli interni di legno stagionato, dalla pasticceria Fiirst, artefice dal 1884 di quella dolce sinfonia culinaria a base di marzapane al pistacchio, gianduia e fondente che è il Mozartkugeln e infine dal rococò curioso sprigionato dalle porte dipinte dell'Apotheke (farmacia, sempre nell'Alter Markt) ancora impregnata di secolari essenze. Ma è nella Sigmund-Haffnergasse, la stradina che collega il quattro-settecentesco Municipio con la Max Reinhardt Platz che si scopre la Salisburgo colta, la città novecentista. Prima le vetrine della Musikhaus Katholnigg, stracolme di dischi tra cui le registrazioni dei rtistico-biograf ico nella Firenze di Michelangelo

Luoghi citati: Firenze, Italia, Salisburgo