«A Sanremo faremo una grossa azione di disturbo» di Gian Luca Favetto

«A Sanremo faremo una grossa azione di disturbo» IftSTERVtlSTA / Parla iì trio Solenghi, Lopez, Marchesini che saranno protagonisti, con Beppe Grillo, del prossimo Festival «A Sanremo faremo una grossa azione di disturbo» «Quello è un enorme parco nazionale che raccoglie soltanto animali in via d'estinzione. Noi compresi, naturalmente...» Anna Marchesini, bella, 35 anni, da Orvieto; Tullio Solenghi, abbronzato, 40 anni, da Genova; Massimo Lopez, con i baffi, 36 anni, dalla provincia di Ascoli Piceno. Lei, appena ventunenne, si è laureata in psicologia, poi si è iscritta all'Accademia d'Arte Drammatica. Come i suoi compagni, ha un passato nel grande teatro di giro: tutti scritturati da Stabili o da compagnie private. Nell'81 sono per la prima volta insieme in Helzapoppin su Raidue. Hanno i numeri. Lavorano con intelligenza. La televisione se li cura bene e fa loro da chioccia. Loro curano bene la televisione e la fanno migliore di quello che normalmente è. Partecipano a Testomatto, a Domenica in... Arriva il successo, la grande popolarità. Lasciano a Montesano l'ultima edizione di Fantastico, perché loro non fanno tanto per fare, devono avere l'idea buona, dicono. L'idea buona l'hanno avuta per il teatro mischiando Cecov e cabaret, vaudeville e parodia, così hanno coronato il sogno di approdare al Sistina, hanno riempito i teatri di tutta Italia e registrano ogni sera l'esaurito all'Alfieri di Torino. Dopo il teatro, il cinema. E' in programma per l'inizio del '90. Un film tutto loro. Prima del cinema ci sono I promessi sposi, ricordano. Ma prima d'allora, mentre continua la tournée teatrale, c'è ancora Sanremo. E l'Intervista, finalmente, può partire. Da Sanremo. Dal Festival. Dove saranno ospiti il 21, il 23 e il 25 insieme a Beppe Grillo per il gran finale. Chi anticipa cosa faranno? Marchesini, ancora più avvenente di quanto sembri in Tv, sorride, gira gli occhi dall'altra parte e dice: 'Abbiamo idee volatili, nel senso che vanno e vengono; non siamo ancora riusciti a fermarle'. Solenghi e Lopez, più simpatici di come li immagini, ammettono: «£' tutto nebuloso. Abbiamo un po' di spunti disordinati su cui lavorare, ma davanti a noi si spalanca ancora il vuoto. Succede poi che, sotto pressione, all'ultimo momento scattano le idee giuste'. E' Marchesini ad essere più precisa: «Le nostre saranno azioni di disturbo, senza dimenticare che Sanremo è pur sempre la festa della canzone ed è incentrato tutto sulla gara e sui cantanti. Comunque abbiamo in mente più uscite in una stessa sera, qualcuna normale, ma quilcun'altra sarà sicuramente pazza. Ghiotti spunti possono venire da Sanremo, un parco nazionale che raccoglie animali in via di estinzione, appunto auelli che accettano di andare al Festival, noi compresi'. Solenghi alza il sopracciglio, congiunge le mani e sospira: 'Eh, Sanremo, e dire che era un santo di grande importanza, nato assieme a San Romolo, poi è finito santo musicale, come Saint VincenU. E con il festival della canzone si finisce qui. In verità, tutto era cominciato mezz'ora prima. Si era riuniti attorno a quattro parole: malinconia, amore, comicità, televisione, n trio aveva il compito di giocare le sue idee, di buttare sul tavolo, anzi sul taccuino, una definizione, un suggerimento. E' andata più o meno cosi Malinconìa. Anna: 'Parola di cinque sillabe in cui si racchiude un percorso dell'anima che mi appartiene'. Tullio: 'Una canzone dì Paolì-Vanoni». Massimo: «E' un sentimento che provo spesso'. Amore. Anna: 'Punto interrogativo'. Tullio: Qualcosa di assoluto