«Troyat è impreciso Io ho scavato tra i segreti di Flaubert» di Alain Elkann

«Troyat è impreciso Io ho scavato tra i segreti di Flaubert» L'autore di «Madame Bovary» continua ad attirare i biografi. A colloquio con l'americano Herbert Lottman che ha scritto un nuovo ritratto «Troyat è impreciso Io ho scavato tra i segreti di Flaubert» PARIGI — Flaubert è di moda in Francia. Alla fine della scorsa estate è uscita a Parigi una biografia di Flaubert di Henri Troyat, a febbraio del 1989 verrà pubblicata contemporaneamente da Little Brcwn negli Stati Uniti e da Fayard in Francia un'altra biografia di Flaubert dì Herbert Lottman. C'è voluto un americano per far scoprire alcuni segreti ancora inediti dall'autore di Madame Bovary. Del resto sembra essere nella tradizione anglosassone occuparsi di scrittori francesi. Penso alla bicgrafia di Proust di Fcinter o alla corrispondenza di Proust curata da Philip Kolb. Herbert Lottman vive a Parigi fin dagli Anni Cinquanta. All'inizio della sua carriera rappresentava in Francia la casa editrice americana Farrar Slraus e Giroux, e ha fatto tradurre in francese autori quali Isaac B. Singer, Susan Sontag, Bernard Malamud. Lottman è poi passato al giornalismo culturale e da molti anni è il corrispondente europeo e talvolta l'inviato speciale in Sud America e in Giappone del settimanale americano Publishers Weekly, specializzato in editoria. Lottman ha scritto l'unica biografia di Albert Camus pubblicata fino ad oggi (uscita in Italia da Jaca Book), «La Rive Gauche», una testimonianza della vita intellettuale a Parigi negli Anni Trenta (Comunità) e una biografia del maresciallo Pétain (Feltrinelli). A pochi giorni dall'uscita della nuova biografia su Flaubert, ho intervistato Lottman. — Lei sapeva che Henri Troyat, biografo illustre dei maggiori scrittori e poeti russi, avrebbe pubblicato da Flammarion una biografia di Flaubert pochi mesi prima dell'uscita della sua? «Sono venuto a sapere che Troyat si accingeva a scrivere una biografia di Flaubert quando la mia era quasi finita. Incoraggiato dal suo editore, Troyat ha scritto il suo libro in pochi mesi. Lo stile è senz'altro brillante, la critica ne ha parlato con molti elogi, ma non è un lavoro preciso e affidabile. Jean Bruneau, grande specialista di Flaubert, curatore per la Plèiade della corrispondenza, sostiene che Troyat non ha fatto una ricerca accurata e nel suo libro ci sono lacune e mol¬ ti errori. E' noto per erempio che nella vita di Flaubert ci furono tre donne importanti: Elise, un amore platonico dell'adolescenza, Louise Colet, la poetessa con la quale ebbe un amore tormentato e una corrispondenza vastissima durante gli anni in cui scrisse Madame Bovary, e infine Juliette Herbert, la governante inglese di sua nipote Charlotte, che fu la sua amante segreta negli anni della maturità. «Troyat nella sua biografia si dimentica completamente di parlare di questa donna inglese. Egli si avvale anche di molte informazioni false che fanno parte deila leggenda di Flaubert, senza metterle in discussione. Non è affatto vero, per esempio, che studiasse lentamente e con difficoltà. Io ho cercato invece di osservare lo scrittore da un punto di vista obbiettivo, consultando molti documenti». — Per esempio? «Ho studiato a lungo quanto accadeva nel campo della medicina in quel periodo. Ho studiato certe malattie come l'epilessia o la sifilide, per capire e poter descrivere meglio l'ambiente medico in cui era nato lo scrittore e poi le sue malattie. Nel libro insisto molto sulla novità della sua scrittura, su come lavora la lingua per semplificarla, renderla moderna, diversa. Distruggo inoltre il mito che Flaubert scrivesse lentamente a causa dell'epilessia. Scrive lentamente perché cerca di costruire delle frasi che gli sembrino perfette sia nel ritmo, sia nella musica. Faceva e rifaceva, leggeva ad alta