Quel patto laico contro Craxi di Alberto Rapisarda

Quel patto laico contro Craxi Le polemiche sull'accordo tra pli, pri e radicali per le europee Quel patto laico contro Craxi Un attacco deir«Avanti!» viene visto come la conferma di una linea vincente - Il pn il leader socialista ha fatto il vuoto intorno a sé - Sterpa: «L'area liberal-democratica è più ampia di quanto si creda» - Oggi i tre partiti insieme rappresentano l'otto per cento ROMA — Quel corsivo anonimo AeWAvanti! contro la 'fantomatica unità laica» li ha riempiti di soddisfazione. Se il quotidiano del partito socialista si scomoda per bollare come un pasticcio antisocialista il tentativo di pri, pli e radicali di andare con una lista comune alle elezioni europee, vuol dire che l'operazione non deve sembrare poi tanto velleitaria, hanno pensato gli interessati. E i radicali, in particolare, non fanno nulla per nascondere che loro ce l'hanno proprio con Craxi, che accusano di volere annettere al suo partito le formazioni minori. «Se Craxi, con i suoi metodi e la sua politica trasformistica, ha fatto il vuoto attorno a sé, se la prenda con se stesso, amiche sprigionare livore e produrre reazioni scomposte», dice il radicale Calderisi. Per il partito di Pannella l'abbozzo di fronte laico nascente è un successo. I radicali sostengono di essere coloro che conoscono meglio i socialisti per esserne rimasti scottati per primi. Offrirono aiuto ed idee e si sono trovati invece di fronte ad un lupo cattivo che voleva sbranarli. Così, almeno, raccontava ieri la storia il radicale Francesco Rutelli sulla terza pagina dell'Unito. Gli altri due protagonisti dell'incontro elettorale in gestazione hanno anche loro motivi per procedere sulla via del fronte unico. Giorgio La Malfa non ha mai nascosto che non nutre alcuna simpatia per i socialisti di Craxi. E i repubblicani sanno, comunque, che i voti che hanno perso ultimamente sono andati proprio al partito socialista. I liberali sono più incerti degli altri due, qualcuno è contrario, come Costa, ma l'idea del fronte laico li solletica. La proposta è partita proprio dal congresso liberale, ricorda il vicesegretario Egidio Sterpa, ed è: «Dare concretezza, con battaglie politiche comuni dapprima, poi con eventuali coalizioni elettorali, a quell'area liberaldemocratica che nel Paese c'è già ed è più vasta di quanto non sì creda». In realtà, quest'area attualmente raccoglie circa 1*8 per cento dei voti, sommando repubblicani, liberali e radicali. Voti in declino per i primi due, che debbono decidere con urgenza sia come invertire la tendenza al calo sia cosa fare della forza che hanno. n governo a cinque è così slabbrato che non ha neanche più il diritto di chiamarsi «pentapartito». Incombe sulla precaria maggioranza un rimescolamento di ministri, se non una vera e propria crisi appena sarà concluso il congresso della de. La Malfa e Altissimo hanno sino ad ora fornito appoggio a quello che decidevano i due partiti maggiori (de e psi), senza ricavar- ne alcun utile. 'Dunque, anziché continuare ad essere complementari o ruote di scorta dei grandi partiti, proviamo ad unirci almeno strategicamente per attuare lo sfondamento», è la conclusione che tira Egidio Sterpa, il quale spera che la nascita del fronte laico pri-pli-pr provochi 'ripercussioni sanamente sconvolgenti». Non è escluso che fronte laico o liberal-democratico, riesca ad avere un fascino superiore a quello della somma delle diverse sigle di partito. L'alleanza elettorale pri-pli è stata un fallimento probabilmente perché sembrò uno stratagemma di emergenza per salvare due partiti deboli. L'arrivo di un terzo comprimario potrebbe dare alla miscela un sapore nuovo, tale da risultar gradito ai voti che potrebbero migrare dalla de verso il psi, intercettandoli così a metà strada. Bettino Craxi rischia, a questo punto, di trovarsi di fronte ad un'improvvisa offensiva di attivismo sia alla sua sinistra che alla sua destra. Da due lati che per tutti gli anni del rafforzamento del psi non gli avevano mai dato serie preoccupazioni. Sulla sua destra potrebbe nascere il fronte laico che il psi non ha mai voluto, anche se sino a tre anni fa dette l'impressione di interessarsene. A sinistra Achille Occhetto ha ogni giorno un'iniziativa nuova per presentare il pei come un autentico e credibile partito socialista europeo, pronto anche all'unificazione, purché il psi cambi anche lui. Tutti si agitano per legittima difesa, per non venire ulteriormente dissanguati dall'espansione socialista. Rimane a questo punto solo l'incognita dei socialdemocratici, li psi non è ancora riuscito ad annetterli Si stanno dando da fare i radicali per aiutare a tenerli in vita, pur di impedire che quei voti vadano a Craxi. Alberto Rapisarda Giorgio La Malfa

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