La repubblica, capolavoro di Nenni di Pietro Nenni

La repubblica, capolavoro di Nenni DIBATTITO SULLA NUOVA BIOGRAFIA DEL GRANDE LEADER SOCIALISTA La repubblica, capolavoro di Nenni TORINO — Questa sera al Circolo della Stampa, alle 21, per iniziativa dell'Istituto Salvemini, si presenta Pietro Nenni di Enzo Santarelli (ed. Utet). Con l'autore, ne parleranno Aldo Agosti, Valerio Castronovo, Massimo L. Salvadori, Francesco Tranicllo, Domenico Zucàro. Quando Pietro Nenni iniziava la sua attività politica come pubblicista di fogli d'opposizione e organizzatore di forze repubblicane, l'Ttalia giolittiana d'inizio secolo si avviava al suffragio universale e all'avventura di Libia. Quando moriva, il 1° gennaio 1980, l'Italia democratica affrontava l'emergenza degli anni di piombo, tra gli echi arroventati del delitto Moro. In mezzo, settant'anni di storia nazionale e intemazionale vissuti da protagonista: due guerre mondiali, il fascismo, l'emigrazione politica, la Spagna, il «vento del Nord», il 1956, il centrosinistra, la tormenta del 1969-70: lo spazio di due o tre generazioni, "la testimonianza del secolo», come scriveva Giorgio Amendola. Enzo Santarelli racconta in Pietro Nenni (Utet) questa esperienza, variegata e longeva, di dirigente di partito e di statista: oltre 500 pagine di ricostruzione puntigliosa all'incrocio fra storia del psi e storia internazionale, n taglio scelto dall'autore è quello classico della biografia politica. Oggi sembrano più convincenti le biografie introspettive, che indugiano sul versan¬ te privato. Nel saggio di Santarelli, Nenni uomo resta sullo sfondo, tratteggiato appena nella vocazione tribunizia e barricadiera della giovinezza o nella solidità del matrimonio con Carmen Emiliani. Il inerito del volume è però quello di affrontare in modo organico un'esperienza politica complessa e discussa, che ha visto Nenni di volta in volta repubblicano e socialista, interventista e neutralista, avversario o alleato del pei: e di affrontarla con rigore critico e scrupolo di giudizio, senza lasciarsi invischiare in quella lettura di maniera che ha spesso inseguito Nenni per tutti i sentieri dell'eresia facile e della contaminazione ideologica, fino a dissolvere le sue posizioni e i suoi sforzi di continua chiarificazione. Agitatore sanguigno, formatosi alla scuola del mazzinianesimo e della realtà politica romagnola, Pietro Nenni parte da posizioni repubblicane per avvicinarsi gradualmente al socialismo, sino all'edizione ufficiale nel 1921. Un percorso controverso, passato attraverso le prove del pacifismo antimilitarista del 1911, dell'interventismo democratico del 1914, del contatto col movimento dei Fasci: nel 1919-20 la maturazione, sulla scorta della "tragica lezione di marxismo della guerra- e nella consapevolezza dei ritardi storici del partito repubblicano. n percorso di Nenni non era fuori del tempo, indicava anzi una tendenza delle minoran¬ ze più combattive di estrazione e vocazione popolare a individuare nuovi poli di aggregazione per la iotta politica. Ma l'approdo avveniva in un momento in cui il psi era attraversato dalie scissioni e il massimalismo di Serrati aveva ormai iniziato la fase di riflusso. Per la sua formazione. Nenni poteva apprezzare nei massimalisti il senso escatologico del programma: respingeva invece il loro non volontarismo, l'automatismo economicista della visione della storia e della lotta di classe. Le sue affinità con Serrati erano destinate quindi a elidersi e i contrasti a esplodere. L'occasione arriva nel gennaio 1923, sul problema della collaborazione del psi nella Terza Internazionale e dei suoi rapporti col PCdl: mentre a Mosca si discuteva dell'unificazione fra comunisti e massimalisti. Nenni esprimeva sull'Auanfi.' le sue perplessità per ciò che poteva diventare la -liquidazione del partito socialista-. Era l'esordio come leader nazionale, la rivelazione di uh uomo deciso, estroso e manovriero, un autentico «animale politico». Dopo l'ampia ricostruzione di questo primo periodo dell'attività politica di Nenni, Santarelli segue con maggior rapidità il ventennio fascista, con l'esperienza dell'esilio, la tela dei fuorusciti tenacemente tessuta, la laboriosa evoluzione tattica del problema dell'-unità socialista». Sono gli anni in cui assume la segreteria del partito, gli anni della guerra in Spagna come commissario, della politica di unità con i comunisti sostenuta su! filo di un autonomismo più enunciato che realizzato, sino alla crisi della guerra e alla diaspora della dirigenza socialista in Francia. Infine, nel '43, l'arresto, l'estradizione in Italia, il confino nell'isola di Ponza, il ritorno alla liberta dopo il 25 luglio. L'ultima parte del saggio è dedicata al periodo 1943-71, gli anni in cui Nenni è tra i protagonisti dell'Italia repubblicana. Sono anni vicini, sui quali il giudizio storico rischia di confondersi con quello politico. C'è un'indubbia diversità di posizioni e di tattica nel corso di trent'anni di attività trascorsi alla segreteria del paitit'j c in incarichi ministeriali, c'è una flessibilità di condotta politica che porta Nenni dalla difesa intransigente dell'unità delle sinistre alla collaborazione governativa con la de, sino al percorso di tutta la parabola del centrosinistra: le due anime socialiste, quella massimalista e quella riformatnce-praginatica, rivivono in Nenni e nelle sue scelte. Santarelli segue attraverso tutte le pagine del suo lavoro questa duplice matrice, che «a prima vista porta a veder rappresentate in Pietro Nenni più di una vita-: ma sottolinea come la flessibilità delle posizioni non discenda da spregiudicatezza tattica e da gioco a tutto campo, bensi proceda con un costante sforzo di chiarificazione e di approfondimento. La svolta del '56, accelerata dal trauma del XX Congresso dei pcus, è così il rir ultalo di una maturazione iniziala sin dal 1948. quando dopo le elezioni del 18 aprile Nenni scriveva: -Posso io ri fiutare di prendere alto che sotto la bandiera, direzione o ispircsionecomunisti 'apparente o reale poco vnporìa) non si vince in Occidente?-. Difficile tracciare il bilancio di un'esperienza indivi duale che è anche storia di un'epoca. Maestro di attivismo e di dinamismo politico. Nenni ha cercato spazio nella struttura dualistica del Paese imprimendo svolte determinanti nella vita pubblica italiana: la battaglia per la repubblica, in primo luogo, il suo capolavoro; poi il •disgelo» degli Anni 50 e ia ricerca di nuovi equilibri parlamentari. E ancora, un costante insegnamento di realismo per realizzare nella prassi la saldatura fra democrazia e movimento operaio. Quando Nenni muore, quasi novantenne, non è solo uno dei capi carismatici della sinistra che se ne va, ma anche un cittadino della vecchia Italia prebellica e prefascista, che ha avuto il merito di partecipare, spronando e sorreggendo, a un percorso comune. Ed era — conclude Santarelli — forse anche il politico più scontento del modo in cui si era risolta 'a lotta politica dopo tanti anni di sforzi per sollevare e guidare gli strati popolari a nuova dignità e a nuove libertà. Gianni Oliva