voce e combatteva sia le ripetizioni, sia certi suoni che gli parevano striduli». — Cos'altro ha scoperto? «Ho applicato al mio lavoro la metodologia anglosassone che adopera anche Elhnan nella biografia di James Joyce. Seguire il personaggio in tutte le attività della sua vita giorno dopo giorno. In certi momenti Flaubert fa o scrive cose terribili. Ho citato in varie riprese gli attacchi razzisti contro il suo editore ebreo Michel Levy». — Come incomincia il libro? «Dalla descrizione della famiglia; erano dei medici, alto-borghesi, vivevano tra Rouen, dove il padre lavorava all'ospedale, le spiag¬ ge non ancora di moda come Trouville e Deauville e la casa di Croisset, dove lo scrittore trascorrerà come un eremita gran parte della sua vita, insieme a sua madre. Flaubert fino alla pubblicazione di Madame Bovary, si fa un punto di orgoglio di essere un uomo di provincia che va molto di rado a Parigi. Solo quando decide di scrivere Salammbò e poi per YEducation sentimentale e Bouvard, et Pécuchet dovrà soggiornare più a lungo nella capi-1 tale per fare le sue ricerche in biblioteca. Flaubert è un lettore e un ricercatore meticoloso con dei gusti molto precisi. Studia il greco per leggere i classici, perfeziona il suo inglese per leggere Shakespeare che giudica infinitamente superiore a Molière. Non gli piace Victor Hugo e solo più avanti negli anni scoprirà Tolstoi e apprezzerà i primi due volumi di Guerra e pace. «A Parigi frequenta i fratelli Goncourt, il critico Saint Beuve che sostiene fin dall'inizio il suo lavoro parlando in termini molto elogiativi di Madame Bovary. Fu Saint Beuve a presentargli il romanziere russo Turghenev che diventerà un amico intimo e fedele per tutta la vita». — Flaubert negli anni della maturità vive spesso a Croisset come un eremita, ma frequenta anche i salotti parigini. «Sì, lo divertiva essere invitato alla corte di Napoleone III ed era amico intimo e confidente della principessa Mathilde». — E'vero che Flaubert ebbe rapporti omosessuali? «Aveva scritto a certi suoi amici di un'esperienza omosessuale vissuta durante il suo "grand tour" in Medio Oriente, in un bagno turco. Si tratta di un episodio turistico. Non vorrei deludere gli ammiratori di Flaubert, ma direi che sessualmente era una persona convenzionale, molto borghese-, — Oltre a Turghenev era anche amico di George Sand? «Era un'amicizia sincera, soprattutto epistolare. Lui non la ammirava molto come scrittrice, ma la stimava come persona. Tra loro non c'era un'amicizia amorosa come si volle spesso far credere». — Quale fu il rapporto con Guy de Maupassant? Sì dice spesso che fosse il figlio na- turale di Flaubert. E'vero? «E' impossibile avere delle prove e quindi affermare che Maupassant fosse figlio illegittimo di Flaubert. Si può forse dire che fosse come un figlio adottivo. Talvolta Maupassant era duro, insofferente e poco riconoscente verso Flaubert». — Nella sua biografìa lei parla anche del rapporto di Flaubert con il denaro. «E' vero. I soldi hanno sovente avuto un'importanza capitale nella vita degli scrittori: penso a Balzac, a Joyce. Flaubert non avrebbe voluto che esistesse il denaro. Visse fino a oltre cinquantanni senza dei veri problemi, ma quando il marito di sua nipote falli e si dovettero pagare i suoi debiti lo scrittore, ormai invecchiato, pensò che avrebbe dovuto mettersi a lavorare se non voleva finire in miseria. Morì poco dopo di infarto». — Adesso che ha finito la biografia su Flaubert quali sono i suoi progetti futuri? -Scrivere una biografia di Colette. Sarà per me un divertissement. Non ritengo Colette una grande scrittrice, ma un personaggio interessante che mi permetterà di immergermi nella Francia dell'inizio del Novecento e della Belle Epoque. Avrò così attraversato la vita intellettuale francese dall'epoca di Flaubert fino a Camus». Alain Elkann Gustave Flaubert