Miles Davis suona un amore

Miles Davis suona un amore DISCO-AVVENIMENTO: LA COLONNA SONORA D'UN FILM DI MALLE Miles Davis suona un amore Potrebbe diventare l'avvenimento discografico dell'anno questo album (con inedili) che l'etichetta Fontana dedica a Miles Davis, un Davis particolare, un Davis d'annata, un Davis Doc, un Davis che ci riporta agli anni Cinquanta, mitici anni nella memoria degli storici, anni fondamentali nell'iter di questo straordinario musicista. Il nuovo disco (che in realtà nuovo non è) ripropone la colonna sonora composta ed eseguita da Davis a Parigi, nel '57, quando il regista Louis Malie lo rinchiuse in uno studio perchè gli improvvisasse la colonna sonora del film Ascensore per il patibolo, un film che appassionò il pubblico, ottenne l'approvazione della critica e anche un premio prestigioso, il-DelluC' (l'anno successivo). L'album apparso a Parigi alla fine dello scorso anno, esce ora e finalmente anche in Italia nella versione a 33 giri e in quella compact disc (avvantaggiata, questa, di alcuni minuti di musica). In quei giorni Miles era in Europa per un giro di concerti: venne da New York tutto solo e suonò con un gruppo di musicisti europei e americani: di quel tour esiste un forte documento discografico intitolato Live in Amsterdam. Ma mentre i brani registrati in Olanda propongono un formidabile quintetto che esegue vari (e stupendi) brani di un repertorio consueto all'orecchio dell'appassio¬ nato, il disco con la colonna sonora rivela e impone un Davis assolutamente originale e innovativo, il Davis che negli anni immediatamente successivi inaugurerà la grande stagione blue (e infine il periodo modale) della sua carriera. Innanzi tutto si incontra un solista che sta reinventando il proprio suono (e quello di uno strumento), poi si rileva un ritorno (ma pieno di promesse) ai climi introversi e pensosi che avevano caratterizzalo la stagione cooì, quindi, a posteriori, troviamo tutte le premesse del futuro Davis, quel Davis che ascoltiamo ancora oggi anche nel camuffamento rock. Un disco importante, un disco che uscito tempestivamente nel piccolo formato dei 25 em. ritroviamo ora arricchito con un'ampia porzione di brani inediti, scartati a loro tempo perchè non graditi all'autore oppure a causa degli inevitabili tagli in sede di montaggio cinematografico. Ascensore per il patibolo, il film, è un giallo e offre il clima ideale per un'ambientazione musicale di colore jazzistico. Ma era anche un film di classe per il quale era necessario lavorare di fino. Non il solito sassofono singhiozzante, non lo stridore delle trombe neppure quell'accattivante ma melenso andamento sinuoso da night che caratterizzava le colonne sonore americane. Louis Malie voleva soprattutto il suono e l'intelligenza di Miles Davis. Il plot racconta la cronaca di un delitto perfetto che fallisce per un colpo di coda del destino. Due i protagonisti- Maurice Ronet e una Jeanne Moreau che ha un marito di troppo. Storia torbida. L'ambiente è quello della ricca società parigina. Lo sfondo è la Parigi notturna dei grandi boulcvards, delle stradine con il pavé, la pioggia autunnale. Si può essere soli a Parigi. L'amore tra Jeanne e Maurice è vissuto furtivamente, brevi incontri, passione, trame. Brigitte Bardot, allora su tutte la copertine, subiva subito un tracollo sul proprio terreno, e da un giorno all'altro cessò di essere ritenuta la diva più sexy del mondo. E Miles Davis suona. Suona in studio direttamente sulle immagini che Malie gli fa scorrere sullo schermo. Suona quasi sulle labbra di Jeanne Moreau, sui passi di Ronet solo nella notte, sigla l'amore tra i due amanti, ridisegna una storia, entra in una città sconosciuta e la fa propria. Questo Utrillo con la tromba (e la mano di Rembrandt) fa il capolavoro. E rieccolo, in vetrina, in primo piano. Approfittiamone. E' l'occasione per apprezzare un momento inconsueto (il jazz ha poco da spartire con il cinema, salvo eccezioni) nella carriera di un "big-; è soprattutto un momento di verifiche e di sorpresa: in effetti Miles Davis, che cambia pelle a ogni stagione, in realtà, è sempre fedele a se stesso e (come tutti i grandi compositori) mantiene nel tempo un preciso filo che conduce tutta una carriera. E' l'intelligenza la sua caratteristica che si traduce nel mantenere sempre d'attualità una cultura e un mondo poetico, decadenti forse ma per un eccesso di intellettualismo. Non sarà mai un teorico o un tecnico Miles Davis. Anche oggi, nella sua musica elettronica, se con un miracolo della tecnologia riuscissimo a isolare la sua tromba dal contesto che la circonda, ci troveremmo di fronte all'artista che conosciamo da sempre che abbiamo sempre ammirato. Questo è stile. Le due facciate del disco presentano due aspetti della stessa situazione: nella prima abbiamo i brani già noti e quindi parte del film; nell'altra gli inediti. Solamente un perfezionista come Davis può avere potuto trovare il coraggio e la capacità di effettuare quella selezione. In effetti anche i brani scartati sono di eccellente qualità tecnica e formale e ci stupiamo che solamente ora vengano pubblicati. Anche la formazione riunita da Miles Davis per la circostanza è degna di attenzione. Con il principe nero vediamo infatti alcuni nomi preziosi del jazz europeo: i francesi René Urtreger, Pierre Michelot e Barney Wilen; un altro americano, Kenny Clarke con la sua batteria, sigla accanto al vecchio compagno un'opera tra le più riuscite del jazz moderno. Franco Montimi

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Italia, New York, Olanda, Parigi