e totalizzante, con una particolare predilezione per la sfera sessuale'. Massimo: 'Amore, ritorna, le colline sono in fiore I e io, amore, sto morendo di dolore'. Comiciià. Anna: -E'una cosa che si può fare per gli altri; è più difficile che riesca con se stessi. Io, per esempio, sulle mie situazioni personali non riesco a ridere, non lo voglio nemmeno, mi piace un po' di tragedia'. Tullio: «fi trio da sempre e per sempre, nei secoli dei secoli, amen». Massimo: 'Comicità? Comicità? Chi era costei? Non ne ho mai sentito parlare». Televisione. Anna: 'Qualcosa che cercheremo di fare realizzando le nostre idee, piuttosto che inserendoci in idee altrui». Tullio: 'Una lavatrice senz'acqua. Ma anche il nostro Pigmalione». Massimo: 'Pippo Bando-. Non è facile districarsi fra i tre. Hanno una notevole carica umana, parlano volentieri, hanno cose da dire. Ma bisogna capire quando uno parla per tre o per sé solo; e bisogna distinguere il privato personale dal privato del trio, la sfera pubblica del trio dalla sfera pubblica personale. Si scopre un arcobaleno di sentimenti, allora, una scala di reazioni, desideri che sfumano, partono con un sorriso e diventano malinconie. Nessuno si dichiara pienamente soddisfatto di sé. Pur con tanta popolarità e successo, ci mancherebbe; hanno qualcosa che rode dentro, cercano la perfezione nel lavoro, «fi nostro lavoro — commenta Anna Marchesini — è sempre il prodotto di sei mani e tre teste che nasce in un luogo a metà tra la stanza dei giochi e la camera della tortura. Dalla prima improvvisazione alla stesura definitiva del testo, il lavoro è certosino, direi quasi scientifico nella scelta della singola parola, nel rispetto dei tempi, del ritmo, della progressione giusta. Credo che questo metodo l'abbiamo imparato in teatro, per il quale penso siamo costituzionalmente fatti». Se volete sapere che cosa c'è nei loro sogni e quali sono le loro speranze: «Che la vena creativa non si inaridisca», 'Che il trio abbia un successo internazionale», -Che conservi sempre il medesimo entusiasmo'. Sono anche privati 1 loro sogni. Anna avrebbe desiderato nascere in Africa, essere negra, fare altre cose e avere cento vite. E' una a cui non basta una sola personalità. Come 1 suoi compagni, d'altronde. Massimo vorrebbe una bella vita privata: «E' la cosa a cui tengo di più. Certo è difficile con questo mestie¬ re, che, facendoti conoscere a molti, ti impone poi di vivere lontano dalla gente vera, dagli amici, dagli affetti Se vie-. ne a mancare il contatto con la gen'* che vive fuori dal mondo dello spettacolo, non ha più senso il nostro lavoro'. In poco tempo, prima che andassero in scena, s'è parlato ancora di televisione, di senso del tragico, di peluche, di interviste scritte che c'entrano poco con quello che è di presenzialismo, di pudore, di libri, di banalità, delle maschere che ci si cala sul viso. A proposito di maschere, di altre identità, chi vorreste essere? Tullio: 'Woody Alien-. Massimo: «fi Papa, per potermi affacciare alla finestra di San Pietro con la sigaretta in bocca'. E chi non vorreste essere? Tullio: «Ci sono tante persone che uno non vorrebbe essere; fra lutti, diciamo il presidente del consiglio'. Massimo: «fi Papa, altrimenti dove metto la mia vita privata?-. rtnna dice che non si fida di queste domande. Seria seria, mormora: 'Non si può sapere véramente niente di nessuno; finisce che uno cerca risposte gratificanti per sé, semplici turbate'. E' un buon modo por concludere un'intervista. Anche se non è tutto quello che hanno detto. Loro sono tre, l'articolo è uno. Ed è già troppo lungo. Gian Luca Favetto