Sono un giallista ma non cercate le piste nei miei romanzi

Sono un giallista ma non cercate le piste nei miei romanzi Parla Jacques Roubaud, matematico, esperto di giochi linguistici sulla scia di Perec e Calvino Sono un giallista ma non cercate le piste nei miei romanzi che siano in grado di generare nuove opere. Ogni invenzione è poi messa a disposizione di ogni eventuale utilizzatore-. — Che cosa è la contraente, la costrizione, di cui voi ouliplani parlate sempre? «E' un concetto chiave. Ogni testo letterario è prodotto in base a determinate contraintes: l'Oulipo studia e agisce proprio sulle contraintes. Come pure gli orientamenti di lavoro complementari all'oulipismo stretto, che sono da un lato l'anoulipismo, o oulipismo analitico, che esamina le opere letterarie esistenti antiche o moderne per determinarne il grado di potenzialità, scoprire cioè le contraintes visibili o nascoste che li hanno prodotti, e indagare sul potere creatore che queste strutture hanno ancora o non hanno più, per scartare quelle che risultano non più feconde e conservaree se è necessario rinnovare quelle che possono ancora servire. D'altro lato il sintoulipismo, o oulipismo sintetico, che intende mettere a punto strutture testuali nuo¬ ve sfruttando le risorse della matematica'. — Attualmente, quanti sono i membri dell'Oulipo? -Ventisei, compresi i morti, cioè Calvino, Queneau, Perec e l'americano Marcel Duchamp. I morti sono i membri più importanti». — Che ricordo ha di Calvino oulipiano? "Nel periodo in cui visse a Parigi, partecipava regolarmente alle riunioni, che si svolgono una volta al mese. Di solito stava in silenzio e ascoltava tranquillo. Ma succedeva che prendesse la parola, e allora diceva qualcosa di assolutamente straordinario che lasciava tutti sbalorditi. Poi tornava silenzioso. Prima di morire, aveva cominciato a scrivere un racconto che si intitolava L'ordre dans le crime, che però non è stato pubblicato perché aveva bisogno ancora di un notevole lavoro di contrainte. Un piccolo testo di Calvino molto bello, pubblicato nell'ultima Bibliothèque Oulipienne (ed. Ramsay), è quello in cui spiega il segreto di fabbricazione del suo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore, che ha per contrainte la semantica di Greimas». — Lei è studioso tanto della poesia dei trovatori, come di quella giapponese; di Lewis Carrol, come dei romanzi di Jane Austen e di letteratura poliziesca. Qual è il filo rosso tra le varie aree dei suoi interessi? »Il comune denominatore, in linea di massima, è che si tratti di una tradizione, e che sia in qualche modo distante, nel tempo o nello spazio. Oppure, qualche punto di contatto con il mio mestiere di matematico». — A suo parere, la letteratura potenziale è l'unica possibile, oggi? 'Oh, noi E' quella che noi proponiamo, ma non è che una delle vie possibili. Oggi non esistono più regole universalmente valide, come è stato nel passato, per esempio quando la poesia equivaleva al verso. Nel libro intitolato La vieillesse d'Alexandre, ho parlato della difficoltà derivata alla poesia moderna dalla scomparsa del verso tradizionale. Mi sono chiesto quali sono le possibilità odierne di creare il verso, dopo aver constatato il fallimento del verso libero-. — Parlando di fallimento, a chi pensa in particolare? «/o sono stato un grande lettore dei surrealisti, i quali hanno esercitato per un buon periodo un vero e proprio dominio sulla scena poetica. Ma sono convinto i che dal punto di vistaformale la loro esperienza si sia risolta in una impasse-. — Ci aggiorni sulla sua attività. -L'ultimo libro che ho pubblicato è stato Partition rouge, un'antologia di poesia degli Indiani dell'America del Nord (éd. Seuil, coli. Fiction & Compagnie). E il prossimo che uscirà è un testo in prosa che si intitolerà Le grand incendie de Londres, sull'incendio che distrusse la città nel 1666, dopo il quale tutto dovette essere ricostruito. Anche questo libro uscirà da Seuil, e in copertina ci sarà un quadro di un olandese che rappresenta il fatto in questione-. — Qual è la più recente novità oulipiana che possiamo segnalare? -E' uscita da poco qui in Francia la traduzione di un romanzo esemplarmente oulipiano, Sigarettes (éd. P.O.L.) di Harry Mathews, eminente membro dell'Oulipo. Va ricordato che le contraintes possono essere visibili o nascoste. Nel romanzo di Harry sono invisibili, giocano il ruolo del fantasma, e questo ne fa un libro di grandissima intensità. E' una traduzione cui Harry stesso ha collaborato in larga misura-. — Lei si occupa molto di traduzione. Quindi a suo parere la traduzione è possibile, esiste. -Non solo esiste. Io credo che un testo comincia a esistere realmente solo quando comincia ad avere un buon numero di traduzioni, di buone traduzioni-. Detto questo, svelto e sornione, Roubaud scompare dietro un'altra porta, non quella da cui era comparso. Gabriella Bosco Riunione dell'Oulipo (25 settembre 1965). Da sinistra, riconoscibili: Italo Calvino, Henry Matbews, Francois Le Lionnais, Raymond Queneau, Jean Queval, Claude Berge e, in piedi, Jean Roubaud, Paul Foumel, Michèle Mitail, Lue Etienne, Georges Perec, Marcel Benabou, Jacques Bens, Paul Bradford, Jean Lescure, Jacques Duchàteau, Noci Arnaud; al centro André Blavier

Luoghi citati: America Del Nord, Francia, Parigi