Interesse della Fiat per la Cogefar di Ugo Bertone
Nasce il colosso dell'edilizia rossa Un consorzio da 2180 miliardi di ordini che occupa 28 mila dipendenti Nasce il colosso dell'edilizia rossa Sotto la guida della Ccc la strategìa commerciale dì 194 cooperative di costruzione - In vista la fusione tra quattro affiliate bolognesi che darà vita a un gruppo secondo solo alla Cogefar DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Un consorzio di 194 cooperative sotto una sola regia commerciale, pronto a cogliere le opportunità del '93. E intanto la filosofia delle fusioni avanza anche nel mondo della Lega. Il primo incontro ufficiale è avvenuto venerdì pomeriggio, in una delle torri alla periferia di Bologna ove si concentra il potere delle cooperative rosse. Alla presenza del perito, il professor Bontadini, sono sfilati i vertici dei quattro giganti dell'edilizia cooperativa bolognese: Edilcoop, Edilter, Coop costruzioni ed Edilfornaciai. Tutte aziende da cento miliardi e più di fatturato, con problemi comuni e specialità diverse.L'obiettivo? Arrivare ad una fusione in grado di dar vita a un gruppo da 400 miliardi di giro d'affari almeno, secondo solo alla Cogefar tra le imprese di costruzione italiane e pronto ad investire in tecnologie e a sfruttare i canali finanziari di Unipol e della Banca delle cooperative, la Banec, nel modo migliore. I problemi? Sul piano industriale pochi, perché le quattro cooperative si sono spartite finora aree di mercato diverse, valorizzando vocazioni diverse. Su quello finanziario quasi nessuno, perché il rapporto debiti e patrimonio è accettabile per tutti. I nodi da sciogliere, però, ci sono e riguardano gli uomini. In sostanza, stavolta la fusione viene motivata da ragioni economiche e non da una spinta politica. E le resistenze non mancano. Ma la cooperazione pare ormai avviata a chiudere l'epoca della frammentazione produttiva. L'Europa delle costruzioni è alle porte e la Lega intende partecipare da protagonista alla sfida delle grandi opere in Italia. E per far questo, è l'analisi spietata degli uomini di punta del mattone «rosso», occorre pesare di più: in termini di alleanze con i grandi gruppi industriali (Italstat per i pubblici e Fiatimpresit per i privati); in termini di tecnologie e di progettazione; in termini di finanza e di gestione chiavi in mano delle opere realizzate (dagli ospedali ai parcheggi). Ma se per le fusioni siamo ancora alla fase di studio, il consorzio è già realtà. Ai primi di febbraio, infatti, ha preso corpo il Consorzio di costruzione della Lega. Si è insediato infatti il comitato esecutivo destinato a guidare i servizi dei consorzi che operano nel campo delle costruzioni: un colosso che può contare su 21S0 miliardi di ordini di lavori acquisiti per l'89 (per il 607f fuori dai confini dell'Emilia-Romagna), su un universo di 28 nàia dipendenti e, sotto la regia del Ccc di Bolog.ia, si accinge a sviluppare una politica di alleanze su tutto il territorio nazionale. A ragionare, insomma, da impresa senza dimenticare quel fitto legame con i governi locali che è da sempre uno dei punti di forza dell'impresa cooperativa. Cosa cambia, in sostanza? Per la prima volta le imprese della Lega (dalle roccaforti emiliane ai consorzi della Lombardia, del Veneto, della Toscana e della Sardegna) si lanciano in una sfida unitaria al mercato. E clii le guida, il comunista Fabio Carpanelli, da otto anni alla guida del Ccc, ha le idee ben chiare in proposito. -Il '93 — dice — arriva anche per noi. L'Italia rischia di diventare un po' la terra di conquista delle grandi imprese straniere da Hol- zman a Batignolles. Il punto debole è la polverizzazione dell'offerta provocato dalla lentezza e dalle incertezze della domanda pubblica. Adesso rischiamo di trovarci impreparati". E allora? «Allora occorre una forte concentrazione per offrire una gamma di servizi. Costruire, oggi, è importante ma forse è più importante ragionare da grande gruppo in grado ài fornire l'assistenza finanziaria e di far funzionare gli impianti. Questo può avvenire nel caso di un parcheggio o di un ospedale. E poi bisogna ragionare in termini dì alleanze con i privati-. Ma lei. Carpanelli, comprerebbe la Cogefar? Se Turci, il presidente della Lega, mi dà due o trecento miliardi ho modi migliori per investire il denaro. Comprerei una quota della Cogefar assieme ai privati per garantirmi un'al¬ leanza in più. Altrimenti con quella cifra vado all'estero e mi compro una bella società di engineering, il settore ore siamo più carenti». La cura Turci .insomma, comincia a funzionare all'interno della Lega. Basta con le cifre da giganti che nascondono problemi da nani. Occorre guardare all'esterno e senza complessi di inferiorità. Forse così si può capire 10 sviluppo del giallo Unipol che, dopo la cessione della Volkfuersorge alla Aachener e alla Fondiaria di Raul Gardini, ha creato tanto scompiglio. «Siamo in buoni rapporti — spiega Lanfranco Turci — con i privati entrati attraverso l'acquisto di Vofue in Unipol. Loro sanno che l'Unipoi vale perché è controllata dalle cooperative e dai sindacati e questo la mette in una posizione di rilievo nella partita della previdenza. Noi possiamo fare ottimi affari con loro. E non dimentichiamo che su questo terreno lavoriamo assieme alle cooperative francesi e inglesi-. C'è tempo per scioglier!» il nodo Vofue e quando lo si farà potrebbe nascere un'intesa internazionale di grande rilievo (senza escludere i privati). «E l'Unipol — aggiunge Turci — é solo un t assetto della nostra finanza. La Banec. la nostra banca, ha ormai preso il via e nei primi cinque mesi di attività ha indirizzato il 509r degli impieghi fuori dall'area cooperativa. E adesso, assieme all'Imi, entriamo in fase operativa con 11 merchant banking, adeguando il patrimonio della Finec-. Ugo Bertone
Persone citate: Bontadini, Fabio Carpanelli, Lanfranco Turci, Raul Gardini, Turci
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