Con un'antenna radio ti rapisco Bach, Berg e Rossini

Con un'antenna radio ti rapisco Bach, Berg e Rossini Le tecniche e i costi dei dischi «pirata» Con un'antenna radio ti rapisco Bach, Berg e Rossini SI chiamano «pirata», come i loro fratelli pop. Poi, trattandosi di musica classica, di altro genere e diversa penetrazione sul mercato, di differente casistica giuridica, il termine s'ingentilì: si chiamarono dischi «privati», con delicata improprietà salottiera. A renderli un fatto pubblico, in Italia, ci pensò la più pubblica delle etichette, la Fonit Cetra con la sua collana Opera Live. Fu come accendere un covone di paglia. Ora con il digitale anche I dischi «live» p «storici», come : si preferiscono chiamare (prodotti cioè con nastri di trasmissioni radiofoniche, di concerti o rappresentazioni teatrali dalla cui data siano passati i fatidici vent'anni di tutela del diritto d'autore) sono arrivati alla loro terza svolta, che è artistica, tecnologica ma anche di mercato. Il loro grado di «rifinitura» acustica è, grazie al Cd, decisamente concorrenziale con i prodotti da studio. Il repertorio, accanto al tradizionale filone delle opere d'annata, si butta coraggiosamente sul moderno e sul contemporaneo, quello «che non vende», per amore di certo materiale a disposizione. Le edizioni Stradivarius, ad esempio, nella serie «Grandi maestri dell'interpretazione» (tra parentesi sponsorizzata dalla Digital Computer e dal Sole 24 Ore) accostano l'Arte della fuga di Bach diretta da Scherchen (Lugano: 14-5-1965) alla LuluSuite di Berg diretta daMadema (Rai Torino: 20-10-1961). Sul versante del melodramma, la scena del disco «live» registra di recente l'ingresso di una nuova, aggressiva etichetta, la Claque, che praticamente esordisce il 7 dicembre del 1988 in grande stile distribuendo in contemporanea alla prima scaligera il già noto Guglielmo Teli di Rossini diretto da Mario Rossi alla Rai di Milano nel settembre 1956. Oggi sono già disponibili altri dieci numeri, tra cui un Don Carlo di Abbado alla Scala (inaugurazione del 1968, con Ghiaurov, Cappuccini, Cossotto e Talvela). Che cosa ha favorito la nuova fiammata storica ad alto contenuto tecnologico? La nascita in Italia di un impian¬ to di fabbricazione di Compact Disc: la PhonoComp. Che ovviamente serve qualunque cliente. Ma è diventato così abbordabile produrre un disco digitale? E chi sono i «produttori» di questo nuovo rivolo commerciale che un pochino impensierisce le etichette ufficiali? Sono amatori, insospettabili professionisti dalla «doppia vita». Da un'indagine fra i «produttori» emergono i meccanismi di questo sommerso discografico. Fondamentalmente le forni dei nastri sono tre: amatori collegati via radio,,forniti di cataloghi aggiornati mese per mese; archivi di società che hanno sponsorizzato il concerto; l'esecutore stesso. Agli amatori basta un'antenna di tre metri d'altezza e un paio di Revox ovviamente a velocità 38. Ci si collega facilmente con Radio France, che è una miniera per la musica classica e la musica contemporanea, oppure con la Bbc o la radio austriaca — l'Italia offre come sempre poco e trasmette male — e si ha un nastro di qualità altissima. Con un'operazione eventuale di pulizia, al momento della masterizzazione, si ha un prodotto digitale ADD. Come la maggior parte di quelli in commercio e datati prima del 1980. I nastri incisi hanno prezzi varianti dalle 500 mila lire ai due milioni, a seconda della rarità. Fra gli altri costi, sembrerà paradossale, quelli più gravosi sono gli extra. Il libretto, ad esempio, che ormai deve essere corredato con note critiche e numerizzazione dei pezzi, costa 3000 lire in colore e 800 in bianco e nero. Il costo globale dell'operazione dipende dalla quantità. Per 1000 Cd si va dagli 8 ai 13 milioni, per 2000 pezzi dai 10 ai 15. E queste sono le tirature medie di un «live», con le quali praticamente i «pirati- rientrano nelle spese. Ma se si avesse il coraggio di stampare 5000 copie i costi dimezzerebbero; occorrerebbe però una grossa rete di distribuzione. Al pubblico vengono venduti al normale prezzo di 14-18.000 lire. Ma sulla quantità di 5000 pezzi il prezzo potrebbe anche abbassar si a 10 mila lire, perché il costo reale sarebbe di sole 5 mila lire. Cosimo Steffani

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