Budapest aspetta il Papa di Marco Tosatti

Budapest aspetta il Papa La visita dovrebbe avvenire nell'estate dell'anno prossimo Budapest aspetta il Papa In Ungheria si moltiplicano i segni di attenzione e rispetto per la Chiesa - Nei giorni scorsi si è svolta una Conferenza teologica internazionale con i rappresentanti di nove movimenti cattolici CITTA' DEL VATICANO — In Ungheria attendono il Papa per l'anno prossimo; una data precisa ancora non è stata fissata, ma a livello informale si parla dell'estate, o al massimo dell'inizio di autunno come del periodo più probabile per il primo viaggio pastorale di un Pontefice in un Paese dell'Europa orientale (con l'eccezione della cattolica Polonia). Ma intanto i segni di apertura, sull'onda di rinnovamento proveniente da Mosca, si moltiplicano, e raggiungono livelli impensabili solo fino a qualche mese addietro. L'esempio più clamoroso è stato vissuto qualche giorno fa, in silenzio. Una voluta cortina di discrezione è stata stesa dagli interessati prima che il fatto avesse luogo, nel timore di un ripensamento delle autorità, dovuto a qualche fuga di notizie. Il 3 e il 4 febbraio a Budapest, alla presenza di tutti i vescovi del Paese, si sono riuniti in una Conferenza teologica i rappresentanti nazionali e internazionali di nove movimenti cattolici laici: Focolarini, Comunità neocatecumenali, Rinnovamento carismatico, Marriage Encounter, Re- gnum Marianum, Fede e Luce, i Terziari dell'Ordine francescano, la Comunità di Taizé e Comunione e liberazione. Il convegno si intitolava «Il ruolo e il servizio di rinnovamento - Movimenti, Comunità e spiritualità nella Chiesa ungherese». Organizzatore ufficiale dell'evento è stato l'Unio Cleri ungherese. Ma la sua portata travalica i confini della realtà della Chiesa locale, e in una certa misura, anche quella dei confini nazionali. Ancora in Ungheria, che pure è considerata uno dei Paesi leader nei rapporti Stato-Chiesa, fra quelli del blocco orientale, manca una legislazione che autorizzi e riconosca uffi cialmente la possibilità per i laici cattolici di associarsi ed operare. Il fatto che il governo abbia consentito l'uscita allo scoperto del fenomeno, in una forma così ufficiale e solenne, è assolutamente senza precedenti oltrecortina, e può addirittura preludere, in tempi ovviamente più lunghi, a una presenza e un ruolo pubblici dei cattolici ungheresi. Negli ultimi vent'anni alcuni movimenti di «rinnovamento» avevano cominciato ad esistere e ad operare nel Paese; ma in realtà questo fervore di attività è rimasto finora nascosto, clandestino, mimetizzato nell'attività pastorale delle parrocchie più vivaci e impegnate. La Conferenza dei giorni scorsi è stata in una certa misura una dimostrazione di «muscoli» da parte e per la Chiesa ungherese. E' da tenere presente che anche se la situazione nei rapporti StatoChiesa in Ungheria è ottima, se paragonata ad altre situa¬ zioni nei Paesi dell'Est, ci sono solo tre Ordini religiosi che possono vivere (Scolopi, Francescani e Benedettini); tutti agli altri maschili, e la totalità di quelli femminili sono vietati, anche se esistono comunità clandestine e semlclandestirie di domenicani, gesuiti e di altre congregazioni religiose. ' Questo spiega la prudenza della gerarchia, ancora traumatizzata dal periodo duro della repressione staliniana. La Conferenza è stata presieduta dal card. Lazslo Paskai, primate d'Ungheria, che ha sottolineato gli aspetti d'obbedienza all'autorità.dei movimenti, e il fatto che le occasioni di apertura si stanno moltiplicando. -Non è necessario che le associazioni siano tante, ma contribuiscano al rinnovamento della Chiesa e del Paese — ha detto —. Vogliamo servire la visita del Papa con questo spirilo'. Ma il cardinale, chiudendo la conferenza, ha anche sottolineato che i movimenti devono rimanere nel loro orientamento di movimenti spirituali, senza commistioni con la vita politica, e in piena unione con la Chiesa. Marco Tosatti Cìiovanni Paolo li

Persone citate: Benedettini, Fede, Paskai

Luoghi citati: Budapest, Citta' Del Vaticano, Mosca, Polonia, Ungheria