Al clavicembalo di Zipoli s'ispirò Scarlatti

Al clavicembalo di Zipoli s'ispirò Scarlatti Due Compact disc ridanno luce all'opera di un importante e trascurato musicista del '700 Al clavicembalo di Zipoli s'ispirò Scarlatti CI ha pensato una piccola casa discografica (ma tecnicamente molto agguerrita) a celebrare degnamente Domenico Zipoli a tre secoli dalla sua nascita: la Excelsa Musica di Studio Ars Organi (è anche un centro di studi e ricerche organistiche diretto da Vittorio Bonotto), che ha registrato in due CD l'intera opera di Zipoli affidandola all'organista e clavicembalista Cesare Tegtùlio: opera che è poi compendiata in una unica raccolta, quelle Sonate d'Intavolatura per Organo e Cimbalo stampate con rara cura e persino con un certo lusso a Roma nel 1716. Lo Zipoli non è un dappoco, e non va confuso con la massa dei clavicembalisti italiani del primo Settecento: fra le Toccate di Frescobaldl e 1 Trenta Esercizi di Domenico Scarlatti non si trova nella nostra musica per tastiera niente di più sostanzioso, formalmente robusto e inventivo. Organista nella Chiesa del Gesù a Roma, secondo un cartiglio di mano del Padre Martini scoperto da Luigi Ferdinando Tagliavini, sembra sia stato -mandato a Napoli sotto Alessandro Scarlatti, dal quale scapò per acuta differenza». Acutezze, a giudicare dallo stile, deve averne avute anche nel carattere, ma purtroppo della sua figura avventurosa si continua a sapere poco: nel 1712 era a Roma, nel 1716 pubblicò la sua opera, nello stesso anno si recò a Siviglia dove si rese gesuita; l'anno dopo fu comandato in Paraguay, sulle orme dei padri Cataldino e Maceta, e nella famosa colonia gesuitica morì nel 1729 in età di 41 anni. A storici della Compagnia dobbiamo in gran parte quel poco che sappiamo sulla sua vita: dati quasi tutti relativi all'ultimo decennio, mentre resta ancora in ombra il periodo italiano, quello che più interessa per scoprire le radici della sua arte. Quelle di Zipoli sono Sonate scio di nome, molto diverse da quelle del suo contemporaneo Domenico Scarlatti: la sezione organistica comprende una vasta Toccata, cinque gruppi di quattro Versi seguiti da una Canzone, più cinque pezzi per la Messa e una Pastorale (sicuramente una delle più belle pastorali di tutta la musica italiana); al clavicembalo (trattato con chiara coscienza della diversità timbrica e dinamica) sono assegnate quattro Suites e due serie di Partite. Nella Toccata e nelle Canzoni, Zipoli guarda certo a Frescobaldl, ma con una speditezza discorsiva più efficace di quella di Pasquino più indietro, mostra di conoscere Trabaci e altri napoletani, ma «durezze e ligature» si sciolgono sotto le sue dita in lieve estrosità; la sua cantabilità deriva da Corelli, ma lo su¬ pera in fantasia; 11 suo senso della forma, a contatto con la tastiera, è senza paragone più maturo di quello di Alessandro Scarlatti Insomma, Zipoli è l'unico vero modello che Domenico Scarlatti può avere avuto in Italia, e anche Haendel deve essersi accorto di lui (si confronti la Fuga in la minore conservata a Napoli con la Canzone in sol minore di Zipoli). L'esecuzione di Cesare Teghillo, sia all'organo Tamburini sia al cembalo, rende piena giustizia al valore del compositore: solida ma trasparente, varia nei colori, ma sempre nel quadro dello stile italiano, nella sobria tavolozza della più spiritosa delle Arcadie. Giorgio Pestelli Domenico Zipoli: «Sonate d'intavolatura», organista e cembalista Cesare Teghillo, 2 CD Studio Ars Organi.

Luoghi citati: Italia, Napoli, Paraguay, Roma, Siviglia